sabato 19 ottobre 2013

Intervista al Commissario del Parco dei Castelli Romani Sandro Caracci



Intervista al Commissario del Parco
Il direttore del Segno, Andrea Sebastianelli, giovedì 17 ottobre ha intervistato il Commissario Straordinario del Parco dei Castelli Romani, Sandro Caracci. Caracci è stato già presidente del Parco dal 1995 al 2002, per sette anni. Da allora, come dichiara, si è interessato poco delle questioni inerenti il Parco, ma dal momento della sua nomina, avvenuta nei primi giorni di agosto, le aspettative sono cresciute e molti ora attendono quei risultati che la gestione Orciuoli (il precedente commissario nominato dall’allora presidente della Regione Lazio Polverini) non ha saputo (o voluto) dare. In poco più di mezz’ora di colloquio, il Commissario ha toccato molti dei temi che in queste settimane sono stati al centro del dibattito: lo scarso funzionamento del Parco, la mancanza di trasparenza sugli atti amministrativi, gli obiettivi della programmazione, tra cui il piano di assetto, e il controllo del territorio.
Il Commissario è apparso assai prudente e, su alcune questioni concrete (la fantomatica piscina del Tuscolo e gli 80mila metri cubi di nuove costruzioni a Rocca Priora, autorizzati dal Parco nel 2011, per citare solo i casi più eclatanti) non ha voluto assumere una presa di posizione chiara ed univoca. Un comportamento prudente, in genere, è sintomo di ponderata riflessione, in questo caso ci pare dettato più da una forma di difesa. Il refrain del Commissario è stato che “Deve leggere le carte” e che “Non si farà tirare la giacchetta da nessuno! Né dai sindaci, né dalle associazioni”.
Lo stesso Commissario conferma implicitamente che il Parco ha lasciato senza risposta, prima della sua nomina, alcune centinaia di nulla osta, che sono diventati tutti favorevoli per silenzio-assenso. Ora si tratterà di capire, nel dettaglio, che cosa nascondono e di che cosa si tratta.
Oltre a queste ombre, che incombono sul nuovo corso del Parco, esistono anche elementi che fanno ben sperare, come le dichiarazioni sulla totale trasparenza che vorrà assumere l’Ente rispetto alle proprie azioni, o ai traguardi previsti circa il piano di assetto.
La richiesta di Caracci, in definitiva, è quella di dargli tempo. Noi non siamo i giudici di nessuno, constatiamo solo i fatti. La richiesta ci pare legittima e quindi assumiamo la disponibilità del Commissario ad un nuovo incontro, magari tra un paio di mesi, come un nostro impegno, affinché illustri quanto attuato e dia quelle risposte che nell’intervista che presentiamo, e che vi consigliamo di vedere, non ha dato.

venerdì 11 ottobre 2013

Se 80mila metri cubi vi sembran pochi. Il deputato Filiberto Zaratti denuncia l’accaduto

Il caso riguarda il Parco Regionale dei Castelli Romani, è scoppiato all’inizio di ottobre, ma risale al 2011. Di cosa si tratta? Di un Nulla Osta, i permessi rilasciati dal Parco finalizzati a nuove costruzioni.
Nel 2008 il Parco aveva detto no a una richiesta per una nuova casa di riposo di 80.000 metri cubi (equivalenti ad almeno un’ottantina di villette di 300 metri quadri, per un valore stimato di alcune decine di milioni di euro) su terreno agricolo nel comune di Rocca Priora, località Valle Moretta, ai confini con la frazione del Vivaro. Le ragioni del no erano che le aree agricole sono sì edificabili, ma solo per fini agricoli. A distanza di tre anni viene riproposto il progetto, a quanto sembra senza variazioni. La cosa sconcertante, leggendo le carte, è che dalle medesime premesse si arrivi a un parere opposto. Lo zelante direttore del Parco dell’epoca è lo stesso che nel settembre 2011 rinunciò, con lettera formale, a quasi due milioni di euro di finanziamenti europei. Con questi fondi erano in programma il recupero e la riutilizzazione per fini turistici di alcuni strutture di Rocca di Papa, rimaste purtroppo dei ruderi, come per esempio il Casale dei Guardiani a Grotticelle.
“L’aspetto che più sconcerta è che a distanza di qualche anno ritornino progetti che sembravano definitivamente archiviati, per la loro improponibilità – sostiene Zaratti – il neo commissario del Parco è a conoscenza del problema e siamo certi che interverrà. Sullo sfondo rimane l’inquietante possibilità che l’Ente, negli ultimi tre anni della gestione Polverini, abbia completamente abbandonato ogni prerogativa di controllo, lasciando maturare centinaia di Nulla osta per silenzio-assenso. Come dire che il Parco chiude le richieste dentro un cassetto e rinuncia alle sue funzioni di verifica, che oltre ad essere obbligatorie per legge, sono una delle sue prerogative istituzionali.”

