Il parcheggio al Carpino
Lunedì
26 novembre si è aperta la tentata vendita dei box a piazza Valeriano Gatta
il Sindaco escavatorista nella posa della prima pietra
A ottobre del 2010
a piazza Valeriano Gatta, il sindaco Pasquale Boccia si mise ai comandi di un
grosso escavatore.
Da quel posto di manovra si arrischiò a sollevare la benna e a spostare un po’ di terra: fu quella la cerimonia della posa della prima pietra. Il sindaco si prese anche qualche altro rischio annunciando che il parcheggio sarebbe stato finito all’inizio del 2012 (febbraio 2012 riportava il cartello di cantiere). Nelle interviste di rito dopo la cerimonia seguirono doglianze per i ritardi dovuti a problemi burocratici. A nessuno dei politici intervenuti balzò agli occhi che i problemi emersi in fase progettuale non erano derivati da una generica burocrazia, ma erano conseguenza del luogo prescelto per fare un parcheggio multipiano: una valle scoscesa nel cuore di un centro storico antico. Infatti, il progetto subì vari rimaneggiamenti non solo per l’oggettiva bruttezza del multipiano in cemento armato, ma anche perché l’amministrazione comunale aveva inizialmente “dimenticato” di richiedere qualche permesso, come quello alla Provincia e alla Soprintendenza e aveva dato per scontato l’acquisizione di altri pareri.
Da quel posto di manovra si arrischiò a sollevare la benna e a spostare un po’ di terra: fu quella la cerimonia della posa della prima pietra. Il sindaco si prese anche qualche altro rischio annunciando che il parcheggio sarebbe stato finito all’inizio del 2012 (febbraio 2012 riportava il cartello di cantiere). Nelle interviste di rito dopo la cerimonia seguirono doglianze per i ritardi dovuti a problemi burocratici. A nessuno dei politici intervenuti balzò agli occhi che i problemi emersi in fase progettuale non erano derivati da una generica burocrazia, ma erano conseguenza del luogo prescelto per fare un parcheggio multipiano: una valle scoscesa nel cuore di un centro storico antico. Infatti, il progetto subì vari rimaneggiamenti non solo per l’oggettiva bruttezza del multipiano in cemento armato, ma anche perché l’amministrazione comunale aveva inizialmente “dimenticato” di richiedere qualche permesso, come quello alla Provincia e alla Soprintendenza e aveva dato per scontato l’acquisizione di altri pareri.
Quello che più ci interessa qui, è capire a chi serve questo parcheggio e perché si
fa. Nel turbinio delle cifre si è passati dai 130 posti auto iniziali ai
200 dichiarati nella presentazione di lunedì scorso. I posti auto sono quasi
raddoppiati. Nelle varie presentazioni, conferenze, dichiarazioni categoriche, uno
stillicidio di rinvii dalle vaghe giustificazioni ha via via spostato sempre
più in avanti la conclusione dei lavori. Ora si parla di “estate 2013”. Anche
se tutti sfoggiano ottimismo, la conclusione si individua con una stagione
invece che con una data.
Le dichiarazioni del sindaco negli anni si sono fatte sempre
più omnicomprensive, da quelle del 2008 nelle quali dichiarava sarà un’opera della quale usufruiranno i
cittadini del centro e i turisti che si recheranno in visita al quartiere
Bavarese e al Duomo, con un filino di pomposità ulteriore siamo arrivati a
sentire che il parcheggio servirà anche il cimitero e che potremo andare con
comodità a fare shopping nel centro storico. E pazienza se di negozi non ce ne
sono più molti e i turisti sono diventati più rari degli zibellini.
Allora a chi serve il parcheggio? In mancanza di qualche
raro turista, o qualche eroico cliente dei negozi superstiti del centro
storico, rimangono i cittadini “normali”. I
residenti, che non faranno certo la fila per parcheggiare a pagamento. Da
questo punto di vista la fallimentare gestione del parcheggio interrato di
piazza Claudio Villa dovrebbe insegnare qualcosa. E quindi come funziona? Ci
hanno raccontato che i privati compartecipano alla realizzazione del parcheggio
mettendo fior di quattrini, pare di aver capito un milione e mezzo di euro.
Saranno filantropi o fanno un buon affare? Crediamo la seconda ipotesi. E se è così, chi li ripaga? La risposta
è facile: sempre noi, la collettività. In buona sostanza, la conferenza
dell’altro giorno più che presentare il parcheggio avviava la vendita di 35 box. Poi ci sono le cubature dell’ultimo piano,
quello che sarà a livello di piazza Valeriano Gatta. Vuoi vedere che pure
quelle saranno gestite dalla società che gestirà più in generale tutto il
parcheggio? Insomma, assegnazione novantennale dei box (che in pratica
significa vendita) e qualche migliaio di
metri cubi commerciali e il gioco è fatto. Risultato: avremo un parcheggio
piuttosto grande, piuttosto brutto, piuttosto mal collegato e con vie di
accesso risibili, che però darà piuttosto soddisfazione agli investitori
privati.
Opere
utili a pochi, costose per la collettività, non risolutive del problema, brutte
da vedere. Ma non era meglio fare un
parcheggio un po’ più piccolo, meno impattante e senza tutti questi gravami da
pagare ai privati?
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