martedì 10 dicembre 2013

Primarie Pd, a Rocca stravince Renzi, anche nel quartiere “rosso”. Sfacelo Cuperlo

Anche a Rocca di Papa non c’è stata partita. Matteo Renzi non solo vince ma stravince ottenendo 466 voti, cioè quasi il 71,5%. Dietro si piazza Cuperlo con 115 preferenze (il 17,6%). Chiude Pippo Civati con 71 voti (quasi l’11%). In termini di partecipazione non si può parlare di un risultato eclatante, visto che hanno votato 652 persone (alle primarie del dicembre 2012 erano stati 761).
Matteo Renzi
Nel nostro paese Renzi ha incrementato di molto i voti ottenuti nel 2012 (in quell’occasione ottenne 335 voti - 44%), segno che a pesare è stato anche il malgoverno locale che negli ultimi 12 mesi ha raggiunto livelli impensabili. Infatti, quasi tutta l’amministrazione comunale era schierata a favore di Cuperlo (malgrado qualche tentativo di saltare all’ultimo momento sul carro di Renzi).
La debacle di Cuperlo è palese. L’ex segretario Pd, Bersani, a Rocca di Papa nel 2012 ottenne il 56% dei voti (426 preferenze) mentre oggi Cuperlo si ferma al 17%. Uno sfacelo. Meglio Civati che, seppur poco pubblicizzato, ha superato il 10%.
Gianni Cuperlo
Per quanto riguarda le sezioni, Renzi vince in ogni quartiere roccheggiano, ma soprattutto ai Campi d’Annibale, zona “rossa” per tradizione. Qui il Sindaco di Firenze ha ottenuto quasi il 78% dei voti mentre Cuperlo si è fermato al 15%. Stessa identica cosa al quartiere Vigne (tradizionalmente più vicino ai moderati) con Renzi che ha avuto 164 voti (78,46%) mentre Cuperlo ha avuto addirittura un testa-a-testa con Civati (23 voti per il candidato dalemiano -11%- e 22 per Civati -10,52%).
Pippo Civati
Molto soddisfatto si è detto Giuseppe Calicchia, Renziano da sempre e coordinatore della mozione a Rocca di Papa: “E’ un risultato straordinario che premia il nostro impegno sul territorio. Il nostro gruppo si avvale di una cinquantina di iscritti e li voglio ringraziare tutti per il lavoro fatto, soprattutto Patricia Antolovic e Raffaella Taggi che hanno dato il 100%”.
Un altro risultato per il comitato Renzi di Rocca di Papa è stato il premio per la maggior movimentazione sui social network. Rocca di Papa, infatti, si è piazzata terza in tutt’Italia dimostrando un attivismo via web notevole e che ha dato i suoi frutti.


Risultati Primarie Rocca di Papa 8 dicembre (totale sezioni)

candidato
voti
%
RENZI
466
71,47
CUPERLO
115
17,63
CIVATI
71
10,88

Risultati Primarie Rocca di Papa 8 dicembre CENTRO STORICO

candidato
voti
%
RENZI
135
59,21
CUPERLO
60
26,31
CIVATI
33
14,47

Risultati Primarie Rocca di Papa 8 dicembre CAMPI D’ANNIBALE

candidato
voti
%
RENZI
166
77,57
CUPERLO
32
14,95
CIVATI
16
7,47

Risultati Primarie Rocca di Papa 8 dicembre VIGNE-SACRAMENTO

candidato
voti
%
RENZI
164
78,46
CUPERLO
23
11,00
CIVATI
22
10,52


Risultati Primarie ITALIA

candidato
%
RENZI
68
CUPERLO
18
CIVATI
14

Risultati Primarie REGIONE LAZIO

candidato
%
RENZI
64
CUPERLO
19,5
CIVATI
17

Risultati Primarie PROVINCIA DI ROMA

candidato
%
RENZI
70
CUPERLO
17
CIVATI
16





venerdì 22 novembre 2013

Aumenti a raffica a Rocca di Papa Per la tassa sui rifiuti l’aumento è di circa il 30%. Tarsu, Irpef e Imu… al massimo


“Vado al massimo…” cantava Vasco Rossi qualche anno fa. A questa frase dev’essersi ispirato il Sindaco di Rocca di Papa, visto che quello andato in scena il 21 novembre scorso è stato un Consiglio Comunale all’insegna dell’inasprimento della tassazione locale, con le aliquote portate praticamente al massimo consentito. L’amministrazione guidata da Boccia, infatti, ha approvato una raffica di aumenti, Imu-Irpef-Tarsu, un terzetto che peserà nelle tasche dei contribuenti roccheggiani per alcune centinaia di euro l’anno in più. Per quanto riguarda l’Imu, la tassa sugli immobili (in attesa che il governo sciolga definitivamente il nodo dell’Imu sì-Imu no), il Comune di Rocca di Papa ci è andato pesante decidendo di alzare ancora l’aliquota sulle seconde case.
Anche l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) fa un balzo in avanti passando dallo 0,7 allo 0,8 percento (il massimo consentito dallo Stato). Ciò significa un ulteriore prelievo di oltre 60 euro l’anno che dalle buste paga vanno direttamente nelle casse comunali, senza che i cittadini neanche se ne accorgano. Ancora una volta, gli amministratori hanno deciso di andare a prendere i soldi dove non possono essere evasi, cioè dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Diceva il grande Ettore Petrolini: “I soldi li vanno a prendere dove ci sono, cioè tra i poveri: ne hanno pochi fa sono tanti”.
Infine la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, viene caricata di un altro 30% (20% per la casse disastrate del Comune e un altro 10% per quelle dello Stato). Aumento del 30% che si va ad aggiungere a quelli già decisi negli anni scorsi dall’amministrazione comunale impegnata ormai in un solo grande compito: come raccogliere soldi, soldi e soldi dai suoi cittadini.
L’approvazione di questi aumenti è avvenuta in modo silenzioso da parte della Giunta, senza neanche cercare di discuterne con i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa, le associazioni e i cittadini. Una decisione a senso unico che penalizzerà ulteriormente chi le tasse le ha sempre pagate.
E sul fronte dell’evasione? Nessuna notizia. L’Assessore al Bilancio, Querini, si è limitato a confermare che per quanto riguarda la Tarsu, per esempio, l’evasione tocca quota 20% sul totale che, in soldoni, significa che circa 600-700 mila euro mancano all’appello. Quale soluzione? Semplice, farli pagare a quelli che la tassa l’hanno sempre versata.
Se il primo cittadino Pasquale Boccia voleva passare alla storia c’è sicuramente riuscito: sarà ricordato come “il Sindaco del… vado al massimo”.