Un parco così, a leggere la lettera aperta qui accanto, non sembra che piaccia a molti e non serve ai cittadini, ai costruttori forse sì.

martedì 8 ottobre 2013

Sarà una piscina?

È lunga quasi venti metri e larga poco meno di dieci, è profonda un metro da una parte e poi sempre di più dall’altra, è rivestita di cangianti maioliche celesti, che danno all’acqua contenuta delle magnifiche sfumature verde smeraldo, i bordi sono praticabili e c’è una sdraio, al centro un materassino che galleggia, da un lato c’è una gradonata che pian piano si immerge nell’acqua. Che sarà mai questo oggetto misterioso? Anche senza vederlo, magari qualcuno ha indovinato. Non così i vigili urbani e i tecnici del Comune di Grottaferrata preposti ai controlli. Eh, sì; bisogna proprio dirlo: questi tecnici sono pieni di fantasia. Un oscuro funzionario del comune di Grottaferrata, in un recente documento ufficiale, sembra abbia scritto alla Regione Lazio per capire se si tratti di una vasca a cielo aperto o di qualche altra cosa. Eppure l’ufficio tecnico comunale dovrebbe avere sull’argomento una copiosa documentazione fotografica! Ma evidentemente quest’oggetto è talmente misterioso da necessitare un’autorità professionalmente più preparata.
Con una forza comica degna del miglior Totò, i tecnici mettono in dubbio le proprie affermazioni (non sono convinti che sia proprio una vasca a cielo aperto) e pudicamente si chiedono se per caso la vasca non sia una piscina. Le foto sono di un’evidenza talmente schiacciante, che l’estensore della grottesca relazione si deve essere vergognato un po’. Dichiarano con sprezzo del ridicolo che la piscina al momento del sopralluogo era ultimata. Ma guarda un po’ il caso. Tecnici comunali e vigili urbani di Grottaferrata non ne sapevano niente; dei guardiaparco dei Castelli Romani neanche a parlarne. Nessun l’aveva notata prima, eppure è proprio sulla strada.
Nelle foto della “vasca a cielo aperto” che stanno sui giornali (sui giornali!) si vedono due persone, un uomo e una donna, che fanno il bagno, lei su un materassino gonfiabile che galleggia sull’acqua. Magnifico: sembra un resort esclusivo, di quelli con appartamentini panoramici e invece è una modesta azienda agricola, dicono i documenti. Di agricolo non produce niente, ma le piscine crescono bene.
Ora però siamo addirittura alla farsa. Può un privato cittadino, nonché imprenditore, prendersi gioco in modo tanto plateale delle istituzioni? Sì, perché da qualche settimana alcuni operai stanno cercando di trasformare, dal punto di vista visivo, la piscina in una vasca di accumulo. Un bel “prato pronto” (quello che si compra a strisce) ha coperto i bordi della vasca e la nuova scenografia è terminata. Tutto a posto quindi? Noi crediamo di no… perché resta da vedere se Comune, Regione Lazio, Parco dei Castelli Romani, Polizia e Carabinieri sono disposti a farsi prendere in giro in modo tanto sfacciato!
Vasca vera
Vasca farlocca
Comunque crediamo di fare cosa gradita (soprattutto all’Ufficio tecnico di Grottaferrata) pubblicando la fotografia di una vasca d’accumulo (vera!) relativa a un invaso impermeabilizzato in fase di riempimento usato per la raccolta dell'acqua piovana da riutilizzare nell'irrigazione di un fondo nei pressi di Cesena. A fianco, invece, le foto di una vasca farlocca. Qualcuno, a questo punto, ci dirà che a Grottaferrata (cittadina esclusiva per antonomasia) anche le vasche d’accumulo di acqua piovana hanno un loro stile inconfondibile. Però, per evitare facili fraintendimenti, invitiamo i proprietari della neonata azienda agricola, ad apporre un cartello chiarendo che si tratta di una vasca d’accumulo e non di una piscina, visto che – come detto – recentemente qualche ignaro turista (entrato sicuramente di nascosto) ha pensato bene di fare il bagno proprio in quella vasca. Non foss’altro per tutelare la salute pubblica.




