domenica 18 novembre 2012

Stand in regola, altri no, prodotto scadente e un mercatino esasperante
Boom di visitatori anche quest’anno ma la Sagra ha perso la sua tipicità
di Paola Gatta
Come tutte le edizioni della Sagra delle Castagne, anche quella appena conclusasi vede luci e ombre anche se, analizzando quanto visto, i punti oscuri sembrano molti di più. Ma partiamo dal numero dei visitatori. Cifre è difficile farne però, anche grazie a tre giornate dal clima primaverile, Rocca di Papa è stata letteralmente presa d’assalto. Eppure il numero di visitatori e gli incassi (che saranno stati sicuramente alti) non sono dati sufficienti per definire il successo o meno di una festa popolare come la Sagra.
Perché se i soldi incassati provengono soprattutto dai banchi di mercato allestiti lungo tutto Viale del Tufo fino al benzinaio, la cosa non ci piace affatto: la Sagra serve a promuovere il territorio e un prodotto oppure a intascare soldi per fare “cassa”?
Quando 34 anni fa cominciò la Sagra grazie all’impegno di commercianti e cittadini si avvertiva l’orgoglio di far vedere all’esterno la tradizione e la tipicità di un paese come Rocca di Papa. Questo era l’aspetto centrale, mentre ora con l’avvento dei “professionisti” delle fiere la Sagra delle Castagne potrebbe benissimo essere fatta al Quarticciolo a Roma, visto che di tradizionale si è visto ben poco.
La Sagra nasceva dalla passione delle associazioni e, alla fine, non era importante avere messo da parte un fondocassa ricco per poter dire: “abbiamo incassato tanto!”... l’importante era aver fatto una bella festa in grado di far dire ai visitatori: “questo paese è bellissimo!”.

Quello che ci è piaciuto

L’impegno degli organizzatori e delle associazioni
Anche quest’anno c’è stato un grande impegno da parte della Pro Loco nel mettere in piedi la Sagra, considerati sempre i tempi stretti in cui ci si muove rispetto ai giorni della festa. Grande anche l’impegno delle associazioni cittadine e dei tanti roccheggiani che hanno allestito stand e cantine.

L’apertura delle storiche cantine roccheggiane
L’apertura al pubblico delle vecchie cantine e bettole è stato il punto di forza della festa.

Quello che non ci è piaciuto

La qualità delle castagne
Il prodotto cotto e venduto dovrebbe essere sempre di alta qualità. Quello di quest’anno era davvero pessimo.

L’allestimento di alcuni stand
Lo stand posto all’ingresso della festa (tra piazza Margherita e il Corso) allestito con tubi innocenti arrugginiti e teli verdi legati alla meno peggio non è stato un bello spettacolo e vedersi.

La presenza di stand in regola e di altri “fuorilegge”
Ci hanno segnalato che molti stand e cantine hanno pagato regolarmente la quota stabilita (anche se alta) mentre altri non avrebbero versato un euro. Non era meglio far pagare tutti per pagare tutti un po’ meno? A chi non ha pagato è stato fatto un verbale?

La vendita di animali con lotterie, vietata dalla legge
Da anni non vedevamo stand in cui si potevano vincere animali. E’ accaduto alla Sagra malgrado la legge regionale e un regolamento comunale lo vietino. Chi deve far rispettare questi regolamenti sul diritto degli animali?

L’aver fatto un mercato per centinaia di metri
A un certo punto si aveva la sensazione che la Sagra si era trasformata in un mercatone rionale della periferia romana o napoletana. Non è possibile far cassa a tutti i costi!

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