Tuscolo prevale la legalità. Ordinata la demolizione di edifici abusivi

A leggere l’ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi del Comune di Grottaferrata, quasi non ci si crede: l’amministrazione “Ordina e ingiunge” la demolizione delle opere realizzate abusivamente dalla società Fonteia, ai piedi del Tuscolo. Si tratta di tre edifici e una vasca di accumulo delle acque piovane costruiti – secondo i proprietari – per uso agricolo. I tecnici comunali hanno invece accertato che si tratta di tutt’altra cosa, che non c’entra niente con l’agricoltura: edifici residenziali (in pratica tre ville) e una bella piscina. C’è poi tutto un corollario di altre irregolarità e difformità, che vanno dall’aumento di cubature alle sistemazione esterne.
L’indagine è scaturita da una segnalazione delle associazioni Il Segno, U Lengheru neru e Italia Nostra fatta alle autorità e proseguita con articoli sui giornali e video sui blog. Memorabile il video nel quale due persone nuotano beatamente nella piscina/vasca di accumulo. Quella stessa piscina, esibita sfacciatamente prima, è stata nascosta con grossolani espedienti al momento dei sopralluoghi dei tecnici, mettendoci sopra erba sintetica. Una comica!

L’ordinanza del Comune afferma quel principio di legalità spesso invocato da tanti cittadini, ma è anche una vittoria per la pubblica amministrazione, che questa volta ha assunto un ruolo attivo ed efficace a sostegno delle tesi delle associazioni che avevano denunciato l’abuso, in difesa del paesaggio.

venerdì 15 novembre 2013

Affari & Bugie


Il Consiglio Comunale del 29 agosto scorso approvò un progetto che prevedeva una demolizione e ricostruzione per diverse migliaia di metri cubi, per dei capannoni che, secondo la presentazione dell’assessore all’urbanistica Silvia Sciamplicotti, erano stati condonati. Un nostro redattore fece un semplice controllo ed è risultato che i capannoni in questione (della società Edilmostra Galli S.r.l.) non esistevano prima del 1995 e quindi non potevano essere condonati 10 anni prima, come asserito. Il nostro articolo ha prodotto un fiorire di posizioni critiche, che hanno portato a una richiesta di riesame al Consiglio Comunale, da parte del Consigliere Danilo Romei e da parte del Movimento per Rocca di Papa insieme a uno dei circoli di Sinistra Ecologia e Libertà.
Recentemente siamo venuti a conoscenza di un’altra pratica edilizia che, nelle caratteristiche enunciate, appariva del tutto simile a quella di cui sopra, e che quindi ha destato la nostra curiosità. Si tratta del condono edilizio relativo alla proprietà Bruno Carnevali su via dei Laghi, sempre nel Comune di Rocca di Papa. Sarà la coincidenza, sarà la sfortuna (fate voi) ma ci siamo trovati davanti a un caso praticamente identico al primo. Tralasciando dati di dettaglio e specifiche tecniche, quello che salta agli occhi è che anche qui gli immobili condonati dal Comune – secondo le dichiarazioni dei proprietari, controfirmate dai tecnici incaricati e sottoscritte infine da quelli dell’amministrazione comunale – risalirebbero a epoche molto lontane. È stato infatti utilizzato il condono della legge n. 47 del 1985 che prevedeva la sanatoria per gli abusi realizzati entro l’ottobre del 1983.
Così, con un semplice controllo delle aerofoto, passate e recenti, è stato possibile constatare che gli edifici condonati non esistevano prima del 2002 (e più esattamente risultano costruiti tra il 5 aprile e il 29 giugno del 2002), cioè 19 anni dopo il limite imposto dalla legge. Un particolare a dir poco imbarazzante e che rende evidente come, al contrario di quanto è stato fatto, non sarebbe stato possibile condonare proprio niente, per il semplice fatto che al momento della domanda di condono quegli edifici non esistevano.
Nel 1987 (fonte: il vigente Piano Regolatore di Rocca di Papa) si vede che la costruzione esistente è piuttosto corta, mentre successivamente, entro il 1998, l’edificio appare molto più lungo. Già questo elemento da solo evidenzia un abuso. L’aerofotogrammetria del 2002 (volo aereo del 2002 e restituzione del 2005, cioè quando è stata disegnata sulla base del volo aereo del 2002) è un documento della Regione Lazio e qui si vede che nel 2002 esisteva un solo volume.
Per battuta si potrebbe dire che i proprietari erano dei preveggenti che sapevano quello che sarebbe successo qualche anno dopo! I tecnici che hanno presentato la pratica (per conto della proprietà), quando sono andati sul posto per prendere le misure dell’immobile, che cosa hanno misurato? Degli edifici fantasma? E i tecnici del Comune, che avrebbero dovuto verificare il tutto, non hanno constatato che l’immobile non esisteva? Possibile poi che negli anni successivi nessuno si è accorto che qualcuno stava costruendo abusivamente degli edifici artigianali ai margini di via dei Laghi?
Tutti interrogativi che, formulati da un giornale, forse possono creare al massimo un qualche imbarazzo ai nostri amministratori comunali ma, ne siamo convinti, se ripresi e approfonditi potranno chiarire se la vicenda scaturisca da una sequenza di errori o da qualcosa di diverso.

mercoledì 6 novembre 2013

La funicolare di Rocca di Papa

Martedì 29 ottobre, in una magnifica mattinata dell’ottobrata romana, a Rocca di Papa c’è stata la posa della prima pietra della funicolare. Con elmetto e cazzuola in mano c’erano il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco Pasquale Boccia.
Nel piazzale della funicolare c’erano molte persone: i bambini delle scuole elementari che hanno recitato delle poesie sulla funicolare, la banda degli Screpanti, che ha intonato le note delle più classiche melodie romanesche e molti politici e amministratori. Il clima era quello di una festa, un po’ da strapaese.
Il sindaco ha parlato con molta enfasi della funicolare, del progetto, degli obiettivi. Il presidente Zingaretti da parte sua ha preso l’impegno di portare a termine il cantiere nei tempi dovuti. Tutto bene quindi? Sì per quanto riguarda gli impegni, no per quanto riguarda gli obiettivi.
Il costo del progetto pare si aggiri intorno ai sei milioni di euro (qualche anno fa si parlava di quattro), una cifra considerevole che servirebbe non solo per un migliore collegamento con Roma, ma anche per il turismo – secondo il sindaco. Ha infatti parlato di stranieri che già ora vengono a Rocca di Papa. Su questo tema il comportamento dell’amministrazione comunale appare schizofrenico, visto lo stato di abbandono nel quale versa il centro storico. Gli eventuali turisti (che, detto per inciso, ora passano a Rocca sugli autobus, senza fermarsi) che potrebbero vedere? Il centro storico per ora è impresentabile, delle tante emergenze archeologiche o paesaggistiche che punteggiano il territorio, quasi nessuna è raggiungibile, segnalata e visitabile come dovrebbe. Forse ci vorrebbe un progetto pure per il turismo, ma nessuno lo ha menzionato.
Più in generale, il progetto, se realizzato nei tempi dovuti, potrebbe rappresentare un miglioramento, nonostante la necessità di usare ben tre mezzi per arrivare a Roma (funicolare, autobus e metro). Si evidenzia però, una mancata gerarchia delle necessità pubbliche: si spendono sei milioni di euro per un miglioramento dei trasporti, senza parlare delle condizioni degli autobus e della continua soppressione delle corse, ma si tralasciano altri problemi fondamentali, a cominciare dall’inquinamento elettromagnetico dovuto alle antenne di Monte Cavo, che dopo ogni elezione pare finire nel dimenticatoio.
A onor del vero, in piazza, a lato della festa per la funicolare, c’era il comitato di quartiere del centro storico che ha sollevato il problema delle antenne. Con alcuni cartelli hanno richiamato l’attenzione di Zingaretti (ma non quella del sindaco) che a margine della manifestazione della posa della prima pietra ha parlato qualche minuto con i manifestanti, i quali erano stati tenuti fuori dalla piazza.
Infine una supplica, da ascrivere alla decenza politica: abolire le cerimonie delle inaugurazioni preventive, della posa della prima pietra, dei festeggiamenti per l’avvio dei cantieri. Al massimo si può tollerare l’inaugurazione di un’opera finita e funzionante.
Roberto Sinibaldi

