giovedì 29 novembre 2012


Il parcheggio al Carpino
Lunedì 26 novembre si è aperta la tentata vendita dei box a piazza Valeriano Gatta

il Sindaco escavatorista nella posa della prima pietra
A ottobre del 2010 a piazza Valeriano Gatta, il sindaco Pasquale Boccia si mise ai comandi di un grosso escavatore.
Da quel posto di manovra si arrischiò a sollevare la benna e a spostare un po’ di terra: fu quella la cerimonia della posa della prima pietra. Il sindaco si prese anche qualche altro rischio annunciando che il parcheggio sarebbe stato finito all’inizio del 2012 (febbraio 2012 riportava il cartello di cantiere). Nelle interviste di rito dopo la cerimonia seguirono doglianze per i ritardi dovuti a problemi burocratici. A nessuno dei politici intervenuti balzò agli occhi che i problemi emersi in fase progettuale non erano derivati da una generica burocrazia, ma erano conseguenza del luogo prescelto per fare un parcheggio multipiano: una valle scoscesa nel cuore di un centro storico antico. Infatti, il progetto subì vari rimaneggiamenti non solo per l’oggettiva bruttezza del multipiano in cemento armato, ma anche perché l’amministrazione comunale aveva inizialmente “dimenticato” di richiedere qualche permesso, come quello alla Provincia e alla Soprintendenza e aveva dato per scontato l’acquisizione di altri pareri.
Quello che più ci interessa qui, è capire a chi serve questo parcheggio e perché si fa. Nel turbinio delle cifre si è passati dai 130 posti auto iniziali ai 200 dichiarati nella presentazione di lunedì scorso. I posti auto sono quasi raddoppiati. Nelle varie presentazioni, conferenze, dichiarazioni categoriche, uno stillicidio di rinvii dalle vaghe giustificazioni ha via via spostato sempre più in avanti la conclusione dei lavori. Ora si parla di “estate 2013”. Anche se tutti sfoggiano ottimismo, la conclusione si individua con una stagione invece che con una data.
Le dichiarazioni del sindaco negli anni si sono fatte sempre più omnicomprensive, da quelle del 2008 nelle quali dichiarava sarà un’opera della quale usufruiranno i cittadini del centro e i turisti che si recheranno in visita al quartiere Bavarese e al Duomo, con un filino di pomposità ulteriore siamo arrivati a sentire che il parcheggio servirà anche il cimitero e che potremo andare con comodità a fare shopping nel centro storico. E pazienza se di negozi non ce ne sono più molti e i turisti sono diventati più rari degli zibellini.
Allora a chi serve il parcheggio? In mancanza di qualche raro turista, o qualche eroico cliente dei negozi superstiti del centro storico, rimangono i cittadini “normali”. I residenti, che non faranno certo la fila per parcheggiare a pagamento. Da questo punto di vista la fallimentare gestione del parcheggio interrato di piazza Claudio Villa dovrebbe insegnare qualcosa. E quindi come funziona? Ci hanno raccontato che i privati compartecipano alla realizzazione del parcheggio mettendo fior di quattrini, pare di aver capito un milione e mezzo di euro. Saranno filantropi o fanno un buon affare? Crediamo la seconda ipotesi. E se è così, chi li ripaga? La risposta è facile: sempre noi, la collettività. In buona sostanza, la conferenza dell’altro giorno più che presentare il parcheggio avviava la vendita di 35 box. Poi ci sono le cubature dell’ultimo piano, quello che sarà a livello di piazza Valeriano Gatta. Vuoi vedere che pure quelle saranno gestite dalla società che gestirà più in generale tutto il parcheggio? Insomma, assegnazione novantennale dei box (che in pratica significa vendita) e qualche migliaio di metri cubi commerciali e il gioco è fatto. Risultato: avremo un parcheggio piuttosto grande, piuttosto brutto, piuttosto mal collegato e con vie di accesso risibili, che però darà piuttosto soddisfazione agli investitori privati.
Opere utili a pochi, costose per la collettività, non risolutive del problema, brutte da vedere. Ma non era meglio fare un parcheggio un po’ più piccolo, meno impattante e senza tutti questi gravami da pagare ai privati?

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