Diserbanti
chimici ai margini delle strade
Fai
una passeggiata in bicicletta e dopo aver percorso qualche strada di campagna,
per tornare a Rocca di Papa fai l’Appia. La strada è trafficata ma in genere
abbastanza larga.
Mentre bevi l’ultima acqua rimasta nella borraccia noti una
macchia di colore. È un marrone, tendente al ruggine. Guardi meglio e ti
accorgi che non può essere una coincidenza, perché l’Appia, da Cisterna a
Genzano, è tutta così: ai margini della strada al posto dell’erba verde e di
qualche arbusto, ora c’è sterpaglia bruciata, ma non dal fuoco, ma da qualche
agente chimico. Incuriosito domando a un benzinaio, che lavora lì. Dapprima
sospettoso per la richiesta insolita, poi capisce e si apre ai particolari.
Sono passati “quelli dell’Anas”, andavano piano piano. Non sa che abbiano buttato,
ma certo quest’anno non hanno passato il trincia erba. Il risultato è quello
che si vede dalle foto.
Ai
margini dell’Appia ci vivono e lavorano tante persone, ci sono giardini e orti,
ci sono ulivi e alberi da frutto. Cospargere il terreno di veleni non è certo
una buona pratica. Qualcuno ha avvertito dell’irrorazione? Pare proprio di no.
Chi ha dato il permesso per una cosa del genere? Perché è stata fatta? Che cosa
è stato gettato? Sono stati valutati gli effetti della percolazione?
Tra
l’altro va notato che non è che sia così efficace, perché le piante diventano
secche, ma non vengono rimosse. Se si è fatto per gli incendi è stato
controproducente perché l’erba secca è un innesco molto più pericoloso
dell’erba verde. Dal punto di vista visivo poi è un disastro, ma queste sono
cose che all’Anas evidentemente non interessano.
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