sabato 19 ottobre 2013

Intervista al Commissario del Parco dei Castelli Romani Sandro Caracci



Intervista al Commissario del Parco
Il direttore del Segno, Andrea Sebastianelli, giovedì 17 ottobre ha intervistato il Commissario Straordinario del Parco dei Castelli Romani, Sandro Caracci. Caracci è stato già presidente del Parco dal 1995 al 2002, per sette anni. Da allora, come dichiara, si è interessato poco delle questioni inerenti il Parco, ma dal momento della sua nomina, avvenuta nei primi giorni di agosto, le aspettative sono cresciute e molti ora attendono quei risultati che la gestione Orciuoli (il precedente commissario nominato dall’allora presidente della Regione Lazio Polverini) non ha saputo (o voluto) dare. In poco più di mezz’ora di colloquio, il Commissario ha toccato molti dei temi che in queste settimane sono stati al centro del dibattito: lo scarso funzionamento del Parco, la mancanza di trasparenza sugli atti amministrativi, gli obiettivi della programmazione, tra cui il piano di assetto, e il controllo del territorio.
Il Commissario è apparso assai prudente e, su alcune questioni concrete (la fantomatica piscina del Tuscolo e gli 80mila metri cubi di nuove costruzioni a Rocca Priora, autorizzati dal Parco nel 2011, per citare solo i casi più eclatanti) non ha voluto assumere una presa di posizione chiara ed univoca. Un comportamento prudente, in genere, è sintomo di ponderata riflessione, in questo caso ci pare dettato più da una forma di difesa. Il refrain del Commissario è stato che “Deve leggere le carte” e che “Non si farà tirare la giacchetta da nessuno! Né dai sindaci, né dalle associazioni”.
Lo stesso Commissario conferma implicitamente che il Parco ha lasciato senza risposta, prima della sua nomina, alcune centinaia di nulla osta, che sono diventati tutti favorevoli per silenzio-assenso. Ora si tratterà di capire, nel dettaglio, che cosa nascondono e di che cosa si tratta.
Oltre a queste ombre, che incombono sul nuovo corso del Parco, esistono anche elementi che fanno ben sperare, come le dichiarazioni sulla totale trasparenza che vorrà assumere l’Ente rispetto alle proprie azioni, o ai traguardi previsti circa il piano di assetto.
La richiesta di Caracci, in definitiva, è quella di dargli tempo. Noi non siamo i giudici di nessuno, constatiamo solo i fatti. La richiesta ci pare legittima e quindi assumiamo la disponibilità del Commissario ad un nuovo incontro, magari tra un paio di mesi, come un nostro impegno, affinché illustri quanto attuato e dia quelle risposte che nell’intervista che presentiamo, e che vi consigliamo di vedere, non ha dato.

venerdì 11 ottobre 2013

Se 80mila metri cubi vi sembran pochi. Il deputato Filiberto Zaratti denuncia l’accaduto

Il caso riguarda il Parco Regionale dei Castelli Romani, è scoppiato all’inizio di ottobre, ma risale al 2011. Di cosa si tratta? Di un Nulla Osta, i permessi rilasciati dal Parco finalizzati a nuove costruzioni.
Nel 2008 il Parco aveva detto no a una richiesta per una nuova casa di riposo di 80.000 metri cubi (equivalenti ad almeno un’ottantina di villette di 300 metri quadri, per un valore stimato di alcune decine di milioni di euro) su terreno agricolo nel comune di Rocca Priora, località Valle Moretta, ai confini con la frazione del Vivaro. Le ragioni del no erano che le aree agricole sono sì edificabili, ma solo per fini agricoli. A distanza di tre anni viene riproposto il progetto, a quanto sembra senza variazioni. La cosa sconcertante, leggendo le carte, è che dalle medesime premesse si arrivi a un parere opposto. Lo zelante direttore del Parco dell’epoca è lo stesso che nel settembre 2011 rinunciò, con lettera formale, a quasi due milioni di euro di finanziamenti europei. Con questi fondi erano in programma il recupero e la riutilizzazione per fini turistici di alcuni strutture di Rocca di Papa, rimaste purtroppo dei ruderi, come per esempio il Casale dei Guardiani a Grotticelle.
“L’aspetto che più sconcerta è che a distanza di qualche anno ritornino progetti che sembravano definitivamente archiviati, per la loro improponibilità – sostiene Zaratti – il neo commissario del Parco è a conoscenza del problema e siamo certi che interverrà. Sullo sfondo rimane l’inquietante possibilità che l’Ente, negli ultimi tre anni della gestione Polverini, abbia completamente abbandonato ogni prerogativa di controllo, lasciando maturare centinaia di Nulla osta per silenzio-assenso. Come dire che il Parco chiude le richieste dentro un cassetto e rinuncia alle sue funzioni di verifica, che oltre ad essere obbligatorie per legge, sono una delle sue prerogative istituzionali.”

Un parco così, a leggere la lettera aperta qui accanto, non sembra che piaccia a molti e non serve ai cittadini, ai costruttori forse sì.

martedì 8 ottobre 2013

Sarà una piscina?

