venerdì 22 novembre 2013

Aumenti a raffica a Rocca di Papa Per la tassa sui rifiuti l’aumento è di circa il 30%. Tarsu, Irpef e Imu… al massimo


“Vado al massimo…” cantava Vasco Rossi qualche anno fa. A questa frase dev’essersi ispirato il Sindaco di Rocca di Papa, visto che quello andato in scena il 21 novembre scorso è stato un Consiglio Comunale all’insegna dell’inasprimento della tassazione locale, con le aliquote portate praticamente al massimo consentito. L’amministrazione guidata da Boccia, infatti, ha approvato una raffica di aumenti, Imu-Irpef-Tarsu, un terzetto che peserà nelle tasche dei contribuenti roccheggiani per alcune centinaia di euro l’anno in più. Per quanto riguarda l’Imu, la tassa sugli immobili (in attesa che il governo sciolga definitivamente il nodo dell’Imu sì-Imu no), il Comune di Rocca di Papa ci è andato pesante decidendo di alzare ancora l’aliquota sulle seconde case.
Anche l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) fa un balzo in avanti passando dallo 0,7 allo 0,8 percento (il massimo consentito dallo Stato). Ciò significa un ulteriore prelievo di oltre 60 euro l’anno che dalle buste paga vanno direttamente nelle casse comunali, senza che i cittadini neanche se ne accorgano. Ancora una volta, gli amministratori hanno deciso di andare a prendere i soldi dove non possono essere evasi, cioè dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Diceva il grande Ettore Petrolini: “I soldi li vanno a prendere dove ci sono, cioè tra i poveri: ne hanno pochi fa sono tanti”.
Infine la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, viene caricata di un altro 30% (20% per la casse disastrate del Comune e un altro 10% per quelle dello Stato). Aumento del 30% che si va ad aggiungere a quelli già decisi negli anni scorsi dall’amministrazione comunale impegnata ormai in un solo grande compito: come raccogliere soldi, soldi e soldi dai suoi cittadini.
L’approvazione di questi aumenti è avvenuta in modo silenzioso da parte della Giunta, senza neanche cercare di discuterne con i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa, le associazioni e i cittadini. Una decisione a senso unico che penalizzerà ulteriormente chi le tasse le ha sempre pagate.
E sul fronte dell’evasione? Nessuna notizia. L’Assessore al Bilancio, Querini, si è limitato a confermare che per quanto riguarda la Tarsu, per esempio, l’evasione tocca quota 20% sul totale che, in soldoni, significa che circa 600-700 mila euro mancano all’appello. Quale soluzione? Semplice, farli pagare a quelli che la tassa l’hanno sempre versata.
Se il primo cittadino Pasquale Boccia voleva passare alla storia c’è sicuramente riuscito: sarà ricordato come “il Sindaco del… vado al massimo”.


Tuscolo prevale la legalità. Ordinata la demolizione di edifici abusivi

A leggere l’ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi del Comune di Grottaferrata, quasi non ci si crede: l’amministrazione “Ordina e ingiunge” la demolizione delle opere realizzate abusivamente dalla società Fonteia, ai piedi del Tuscolo. Si tratta di tre edifici e una vasca di accumulo delle acque piovane costruiti – secondo i proprietari – per uso agricolo. I tecnici comunali hanno invece accertato che si tratta di tutt’altra cosa, che non c’entra niente con l’agricoltura: edifici residenziali (in pratica tre ville) e una bella piscina. C’è poi tutto un corollario di altre irregolarità e difformità, che vanno dall’aumento di cubature alle sistemazione esterne.
L’indagine è scaturita da una segnalazione delle associazioni Il Segno, U Lengheru neru e Italia Nostra fatta alle autorità e proseguita con articoli sui giornali e video sui blog. Memorabile il video nel quale due persone nuotano beatamente nella piscina/vasca di accumulo. Quella stessa piscina, esibita sfacciatamente prima, è stata nascosta con grossolani espedienti al momento dei sopralluoghi dei tecnici, mettendoci sopra erba sintetica. Una comica!

L’ordinanza del Comune afferma quel principio di legalità spesso invocato da tanti cittadini, ma è anche una vittoria per la pubblica amministrazione, che questa volta ha assunto un ruolo attivo ed efficace a sostegno delle tesi delle associazioni che avevano denunciato l’abuso, in difesa del paesaggio.

