domenica 18 novembre 2012

Dal numero di Novembre


Chi ha paura del Segno?
di Andrea Sebastianelli
L’irruzione della libertà d’informazione nella vita addomesticata del nostro paese sta mettendo sotto-sopra Rocca di Papa.
Politicanti infastiditi dalle notizie che Il Segno pubblica e che altrimenti resterebbero nascoste; delegati comunali (o pseudo tali) che sembrano avere il solo scopo di denigrare Il Segno, il suo direttore e i suoi collaboratori; cittadini legati a doppio binario con chi comanda che girano il paese in lungo e in largo per far circolare voci del tipo “Il Segno è di destra”, oppure “Il Segno fa schifo”, o ancora “Non leggete questo giornale pessimo”, o anche “Non fate pubblicità sul Segno”.

Poi c’è addirittura chi annuncia una raccolta di firme contro Il Segno. Siamo alla follia. Se Il Segno non piace (ed è legittimo) basta non leggerlo ma il problema sta proprio qui: Il Segno è letto da tanti e, quindi, i lettori diventano cittadini informati e consapevoli. E’ questo che dà fastidio: si vorrebbero cittadini disinformati e inconsapevoli.
Di recente poi, la nascita del blog (http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it) attraverso cui è possibile seguire ancora più assiduamente le cose che accadono a Rocca di Papa, ha accresciuto le loro paure e il boom di visitatori online (siamo a una media di oltre 1.000 visite al mese per ogni numero del Segno a cui vanno aggiunti i lettori del blog, altri 600 circa mensili, e gli abituali 8mila che leggono mensilmente la versione cartacea) li sta facendo sprofondare in un tunnel senza via d’uscita. Più Il Segno cresce più aumenta il loro nervosismo.
Vorrei però rassicurarli, Il Segno continuerà a fare informazione sul territorio e lo farà nel suo modo abituale: scrivere in piena autonomia senza dover rendere conto a qualcuno visto che non abbiamo padroni a cui dover rispondere. L’unico “padrone” che abbiamo sono i lettori che, sempre più spesso, sono anche i veri “redattori” del giornale.
Vorrei rassicurare anche quelli che periodicamente, a ogni uscita del giornale, telefonano o mandano a dire dai tanti signorsì di cui Rocca di Papa è piena, che se non la smettiamo ci querelano (ormai siamo a una media di 3-4 minacce al mese)… anche noi nello scrivere possiamo commettere degli errori e quando ce ne accorgiamo interveniamo sempre con una rettifica ma, una volta per tutte, queste querele presentatele davvero perché se diffamiamo divulgando informazioni false e denigratorie è giusto che paghiamo come stabilisce la legge. In caso contrario rispondeteci esprimendo il vostro punto di vista oppure tacete.
Ma al di là di questi “portatori d’acqua altrui”, credo che a Rocca di Papa una discussione seria vada fatta sulla libertà d’informazione e sul ruolo di un giornale come Il Segno che si appresta ad entrare nel suo dodicesimo anno di vita. Noi siamo disponibili a confrontarci pubblicamente con tutti,  amministratori, politici, partiti, comitati di quartiere, associazioni e cittadini, per spiegare come funziona il mondo dell’informazione e perché la libertà d’espressione è importante, necessaria e insostituibile, tanto più a livello locale. Questa schiera di servetti e servette dalla lingua facile pensa invece che una parola come “libertà” significhi essenzialmente fare quello che fa piacere a chi detiene il potere, magari in cambio di qualche incaricuccio secondario o di qualche pubblico elogio. Ma purtroppo per loro Il Segno c’è, esiste e sta pure bene di salute visto che i lettori sono in costante aumento e le richieste di collaborazione fioccano. Per fermarci non basta il fango verbale, serve un caterpillar!

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