È lunga quasi venti metri e larga poco meno di dieci, è profonda un metro da una parte e poi sempre di più dall’altra, è rivestita di cangianti maioliche celesti, che danno all’acqua contenuta delle magnifiche sfumature verde smeraldo, i bordi sono praticabili e c’è una sdraio, al centro un materassino che galleggia, da un lato c’è una gradonata che pian piano si immerge nell’acqua. Che sarà mai questo oggetto misterioso? Anche senza vederlo, magari qualcuno ha indovinato. Non così i vigili urbani e i tecnici del Comune di Grottaferrata preposti ai controlli. Eh, sì; bisogna proprio dirlo: questi tecnici sono pieni di fantasia. Un oscuro funzionario del comune di Grottaferrata, in un recente documento ufficiale, sembra abbia scritto alla Regione Lazio per capire se si tratti di una vasca a cielo aperto o di qualche altra cosa. Eppure l’ufficio tecnico comunale dovrebbe avere sull’argomento una copiosa documentazione fotografica! Ma evidentemente quest’oggetto è talmente misterioso da necessitare un’autorità professionalmente più preparata.
Con una forza comica degna del miglior Totò, i tecnici mettono in dubbio le proprie affermazioni (non sono convinti che sia proprio una vasca a cielo aperto) e pudicamente si chiedono se per caso la vasca non sia una piscina. Le foto sono di un’evidenza talmente schiacciante, che l’estensore della grottesca relazione si deve essere vergognato un po’. Dichiarano con sprezzo del ridicolo che la piscina al momento del sopralluogo era ultimata. Ma guarda un po’ il caso. Tecnici comunali e vigili urbani di Grottaferrata non ne sapevano niente; dei guardiaparco dei Castelli Romani neanche a parlarne. Nessun l’aveva notata prima, eppure è proprio sulla strada.
Nelle foto della “vasca a cielo aperto” che stanno sui giornali (sui giornali!) si vedono due persone, un uomo e una donna, che fanno il bagno, lei su un materassino gonfiabile che galleggia sull’acqua. Magnifico: sembra un resort esclusivo, di quelli con appartamentini panoramici e invece è una modesta azienda agricola, dicono i documenti. Di agricolo non produce niente, ma le piscine crescono bene.
Ora però siamo addirittura alla farsa. Può un privato cittadino, nonché imprenditore, prendersi gioco in modo tanto plateale delle istituzioni? Sì, perché da qualche settimana alcuni operai stanno cercando di trasformare, dal punto di vista visivo, la piscina in una vasca di accumulo. Un bel “prato pronto” (quello che si compra a strisce) ha coperto i bordi della vasca e la nuova scenografia è terminata. Tutto a posto quindi? Noi crediamo di no… perché resta da vedere se Comune, Regione Lazio, Parco dei Castelli Romani, Polizia e Carabinieri sono disposti a farsi prendere in giro in modo tanto sfacciato!
Vasca vera
Vasca farlocca
Comunque crediamo di fare cosa gradita (soprattutto all’Ufficio tecnico di Grottaferrata) pubblicando la fotografia di una vasca d’accumulo (vera!) relativa a un invaso impermeabilizzato in fase di riempimento usato per la raccolta dell'acqua piovana da riutilizzare nell'irrigazione di un fondo nei pressi di Cesena. A fianco, invece, le foto di una vasca farlocca. Qualcuno, a questo punto, ci dirà che a Grottaferrata (cittadina esclusiva per antonomasia) anche le vasche d’accumulo di acqua piovana hanno un loro stile inconfondibile. Però, per evitare facili fraintendimenti, invitiamo i proprietari della neonata azienda agricola, ad apporre un cartello chiarendo che si tratta di una vasca d’accumulo e non di una piscina, visto che – come detto – recentemente qualche ignaro turista (entrato sicuramente di nascosto) ha pensato bene di fare il bagno proprio in quella vasca. Non foss’altro per tutelare la salute pubblica.




sabato 5 ottobre 2013

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, il cui oggetto è “inattività del Parco dei Castelli Romani”


Sandro Caracci
Commissario Straordinario del
Parco Regionale dei
Castelli Romani

p. c. Nicola Zingaretti
Presidente della Regione Lazio

Fabio Refrigeri
Assessore all’ambiente della
Regione Lazio

LETTERA APERTA

Oggetto: inattività del Parco dei Castelli Romani

Egregio Commissario,
duole dover sottoporre alla sua attenzione missive di questo tenore, ma siamo rimasti assai sconcertati nel constatare che dopo il vero e proprio blocco delle attività, che negli ultimi tre anni di Commissariamento del centro destra hanno caratterizzato il Parco dei Castelli, con il suo insediamento non si sia intravisto l’atteso e sostanziale cambiamento che in molti attendevamo.
Il Parco si presenta come un fortilizio chiuso e poco trasparente, con scarsi e datati documenti pubblicati sul suo sito internet, che rendono praticamente impossibile conoscere il suo operato.
Gli aspetti più delicati, che riguardano la gestione territoriale, dai nulla osta per interventi edificatori o di taglio bosco, ai controlli che dovrebbero essere espletati dai guardiaparco, sono del tutto privi di efficacia. Notizie recenti, riportate dai giornali, a proposito di una presunta piscina abusiva sotto al Tuscolo – per esempio – evidenziano tutta l’inefficacia dell’azione del Parco, che neppure si degna di dare risposte ai cittadini. Per quanto riguarda i nulla osta, per l’ignavia amministrativa la situazione appare ancora più inquietante, visto che si parla insistentemente di centinaia di autorizzazioni che avrebbero maturato un parere favorevole per silenzio-assenso. Un meccanismo che da solo denuncia in maniera manifesta la completa inazione dell’Ente e delle persone che dovrebbero dirigerlo. Un atteggiamento di totale passività che ha effetti devastanti sul territorio, sul quale potrebbero essere riversati decine, o centinaia di migliaia di metri cubi, senza la preventiva azione di controllo, alla quale il parco è specificamente preposto e obbligato per legge.
Voci si rincorrono anche per una presunta deroga per la navigazione, con grossi motoscafi adatti allo sci nautico, nel lago Albano, che detto per inciso è un lago tutelato da ben due Direttive europee, che impediscono attività così impattanti.
Per il Piano di assetto non si scorgono novità. Al di là dei proclami di rito non è stata fatta alcuna azione sostanziale. Questo non lascia ben sperare per uno strumento che è essenziale per il nostro territorio; peraltro il nuovo Piano esplica già a pieno titolo i suoi effetti, anche se solo adottato.
In buona sostanza, i segnali che si percepiscono rispetto alle attività del Parco appaiono contraddittori e scarsamente indirizzati ad azioni di trasparenza e tutela ambientale. Un Parco così, che esprime positività solo con le visite guidate (il cui programma è stato finalmente ripreso dopo tre lunghi anni di inspiegabile scomparsa) e poco altro, non ci piace. Non può piacerci. È l’esatto contrario di quello per cui ci siamo battuti per anni.
La tutela ambientale è il primo obiettivo di un Parco. Non esercitarla o considerarla secondaria rispetto all’edilizia, alle nuove costruzioni, alle infrastrutture, o più in generale alle pretese di chi considera lo sviluppo solo in termini di continua e totale trasformazione degli ambienti naturali, non solo è sbagliato, ma controproducente dal punto di vista economico e ambientale.
Denunciamo quindi una mancanza di azione, che rende il Parco una specie di foglia di fico per una politica inadeguata e parassitaria. Al contrario vorremmo un progetto di generalizzato rilancio del Parco, con azioni di tutela, salvaguardia e valorizzazione. È chiedere troppo? Noi diciamo che si può fare!


