Il
caso riguarda il Parco Regionale dei Castelli Romani, è scoppiato all’inizio di
ottobre, ma risale al 2011. Di cosa si tratta? Di un Nulla Osta, i permessi rilasciati
dal Parco finalizzati a nuove costruzioni.
Nel
2008 il Parco aveva detto no a una richiesta per una nuova casa di riposo di
80.000 metri cubi (equivalenti ad almeno un’ottantina di villette di 300 metri
quadri, per un valore stimato di alcune decine di milioni di euro) su terreno
agricolo nel comune di Rocca Priora, località Valle Moretta, ai confini con la
frazione del Vivaro. Le ragioni del no erano che le aree agricole sono sì edificabili,
ma solo per fini agricoli. A distanza di tre anni viene riproposto il progetto,
a quanto sembra senza variazioni. La cosa sconcertante, leggendo le carte, è
che dalle medesime premesse si arrivi a un parere opposto. Lo zelante direttore
del Parco dell’epoca è lo stesso che nel settembre 2011 rinunciò, con lettera
formale, a quasi due milioni di euro di finanziamenti europei. Con questi fondi
erano in programma il recupero e la riutilizzazione per fini turistici di
alcuni strutture di Rocca di Papa, rimaste purtroppo dei ruderi, come per
esempio il Casale dei Guardiani a Grotticelle.
“L’aspetto che più sconcerta è che a
distanza di qualche anno ritornino progetti che sembravano definitivamente
archiviati, per la loro improponibilità – sostiene Zaratti – il neo commissario del Parco è a conoscenza
del problema e siamo certi che interverrà. Sullo sfondo rimane l’inquietante
possibilità che l’Ente, negli ultimi tre anni della gestione Polverini, abbia
completamente abbandonato ogni prerogativa di controllo, lasciando maturare
centinaia di Nulla osta per silenzio-assenso. Come dire che il Parco chiude le
richieste dentro un cassetto e rinuncia alle sue funzioni di verifica, che oltre
ad essere obbligatorie per legge, sono una delle sue prerogative
istituzionali.”
Un
parco così, a leggere la lettera aperta qui accanto, non sembra che piaccia a
molti e non serve ai cittadini, ai costruttori forse sì.
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