Boom di visitatori
anche quest’anno ma la Sagra ha perso la sua tipicità
di Paola Gatta
Come tutte le
edizioni della Sagra delle Castagne, anche quella appena conclusasi vede luci e
ombre anche se, analizzando quanto visto, i punti oscuri sembrano molti di più.
Ma partiamo dal numero dei visitatori. Cifre è difficile farne però, anche
grazie a tre giornate dal clima primaverile, Rocca di Papa è stata
letteralmente presa d’assalto. Eppure il numero di visitatori e gli incassi
(che saranno stati sicuramente alti) non sono dati sufficienti per definire il
successo o meno di una festa popolare come la Sagra.
Perché se i soldi
incassati provengono soprattutto dai banchi di mercato allestiti lungo tutto
Viale del Tufo fino al benzinaio, la cosa non ci piace affatto: la Sagra serve
a promuovere il territorio e un prodotto oppure a intascare soldi per fare
“cassa”?
Quando 34 anni fa
cominciò la Sagra grazie all’impegno di commercianti e cittadini si avvertiva
l’orgoglio di far vedere all’esterno la tradizione e la tipicità di un paese
come Rocca di Papa. Questo era l’aspetto centrale, mentre ora con l’avvento dei
“professionisti” delle fiere la Sagra delle Castagne potrebbe benissimo essere
fatta al Quarticciolo a Roma, visto che di tradizionale si è visto ben poco.
La Sagra nasceva
dalla passione delle associazioni e, alla fine, non era importante avere messo
da parte un fondocassa ricco per poter dire: “abbiamo incassato tanto!”...
l’importante era aver fatto una bella festa in grado di far dire ai visitatori:
“questo paese è bellissimo!”.
Quello che ci è
piaciuto
L’impegno degli
organizzatori e delle associazioni
Anche quest’anno c’è
stato un grande impegno da parte della Pro Loco nel mettere in piedi la Sagra,
considerati sempre i tempi stretti in cui ci si muove rispetto ai giorni della
festa. Grande anche l’impegno delle associazioni cittadine e dei tanti
roccheggiani che hanno allestito stand e cantine.
L’apertura delle
storiche cantine roccheggiane
L’apertura al pubblico
delle vecchie cantine e bettole è stato il punto di forza della festa.
Quello che non ci è
piaciuto
La qualità delle
castagne
Il prodotto cotto e
venduto dovrebbe essere sempre di alta qualità. Quello di quest’anno era davvero
pessimo.
L’allestimento di
alcuni stand
Lo stand posto
all’ingresso della festa (tra piazza Margherita e il Corso) allestito con tubi
innocenti arrugginiti e teli verdi legati alla meno peggio non è stato un bello
spettacolo e vedersi.
La presenza di stand
in regola e di altri “fuorilegge”
Ci hanno segnalato che
molti stand e cantine hanno pagato regolarmente la quota stabilita (anche se
alta) mentre altri non avrebbero versato un euro. Non era meglio far pagare
tutti per pagare tutti un po’ meno? A chi non ha pagato è stato fatto un
verbale?
La vendita di animali
con lotterie, vietata dalla legge
Da anni non vedevamo
stand in cui si potevano vincere animali. E’ accaduto alla Sagra malgrado la
legge regionale e un regolamento comunale lo vietino. Chi deve far rispettare
questi regolamenti sul diritto degli animali?
L’aver fatto un
mercato per centinaia di metri
A un certo punto si
aveva la sensazione che la Sagra si era trasformata in un mercatone rionale
della periferia romana o napoletana. Non è possibile far cassa a tutti i costi!
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