4 ottobre 2013


Giancarlo Trombetta Vice presidente uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Franco Medici Consigliere uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Gianfranco Brunetti ex Sindaco di Rocca di Papa
Maria Pia Consoli Italia Nostra Castelli Romani
Enrico Del Vescovo Italia Nostra Castelli Romani
Emanuele Loret Italia Nostra Castelli Romani
Andrea Sebastianelli Associazione culturale Il Piccolo Segno di Rocca di Papa
Luigi Fortini Associazione culturale Il Piccolo Segno di Grottaferrata
Angelo D’Ottavi Associazione U Lengheru Neru di Grottaferrata
Vairo Canterani Associazione Picchio Rosso di Nemi
Carlo Testana Associazione Picchio Rosso di Nemi
Corrado Bisini Associazione La Spinosa di Velletri
Andrea Tupac Mollica Antropologo - Ariccia
Luca Nardi Associazione Salviamo i Castelli Romani
Aldo Morana Consigliere uscente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini

Politici senza argomenti

Non è raro sorprendere politici nostrani ad attardarsi a criticare il nostro giornale con argomenti che nulla hanno a che vedere con la sostanza di quanto scriviamo. Preferiscono parlare di caratteristiche o situazioni personali degli articolisti, pensano di allontanare così l’attenzione dagli argomenti trattati e alleggerire il peso delle loro responsabilità di Amministratori. Farebbero meglio a dedicarsi con più attenzione, serietà, amore ( e disinteresse personale ) al compito che si sono scelti candidandosi a governare la comunità e ascoltare Papa Francesco “Prima di chiacchierare mordetevi la lingua”.
Danno l’impressione di galleggiare in un ruolo per il quale non sono preparati. Le decisioni su tariffa mensa scolastica e sezione scuola materna comunale “rivisitate” dopo le dure proteste delle famiglie e “l’ipotesi di ricorsi sulla legittimità di alcune delibere o denunce alla Corte dei Conti”, dimostrano superficialità o cattiva coscienza. Sono fatti che non infondono alcuna fiducia nei confronti della Pubblica Amministrazione.
La crisi politico-economica non consente più pressappochismi nelle decisioni e il metodo dei favoritismi per i clan al potere (si racconta di contatti con alcuni contestatori per soluzioni ad personam). Tutto ciò, ora che tante famiglie sono praticamente sul lastrico, non viene sicuramente più vissuto come ineluttabile ma è decisamente rifiutato.
Non vi resta che prenderne atto, cari eletti e incaricati dagli eletti: vi dovete rassegnare a fare bene il vostro lavoro. Il nostro giornale, che per le vostre “debolezze” è dovuto diventare “una sentinella per la legalità” potrebbe allora dedicarsi ad altri argomenti che, a noi per primi, interessano di più.
Sarebbe una fortuna per tutti, soprattutto per voi.
Sergio Rasetti

giovedì 26 settembre 2013

Questione mensa. Messa all’angolo dai genitori, la Giunta Boccia apre un leggero spiraglio

Messa all’angolo dai genitori, dopo l’aumento del costo della mensa scolastica, la Giunta Boccia ha fatto un primo passo indietro anche se la vicenda non può ancora ritenersi chiusa. In  un comunicato stampa, infatti, il primo cittadino di Rocca di Papa ha informato il “Comitato dei Genitori” che l’amministrazione “sta lavorando per reperire le risorse necessarie che consentano l’abbattimento delle tariffe”. La partita, però, resta aperta visto che il Sindaco, nello stesso comunicato, si è limitato a promettere che “non appena individuato l’ammontare di dette risorse, sarà cura dell’Amministrazione Comunale confrontarsi con le rappresentanze dei genitori e, di conseguenza, comunicare formalmente le nuove tariffe”.
Stando ad alcune voci circolate ieri dopo l’incontro tra Comune, rappresentanti dei genitori e “Bioristoro” (la società affidataria del servizio), sembra che il costo di ogni pasto sarà scontato di 54 cent. di euro, portando quindi la tariffa a 4 euro (lo scorso anno era di 2,94 euro). Alcuni genitori si sono comunque mostrati perplessi mentre in queste ore l’amministrazione starebbe valutando varie possibilità per recuperare la cifra prevista che, pubblicamente, non è stata ancora quantificata. C’è chi dice che i soldi arriveranno dal taglio del servizio scuolabus verso il vicino comune di Genzano, chi invece si dice certo che i fondi arriveranno dal recupero della Tarsu e di altre tasse di tipo locale. Insomma, a regnare è ancora l’incertezza, anche perché i genitori, uniti come non mai di fronte al muro innalzato dall’amministrazione comunale, non sembrano intenzionati a indietreggiare, anzi… hanno alzato il tono della protesta che, in pochi giorni, ha portato a manifestazioni e proteste che hanno coinvolto l’intera cittadinanza per contrastare quello che appariva come un vero e proprio sopruso consumato ai danni dei bambini.

L’altro fatto che ha accelerato la vicenda è stato l’intervento di Carabinieri e Asl dopo che alcuni bambini avevano notato delle tarme in alcune pietanze servite provocando la reazione degli stessi genitori che, poco dopo, distribuivano un volantino dai toni molto duri annunciando la decisione di “ritirare i nostri figli dalla mensa” dando poi risalto, un po’ ironicamente, anche al primo giorno di mensa caratterizzato da “piatti che camminano da soli”, riferimento alle tarme oggetto dell’intervento delle autorità. Ora si è in attesa di conoscere la data del Consiglio Comunale con carattere d’urgenza, chiesto dai Consiglieri d’opposizione Crestini, Romei, Fondi e Gatta, che già si preannuncia molto caldo vista l’annunciata partecipazione dell’intero “Comitato Genitori”.

 

giovedì 19 settembre 2013

Pubblicati i video integrali del Consiglio Comunale del 29 agosto

Anche se il linguaggio è un po’ oscuro, sono trattati argomenti tecnici e i tempi sono molto lunghi, ognuno si può fare un’idea precisa di chi ci governa e di come vengono prese le decisioni che riguardano il nostro Comune.
Negli articoli a lato sono analizzate alcune delle scelte più importanti del Consiglio Comunale, mentre nei video integrali si può verificare l’andamento completo dei lavori e le posizioni di ogni singolo consigliere, assessore e del sindaco.