sabato 5 ottobre 2013

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, il cui oggetto è “inattività del Parco dei Castelli Romani”


Sandro Caracci
Commissario Straordinario del
Parco Regionale dei
Castelli Romani

p. c. Nicola Zingaretti
Presidente della Regione Lazio

Fabio Refrigeri
Assessore all’ambiente della
Regione Lazio

LETTERA APERTA

Oggetto: inattività del Parco dei Castelli Romani

Egregio Commissario,
duole dover sottoporre alla sua attenzione missive di questo tenore, ma siamo rimasti assai sconcertati nel constatare che dopo il vero e proprio blocco delle attività, che negli ultimi tre anni di Commissariamento del centro destra hanno caratterizzato il Parco dei Castelli, con il suo insediamento non si sia intravisto l’atteso e sostanziale cambiamento che in molti attendevamo.
Il Parco si presenta come un fortilizio chiuso e poco trasparente, con scarsi e datati documenti pubblicati sul suo sito internet, che rendono praticamente impossibile conoscere il suo operato.
Gli aspetti più delicati, che riguardano la gestione territoriale, dai nulla osta per interventi edificatori o di taglio bosco, ai controlli che dovrebbero essere espletati dai guardiaparco, sono del tutto privi di efficacia. Notizie recenti, riportate dai giornali, a proposito di una presunta piscina abusiva sotto al Tuscolo – per esempio – evidenziano tutta l’inefficacia dell’azione del Parco, che neppure si degna di dare risposte ai cittadini. Per quanto riguarda i nulla osta, per l’ignavia amministrativa la situazione appare ancora più inquietante, visto che si parla insistentemente di centinaia di autorizzazioni che avrebbero maturato un parere favorevole per silenzio-assenso. Un meccanismo che da solo denuncia in maniera manifesta la completa inazione dell’Ente e delle persone che dovrebbero dirigerlo. Un atteggiamento di totale passività che ha effetti devastanti sul territorio, sul quale potrebbero essere riversati decine, o centinaia di migliaia di metri cubi, senza la preventiva azione di controllo, alla quale il parco è specificamente preposto e obbligato per legge.
Voci si rincorrono anche per una presunta deroga per la navigazione, con grossi motoscafi adatti allo sci nautico, nel lago Albano, che detto per inciso è un lago tutelato da ben due Direttive europee, che impediscono attività così impattanti.
Per il Piano di assetto non si scorgono novità. Al di là dei proclami di rito non è stata fatta alcuna azione sostanziale. Questo non lascia ben sperare per uno strumento che è essenziale per il nostro territorio; peraltro il nuovo Piano esplica già a pieno titolo i suoi effetti, anche se solo adottato.
In buona sostanza, i segnali che si percepiscono rispetto alle attività del Parco appaiono contraddittori e scarsamente indirizzati ad azioni di trasparenza e tutela ambientale. Un Parco così, che esprime positività solo con le visite guidate (il cui programma è stato finalmente ripreso dopo tre lunghi anni di inspiegabile scomparsa) e poco altro, non ci piace. Non può piacerci. È l’esatto contrario di quello per cui ci siamo battuti per anni.
La tutela ambientale è il primo obiettivo di un Parco. Non esercitarla o considerarla secondaria rispetto all’edilizia, alle nuove costruzioni, alle infrastrutture, o più in generale alle pretese di chi considera lo sviluppo solo in termini di continua e totale trasformazione degli ambienti naturali, non solo è sbagliato, ma controproducente dal punto di vista economico e ambientale.
Denunciamo quindi una mancanza di azione, che rende il Parco una specie di foglia di fico per una politica inadeguata e parassitaria. Al contrario vorremmo un progetto di generalizzato rilancio del Parco, con azioni di tutela, salvaguardia e valorizzazione. È chiedere troppo? Noi diciamo che si può fare!


