venerdì 15 novembre 2013

Affari & Bugie


Il Consiglio Comunale del 29 agosto scorso approvò un progetto che prevedeva una demolizione e ricostruzione per diverse migliaia di metri cubi, per dei capannoni che, secondo la presentazione dell’assessore all’urbanistica Silvia Sciamplicotti, erano stati condonati. Un nostro redattore fece un semplice controllo ed è risultato che i capannoni in questione (della società Edilmostra Galli S.r.l.) non esistevano prima del 1995 e quindi non potevano essere condonati 10 anni prima, come asserito. Il nostro articolo ha prodotto un fiorire di posizioni critiche, che hanno portato a una richiesta di riesame al Consiglio Comunale, da parte del Consigliere Danilo Romei e da parte del Movimento per Rocca di Papa insieme a uno dei circoli di Sinistra Ecologia e Libertà.
Recentemente siamo venuti a conoscenza di un’altra pratica edilizia che, nelle caratteristiche enunciate, appariva del tutto simile a quella di cui sopra, e che quindi ha destato la nostra curiosità. Si tratta del condono edilizio relativo alla proprietà Bruno Carnevali su via dei Laghi, sempre nel Comune di Rocca di Papa. Sarà la coincidenza, sarà la sfortuna (fate voi) ma ci siamo trovati davanti a un caso praticamente identico al primo. Tralasciando dati di dettaglio e specifiche tecniche, quello che salta agli occhi è che anche qui gli immobili condonati dal Comune – secondo le dichiarazioni dei proprietari, controfirmate dai tecnici incaricati e sottoscritte infine da quelli dell’amministrazione comunale – risalirebbero a epoche molto lontane. È stato infatti utilizzato il condono della legge n. 47 del 1985 che prevedeva la sanatoria per gli abusi realizzati entro l’ottobre del 1983.
Così, con un semplice controllo delle aerofoto, passate e recenti, è stato possibile constatare che gli edifici condonati non esistevano prima del 2002 (e più esattamente risultano costruiti tra il 5 aprile e il 29 giugno del 2002), cioè 19 anni dopo il limite imposto dalla legge. Un particolare a dir poco imbarazzante e che rende evidente come, al contrario di quanto è stato fatto, non sarebbe stato possibile condonare proprio niente, per il semplice fatto che al momento della domanda di condono quegli edifici non esistevano.
Nel 1987 (fonte: il vigente Piano Regolatore di Rocca di Papa) si vede che la costruzione esistente è piuttosto corta, mentre successivamente, entro il 1998, l’edificio appare molto più lungo. Già questo elemento da solo evidenzia un abuso. L’aerofotogrammetria del 2002 (volo aereo del 2002 e restituzione del 2005, cioè quando è stata disegnata sulla base del volo aereo del 2002) è un documento della Regione Lazio e qui si vede che nel 2002 esisteva un solo volume.
Per battuta si potrebbe dire che i proprietari erano dei preveggenti che sapevano quello che sarebbe successo qualche anno dopo! I tecnici che hanno presentato la pratica (per conto della proprietà), quando sono andati sul posto per prendere le misure dell’immobile, che cosa hanno misurato? Degli edifici fantasma? E i tecnici del Comune, che avrebbero dovuto verificare il tutto, non hanno constatato che l’immobile non esisteva? Possibile poi che negli anni successivi nessuno si è accorto che qualcuno stava costruendo abusivamente degli edifici artigianali ai margini di via dei Laghi?
Tutti interrogativi che, formulati da un giornale, forse possono creare al massimo un qualche imbarazzo ai nostri amministratori comunali ma, ne siamo convinti, se ripresi e approfonditi potranno chiarire se la vicenda scaturisca da una sequenza di errori o da qualcosa di diverso.

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