Copia dei video è stata fornita all’Amministrazione Comunale.

La bellezza del paesaggio

Il Segno organizza un ciclo di visite nei Castelli Romani. Gli appuntamenti per il prossimo autunno sono tre: le ultime domeniche di settembre, ottobre e novembre. La partecipazione è libera.
Le acque, i boschi, il paesaggio: il più indifeso e immateriale dei nostri beni, non può essere tutelato se non è conosciuto e frequentato.
Il territorio è di tutti e partecipare alle nostre visite guidate è uno dei modi per difenderlo.
Passeggiare nella natura e conoscere i luoghi dove viviamo, ci aiuta a proteggerli e a valorizzarli. Una promozione culturale di questo tipo ci può far riscoprire una morale ecologica fondata sul rispetto della natura.

Camminare nel bosco, in luoghi affascinanti e ricchi di storia, significa ritrovare il piacere di una passeggiata domenicale con persone che condividono lo stesso stile di vita, fatto di cose semplici e profonde.

SCARICA IL PROGRAMMA

Genitori arrabbiati e il Sindaco si dilegua

L’amministrazione Boccia conferma gli aumenti per la mensa scolastica
Il Comune ha firmato un contratto che prevede circa 100mila pasti. E ora?

di Andrea Sebastianelli
Circa un anno fa la Giunta Boccia affiggeva dei manifestini in tutto il paese per far sapere ai cittadini che Rocca di Papa applicava le tariffe per i servizi più basse dei Castelli Romani proprio per agevolare le famiglie in un momento di crisi generale. Oggi questa “politica di attenzione”, dopo il taglio del servizio scuolabus che è stato riversato sul trasporto pubblico locale, è franata a causa del forte aumento del costo della mensa scolastica che in media peserà in più ogni anno, su ogni famiglia, per circa 300 euro (una famiglia con tre bambini in età scolare arriverebbe a pagare quasi 4mila euro l’anno solo per la mensa!).
Il 17 settembre scorso una settantina di genitori ha occupato di nuovo la sala consiliare di Corso Costituente per incontrare l’amministrazione comunale la quale, invece di affrontarli a viso aperto, ha preferito ricevere nell’ufficio del Sindaco solo una delegazione ma alla fine poco è cambiato rispetto alla delibera di Giunta del 9 luglio che decideva di portare il costo di ogni singolo pasto da 2,94 a 4,54 euro (a cui va aggiunto l’aumento Istat), venendo meno la compartecipazione comunale, e diventando quindi a totale a carico delle famiglie. Il Comune si è limitato a proporre la creazione di una sorta di “osservatorio” con la Bioristoro, la società che gestisce il servizio della mensa scolastica, al fine di ottenere qualche sconto sul costo unitario del ticket giornaliero. Dopo quasi un’ora e mezza, alcuni genitori, non ricevendo alcun tipo di informazione, decidevano di recarsi presso l’ufficio del primo cittadino il quale, un po’ furtivamente, preferiva invece prendere l’ascensore in tutta fretta scortato dalla polizia locale e lasciare la sede municipale. All’uscita, grida e urla di alcuni genitori con un rapido scambio di battute, ma in pochi minuti Boccia si dileguava con la panda dei Vigili.
Subito dopo i genitori, sempre più arrabbiati, hanno continuato la loro assemblea e nessun amministratore ha osato presentarsi per spiegare le ragioni degli aumenti. L’unico politico presente, il Consigliere d’opposizione Emanuele Crestini, informava i presenti sull’esito della proposta della Giunta comunale che ai più appariva solo un tentativo improvvisato di prendere tempo per far sbollire rabbia e delusione.
Lo stesso Crestini, poi, informava i presenti che nel contratto sottoscritto tra Comune e Bioristoro l’amministrazione si è impegnata a garantire circa 100mila pasti per tutta la durata dell’anno scolastico, per un costo di circa 430mila euro. Ecco quindi il dubbio che ha assalito i genitori: se tali pasti non saranno effettuati, come previsto nel contratto, che succede? Il timore è che il Comune potrebbe trovarsi nella condizione di dover pagare una penale versando il corrispettivo dei pasti mancati. Per il momento questo è solo un dubbio in attesa di conferme o smentite. Certo è che la Bioristoro, di fronte a uno scenario di questo tipo, si rifarebbe immediatamente sul Comune per i pasti da quest’ultimo garantiti contrattualmente.
E allora potrebbe verificarsi un paradosso: l’amministrazione, per non accollarsi la compartecipazione del costo della mensa, potrebbe trovarsi nella circostanza di versare oltre 400mila. E l’arma che i genitori potrebbero ora adottare potrebbe essere proprio quella di non iscrivere i propri figli alla mensa così da mettere l’amministrazione Boccia con le spalle al muro.
Appare chiaro a questo punto che il Comune continua a non avere più soldi in cassa e ogni spesa, anche la più “scontata”, diventa un problema insormontabile a causa di una gestione delle risorse pubbliche a dir poco fallimentare (opere pubbliche, gestione dei boschi, servizi, ecc.). Ma che questo fallimento lo debbano pagare i bambini attraverso il loro pasto quotidiano è l’aspetto più vergognoso dell’intera vicenda.


giovedì 12 settembre 2013

Sull’accordo pesa il mancato pagamento della Tarsu. Ma per il Comune va bene così