4 ottobre 2013


Giancarlo Trombetta Vice presidente uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Franco Medici Consigliere uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Gianfranco Brunetti ex Sindaco di Rocca di Papa
Maria Pia Consoli Italia Nostra Castelli Romani
Enrico Del Vescovo Italia Nostra Castelli Romani
Emanuele Loret Italia Nostra Castelli Romani
Andrea Sebastianelli Associazione culturale Il Piccolo Segno di Rocca di Papa
Luigi Fortini Associazione culturale Il Piccolo Segno di Grottaferrata
Angelo D’Ottavi Associazione U Lengheru Neru di Grottaferrata
Vairo Canterani Associazione Picchio Rosso di Nemi
Carlo Testana Associazione Picchio Rosso di Nemi
Corrado Bisini Associazione La Spinosa di Velletri
Andrea Tupac Mollica Antropologo - Ariccia
Luca Nardi Associazione Salviamo i Castelli Romani
Aldo Morana Consigliere uscente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini

Politici senza argomenti

Non è raro sorprendere politici nostrani ad attardarsi a criticare il nostro giornale con argomenti che nulla hanno a che vedere con la sostanza di quanto scriviamo. Preferiscono parlare di caratteristiche o situazioni personali degli articolisti, pensano di allontanare così l’attenzione dagli argomenti trattati e alleggerire il peso delle loro responsabilità di Amministratori. Farebbero meglio a dedicarsi con più attenzione, serietà, amore ( e disinteresse personale ) al compito che si sono scelti candidandosi a governare la comunità e ascoltare Papa Francesco “Prima di chiacchierare mordetevi la lingua”.
Danno l’impressione di galleggiare in un ruolo per il quale non sono preparati. Le decisioni su tariffa mensa scolastica e sezione scuola materna comunale “rivisitate” dopo le dure proteste delle famiglie e “l’ipotesi di ricorsi sulla legittimità di alcune delibere o denunce alla Corte dei Conti”, dimostrano superficialità o cattiva coscienza. Sono fatti che non infondono alcuna fiducia nei confronti della Pubblica Amministrazione.
La crisi politico-economica non consente più pressappochismi nelle decisioni e il metodo dei favoritismi per i clan al potere (si racconta di contatti con alcuni contestatori per soluzioni ad personam). Tutto ciò, ora che tante famiglie sono praticamente sul lastrico, non viene sicuramente più vissuto come ineluttabile ma è decisamente rifiutato.
Non vi resta che prenderne atto, cari eletti e incaricati dagli eletti: vi dovete rassegnare a fare bene il vostro lavoro. Il nostro giornale, che per le vostre “debolezze” è dovuto diventare “una sentinella per la legalità” potrebbe allora dedicarsi ad altri argomenti che, a noi per primi, interessano di più.
Sarebbe una fortuna per tutti, soprattutto per voi.
Sergio Rasetti