venerdì 15 novembre 2013

Affari & Bugie


Il Consiglio Comunale del 29 agosto scorso approvò un progetto che prevedeva una demolizione e ricostruzione per diverse migliaia di metri cubi, per dei capannoni che, secondo la presentazione dell’assessore all’urbanistica Silvia Sciamplicotti, erano stati condonati. Un nostro redattore fece un semplice controllo ed è risultato che i capannoni in questione (della società Edilmostra Galli S.r.l.) non esistevano prima del 1995 e quindi non potevano essere condonati 10 anni prima, come asserito. Il nostro articolo ha prodotto un fiorire di posizioni critiche, che hanno portato a una richiesta di riesame al Consiglio Comunale, da parte del Consigliere Danilo Romei e da parte del Movimento per Rocca di Papa insieme a uno dei circoli di Sinistra Ecologia e Libertà.
Recentemente siamo venuti a conoscenza di un’altra pratica edilizia che, nelle caratteristiche enunciate, appariva del tutto simile a quella di cui sopra, e che quindi ha destato la nostra curiosità. Si tratta del condono edilizio relativo alla proprietà Bruno Carnevali su via dei Laghi, sempre nel Comune di Rocca di Papa. Sarà la coincidenza, sarà la sfortuna (fate voi) ma ci siamo trovati davanti a un caso praticamente identico al primo. Tralasciando dati di dettaglio e specifiche tecniche, quello che salta agli occhi è che anche qui gli immobili condonati dal Comune – secondo le dichiarazioni dei proprietari, controfirmate dai tecnici incaricati e sottoscritte infine da quelli dell’amministrazione comunale – risalirebbero a epoche molto lontane. È stato infatti utilizzato il condono della legge n. 47 del 1985 che prevedeva la sanatoria per gli abusi realizzati entro l’ottobre del 1983.
Così, con un semplice controllo delle aerofoto, passate e recenti, è stato possibile constatare che gli edifici condonati non esistevano prima del 2002 (e più esattamente risultano costruiti tra il 5 aprile e il 29 giugno del 2002), cioè 19 anni dopo il limite imposto dalla legge. Un particolare a dir poco imbarazzante e che rende evidente come, al contrario di quanto è stato fatto, non sarebbe stato possibile condonare proprio niente, per il semplice fatto che al momento della domanda di condono quegli edifici non esistevano.
Nel 1987 (fonte: il vigente Piano Regolatore di Rocca di Papa) si vede che la costruzione esistente è piuttosto corta, mentre successivamente, entro il 1998, l’edificio appare molto più lungo. Già questo elemento da solo evidenzia un abuso. L’aerofotogrammetria del 2002 (volo aereo del 2002 e restituzione del 2005, cioè quando è stata disegnata sulla base del volo aereo del 2002) è un documento della Regione Lazio e qui si vede che nel 2002 esisteva un solo volume.
Per battuta si potrebbe dire che i proprietari erano dei preveggenti che sapevano quello che sarebbe successo qualche anno dopo! I tecnici che hanno presentato la pratica (per conto della proprietà), quando sono andati sul posto per prendere le misure dell’immobile, che cosa hanno misurato? Degli edifici fantasma? E i tecnici del Comune, che avrebbero dovuto verificare il tutto, non hanno constatato che l’immobile non esisteva? Possibile poi che negli anni successivi nessuno si è accorto che qualcuno stava costruendo abusivamente degli edifici artigianali ai margini di via dei Laghi?
Tutti interrogativi che, formulati da un giornale, forse possono creare al massimo un qualche imbarazzo ai nostri amministratori comunali ma, ne siamo convinti, se ripresi e approfonditi potranno chiarire se la vicenda scaturisca da una sequenza di errori o da qualcosa di diverso.

mercoledì 6 novembre 2013

La funicolare di Rocca di Papa

Martedì 29 ottobre, in una magnifica mattinata dell’ottobrata romana, a Rocca di Papa c’è stata la posa della prima pietra della funicolare. Con elmetto e cazzuola in mano c’erano il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco Pasquale Boccia.
Nel piazzale della funicolare c’erano molte persone: i bambini delle scuole elementari che hanno recitato delle poesie sulla funicolare, la banda degli Screpanti, che ha intonato le note delle più classiche melodie romanesche e molti politici e amministratori. Il clima era quello di una festa, un po’ da strapaese.
Il sindaco ha parlato con molta enfasi della funicolare, del progetto, degli obiettivi. Il presidente Zingaretti da parte sua ha preso l’impegno di portare a termine il cantiere nei tempi dovuti. Tutto bene quindi? Sì per quanto riguarda gli impegni, no per quanto riguarda gli obiettivi.
Il costo del progetto pare si aggiri intorno ai sei milioni di euro (qualche anno fa si parlava di quattro), una cifra considerevole che servirebbe non solo per un migliore collegamento con Roma, ma anche per il turismo – secondo il sindaco. Ha infatti parlato di stranieri che già ora vengono a Rocca di Papa. Su questo tema il comportamento dell’amministrazione comunale appare schizofrenico, visto lo stato di abbandono nel quale versa il centro storico. Gli eventuali turisti (che, detto per inciso, ora passano a Rocca sugli autobus, senza fermarsi) che potrebbero vedere? Il centro storico per ora è impresentabile, delle tante emergenze archeologiche o paesaggistiche che punteggiano il territorio, quasi nessuna è raggiungibile, segnalata e visitabile come dovrebbe. Forse ci vorrebbe un progetto pure per il turismo, ma nessuno lo ha menzionato.
Più in generale, il progetto, se realizzato nei tempi dovuti, potrebbe rappresentare un miglioramento, nonostante la necessità di usare ben tre mezzi per arrivare a Roma (funicolare, autobus e metro). Si evidenzia però, una mancata gerarchia delle necessità pubbliche: si spendono sei milioni di euro per un miglioramento dei trasporti, senza parlare delle condizioni degli autobus e della continua soppressione delle corse, ma si tralasciano altri problemi fondamentali, a cominciare dall’inquinamento elettromagnetico dovuto alle antenne di Monte Cavo, che dopo ogni elezione pare finire nel dimenticatoio.
A onor del vero, in piazza, a lato della festa per la funicolare, c’era il comitato di quartiere del centro storico che ha sollevato il problema delle antenne. Con alcuni cartelli hanno richiamato l’attenzione di Zingaretti (ma non quella del sindaco) che a margine della manifestazione della posa della prima pietra ha parlato qualche minuto con i manifestanti, i quali erano stati tenuti fuori dalla piazza.
Infine una supplica, da ascrivere alla decenza politica: abolire le cerimonie delle inaugurazioni preventive, della posa della prima pietra, dei festeggiamenti per l’avvio dei cantieri. Al massimo si può tollerare l’inaugurazione di un’opera finita e funzionante.
Roberto Sinibaldi