Firmata la nuova convenzione per il parco la Pompa 
di Andrea Sebastianelli
“Poteri forti” è un’espressione usata molto spesso in Italia, per indicare qualcuno o qualcosa che muove i fili delle decisioni politiche. Un’espressione chiara ma sempre molto vaga. A Rocca di Papa, finalmente, abbiamo potuto dare ai “poteri forti” un nome, anzi due: Galli e Polentone (quest’ultimo è un soprannome). Infatti, nel Consiglio Comunale del 29 agosto scorso, la politica si è completamente inchinata agli interessi di questi due potentati locali. Della “vicenda Galli” ne parla abbondantemente Roberto Sinibaldi (nel paginone interno del giornale) portando alla luce aspetti poco chiari (anzi... chiarissimi), mentre a me tocca approfondire l’altra vicenda, quella legata alla nuova convenzione per la gestione del Parco Comunale dei Campi d’Annibale (la Pompa).
La convenzione del 2000
Cominciamo dall’inizio, quando nel dicembre del 2000 il Comune approva la convenzione-transazione per la gestione del Parco a favore dei signori Fondi (fino al 1° gennaio del 2017), che andava a sostituire quella precedentemente firmata con i gestori “storici” del parco (Gianfranco Gatta, Mascarò), i quali, purtroppo per loro, non possono essere annoverati nella categoria dei “potenti”. L’accordo venne presentato per scongiurare un contenzioso. Contenzioso che, a rilegger le carte dell’epoca, poteva essere evitato subito, mettendo a posto i documenti con un passaggio in Consiglio comunale. Si preferì un accordo, che produsse un affidamento diretto (senza gara pubblica) per la gestione del parco e soprattutto di un chiosco bar-pizzeria, appositamente realizzato nel parco di proprietà comunale. La convenzione del 2000 venne sottoscritta dopo una lunga causa civile che vide contrapposti signori Fondi e Comune per la proprietà di una parte dei terreni costituenti il parco. Con tale firma i terreni contestati passarono al Comune il quale, in cambio, concedeva ai signori Fondi “l’appezzamento di terreno sito in località Costarelle della superficie di mq 12.009” (si tratta di un’area posta sulla strada che dai Campi d’Annibale conduce a Monte Cavo). Ma qui sorgeva un problema. Questo terreno è gravato da usi civici ed era quindi “inalienabile ed indisponibile senza l’autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste”. Resta un piccolo aspetto da chiarire: sull’area denominata Costarelle (sorprende che nessun Consigliere della maggioranza abbia posto la questione) da anni sono presenti dei tralicci (ponti-radio) che dovrebbero pagare un affitto. Senza tener conto che qualche anno fa si collocò in quell’area anche il traliccio di Radio Latte Miele non certo a titolo gratuito. Quei soldi da chi sono stati incassati? Dal Comune? Dai signori Fondi? O da qualcun altro? Visto che l’accordo iniziale tra Comune e privati sarebbe stato viziato proprio dalla presenza di usi civici alle Costarelle, è spontaneo domandare a che titolo sono stati eventualmente percepiti quei soldi.
La nuova convenzione

Ma veniamo a oggi, alla decisione del Comune di approvare un nuovo accordo malgrado la scadenza di quello precedente fosse fissata al 2017. Facciamo un piccolo passo indietro: nel 2012 gli affidatari fanno domanda di agibilità dei locali del bar, come a dire che fino ad allora il bar era sostanzialmente abusivo. E come è stato possibile se stava su un terreno di proprietà comunale e oggetto addirittura di una convenzione? Forse perché nessuno ha controllato? Forse perché chi ha controllato ha fatto finta di niente? Non lo sappiamo. Ma è certo che la convenzione non è stata rispettata. E che fa il Comune a questo punto? Invece di rescindere il contratto riprendendosi le aree di sua proprietà, premia gli affidatari con una proposta di altri 19 anni di gestione convenzionata, sempre senza oneri per i concessionari, a parte il taglio dell’erba e la pulizia del chiosco. Non sarebbe stato meglio, una volta accertato il mancato rispetto della convenzione, azzerarla, fissare un canone e fare un bando pubblico per la gestione del parco e soprattutto del bar? Hai visto mai che vinca qualche giovane roccheggiano che è in cerca di lavoro? Hai visto mai che si arrivi ad avere occupazione e introiti per le casse pubbliche, in sostanza vantaggi per l’intera collettività? Ma non è finita qui. Come la classica ciliegina sulla torta, nel Consiglio Comunale del 29 agosto, le supposizioni del Consigliere Emanuele Crestini vengono confermare dall’intervento dell’Ing. Simone Pizziconi, Consigliere Comunale Pd e presidente della commissione urbanistica, il quale ribadisce -leggendo un documento ufficiale della commissione che presiede- che l’attività esercitata all’interno del parco non è iscritta nei ruoli dei contribuenti della Tarsu. In poche parole, la tassa sui rifiuti, da oltre dieci anni, non è mai stata corrisposta dai gestori del bar-pizzeria. A questa sorprendente notizia ci aspettavamo un altolà da parte del Sindaco e della maggioranza Pd, almeno per fare una verifica... e invece, come se nulla fosse, tutti hanno fatto finta di niente, elogiando l’attività svolta dai Polentone per il rilancio del parco pubblico, riaffidandoglielo fino al 2032. L’unico ad opporsi è stato ancora una volta il solito Crestini che invitava i Consiglieri a non approvare la nuova convenzione, anche in virtù della notizia sui mancati versamenti della Tarsu, in quanto si poteva prefigurare un danno all’erario. Ecco il punto: si può sottoscrivere una convenzione con qualcuno che non ha pagato una tassa comunale, fatto certificato e reso noto dal presidente della commissione urbanistica nel Consiglio Comunale che trattava proprio questo aspetto? Si sa che di fronte ai “poteri forti” le orecchie sentono male, fanno finta di non aver compreso bene, preferiscono cambiar discorso e parlare d’altro. Di una cosa siamo sicuri, su questa vicenda non c’è ancora scritta la parola fine. 

lunedì 9 settembre 2013

Una poltrona per 3 per il dopo Boccia


È già cominciato il toto Sindaci


di Luigi Serafini
Mauro Fei e Pasquale Boccia
Nei giorni del gran caldo di agosto, il Mamilio, giornale online “amico” dell’amministrazione comunale, se ne esce con un articolo sul nuovo sindaco di Rocca di Papa. Mancano due anni e mezzo alla scadenza naturale delle prossime elezioni comunali e già c’è chi si sbraccia per fare nomi e previsioni. La cosa risulta un po’ troppo prematura (a meno che si pensi che la Giunta stia per cadere) e si giustifica solo per la necessità di parlare d’altro rispetto alle gestione della Giunta Boccia: il rosario dei disastri è – purtroppo – lungo e grave. Solo per cronaca accenniamo qualche tema, ma per l’antologia completa ci vorrebbe un volumetto: il Piano Regolatore è sparito e non se ne parla più; il parcheggio del Carpino, tra sequestri e altri inconvenienti non è ancora ultimato; l’isola ecologica dicono che è pronta, ma ancora non funziona; il cantiere dell’ex hotel Europa, in piazza della Repubblica, è il biglietto da visita dell’inazione della Giunta; la funicolare, di cui il sindaco ha fatto pure l’inaugurazione, è tornata bellamente nel dimenticatoio; il centro storico è inguardabile; l’abusivismo edilizio dilaga; dalla gestione dei boschi guadagnano soprattutto i tagliatori e non il Comune, che è il proprietario… E ci fermiamo qui per carità di patria. È chiaro che con queste premesse, parlare d’altro è d’obbligo, ed ecco che spunta la partita del prossimo sindaco del centro sinistra. I candidati sono Fei,
Maurizio Querini
Querini e Sciamplicotti, ci dicono. Barbante, che sarebbe il candidato potenzialmente più titolato, in quanto attualmente vice sindaco, ci informano che è fuori dalla partita. A noi, parlare ora del nuovo candidato a sindaco, pare ozioso. Barbante non si candiderà perché deve lavorare nel suo studio tecnico, ci dicono i bene informati, ed essere vicesindaco già gli dovrebbe creare più di qualche problema. Gli altri tre sono la fotocopia, più o meno sbiadita dell’originale, ossia del loro capo Boccia. Per cui non cambierebbe praticamente nulla, anzi, temiamo, le cose peggiorerebbero. Di Sciamplicotti non abbiamo quasi mai sentito la voce (a parte alcune rare occasioni) ma appare quella più lanciata essendo anche la più popolare tra la gente.
Silvia Sciamplicotti
Tra Querini e Fei è difficile stabilire un primato. Secondo noi comunque il più piazzato, anche se mancano un paio d’anni all’apertura dei giochi, è Mauro Fei. Qualcuno dirà che è poco visibile, ha meno titoli, è meno scolarizzato, è un po’ più “rozzo” degli altri, è quello che brilla di meno. Se è così, il candidato sarà proprio lui!

giovedì 5 settembre 2013

LETTERA APERTA AL COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL PARCO SANDRO CARACCI

Il Commissario Straordinario del Parco
Sandro Caracci

Nel presentarle le nostre congratulazioni per la sua nomina a Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, vorremmo sottolineare alcuni aspetti che ci sembrano importanti. Avremmo voluto parlarne direttamente con lei in un’intervista, ma non ha risposto al nostro invito, quindi le inviamo questa “lettera aperta”, in attesa di una sua disponibilità.
La precedente gestione commissariale si è rivelata un’esperienza fortemente negativa. L’attività del Parco, anche in termini di fruizione, è stata completamente assente. Dopo un periodo precedente caratterizzato da vivacità e brillantezza il Parco è tornato così nel più oscuro anonimato. Ma forse era proprio questo l’obiettivo che la precedente gestione del Parco intendeva perseguire, considerando i tentativi, fortunatamente abortiti, di restringerne i confini.
La sua nomina è coincisa con una ripresa dell’attività di fruizione del Parco e questo, sommato ai contenuti delle dichiarazioni che lei ha rilasciato alla stampa, lasciano sperare in una nuova e diversa stagione.
Ci rendiamo conto che i problemi sono tanti, legati soprattutto agli interessi di lobby potenti a cominciare dal quelle legate all’edilizia. Abbiamo letto anche alcune proposte che vengono dai sindaci dei Comuni del Parco, che reclamano la diretta gestione dell’Ente. Questa non sembra proprio una soluzione, considerando che le maggiori responsabilità della pessima gestione territoriale siano proprio da attribuirsi alla scelte dei sindaci dei Castelli, che negli anni hanno determinato una sproporzionata urbanizzazione e una scarsa attenzione alle prerogative dell’ambiente. Non dimentichiamo poi il fatto che i sindaci hanno già gestito direttamente il Parco per una decina d’anni, fino al 1997, e che furono sostituiti da un Commissario ad Acta proprio perché non riuscivano ad adottare il Piano di Assetto.
C’è necessità che l’Ambiente, le Risorse Naturali, la Biodiversità, la Tutela, abbiano qualcuno capace di rappresentarli. Gli strumenti normativi ci sono tutti, anche se negli ultimi anni, non sappiamo se per insipienza o qualcosa di peggio, le prerogative e i poteri del Parco non sono stati applicati fino in fondo.
Ci riferiamo per esempio a tre sentenze del Consiglio di Stato (3516, 3517 e 3518, tutte del 2012) che riguardano ricorsi vinti specificamente dal Parco dei Castelli Romani. In generale, queste sentenze assegnano ai parchi un ruolo fondamentale, per non dire prevalente, nella pianificazione territoriale delle aree protette. Si afferma infatti che un Piano di Assetto – anche solo adottato – si applica immediatamente, con i suoi contenuti normativi e regolamentari. Altro elemento: un Piano di Assetto può superare le norme dei Piani Paesistici. I Parchi sono infatti considerati detentori di superiori prerogative ambientali.

Una rivoluzione che dovrebbe destare dall’assopimento amministrativo coloro che puntano sull’oblio dei contenuti dei Piani (spesso dimenticati nei cassetti, come quello dei Castelli), per non applicare quello che in genere è considerato il fastidioso primato della tutela ambientale nella pianificazione territoriale. Una tutela che, sempre più, considera l’ambiente allargato ai suoi contesti storici e culturali.
Un altro pronunciamento, questa volta del Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio, sul ricorso 10615 del 2008, andato a sentenza nel 2013, stabilisce la “insindacabilità” delle valutazioni del Parco nel rilascio delle autorizzazioni, e ne stabilisce la discrezionalità tecnica (se non irragionevole e discriminatoria). I giudici stabiliscono, inoltre, che i giudizi tecnici del Parco possono superare i Piani Territoriali Regionali. Insomma, si riconosce al Parco un potere molto forte, già scritto nelle leggi, ma spesso scarsamente esercitato.
I vertici del Parco ne sanno qualcosa di queste sentenze? E se sì, perché non le applicano? Noi condividiamo i suoi auspici di vedere “approvato” definitivamente – da parte della Regione Lazio – il Piano di Assetto nel 2014, quando l’Ente compirà trent’anni dall’istituzione, ma anche un Piano del Parco semplicemente “adottato”, secondo i giudici deve essere applicato. Non c’è bisogno quindi di stare ad aspettare messianiche approvazioni dalla Regione Lazio.
Un’ultima osservazione: ci sembra che l’azione di vigilanza e controllo del territorio, da parte dei Guardiaparco, sia a dir poco inefficace. Troppo spesso, specie nel periodo primaverile ed estivo, nei luoghi più frequentati – Tuscolo, Vivaro, lago di Castel Gandolfo, si nota da un lato l’eccessivo proliferare di fuochi accesi sui prati e nelle immediate vicinanze di boschi e dall’altro l’assoluta assenza di qualsiasi forma di controllo dei guardiaparco. È pur vero che con la sola repressione non si potranno mai modificare comportamenti ed abitudini incivili, ma un minimo di vigilanza e di dissuasione sarebbe auspicabile. Ultimamente il nostro periodico, insieme ad altre associazioni, ha presentato un esposto anche al Servizio Vigilanza del Parco relativo alla realizzazione di una piscina presso il Tuscolo, nella stessa proprietà di quell’intervento di Piano di Utilizzazione Agricola (PUA) che tanto scalpore e polemiche ha suscitato nell’opinione pubblica. Non essersi accorti che a Tuscolo, in un luogo visibile perfino dalla stessa sede del Parco, si stava realizzando una piscina è già di per sé piuttosto grave, ma che poi dopo un esposto non si verifichi (non ci è arrivata alcuna risposta) se l’opera sia o meno stata autorizzata dal Parco, è addirittura omissivo di un preciso dovere d’ufficio. Sono questi i comportamenti che alimentano irritazione e sfiducia da parte dei cittadini.
Se condivide queste osservazioni, vorremmo sperare che, in qualità di Commissario Straordinario, voglia far sentire tutto il peso della sua carica.
La Redazione