Il
Consiglio Comunale del 29 agosto scorso approvò un progetto che
prevedeva una demolizione e ricostruzione per diverse migliaia di
metri cubi, per dei capannoni che, secondo la presentazione
dell’assessore all’urbanistica Silvia Sciamplicotti, erano stati
condonati. Un nostro redattore fece un semplice controllo ed è
risultato che i capannoni in questione (della società Edilmostra
Galli S.r.l.) non esistevano prima del 1995 e quindi non potevano
essere condonati 10 anni prima, come asserito. Il nostro articolo ha
prodotto un fiorire di posizioni critiche, che hanno portato a una
richiesta di riesame al Consiglio Comunale, da parte del Consigliere
Danilo Romei e da parte del Movimento
per Rocca di Papa
insieme a uno dei circoli di Sinistra
Ecologia e Libertà.
Recentemente
siamo venuti a conoscenza di un’altra pratica edilizia che, nelle
caratteristiche enunciate, appariva del tutto simile a quella di cui
sopra, e che quindi ha destato la nostra curiosità. Si tratta del
condono
edilizio relativo alla proprietà Bruno Carnevali su via dei Laghi,
sempre nel Comune di Rocca di Papa. Sarà la coincidenza, sarà la
sfortuna (fate voi) ma ci siamo trovati davanti a un caso
praticamente identico al primo. Tralasciando dati di dettaglio e
specifiche tecniche, quello che salta agli occhi è che anche
qui gli immobili condonati dal Comune
– secondo le dichiarazioni dei proprietari, controfirmate dai
tecnici incaricati e sottoscritte infine da quelli
dell’amministrazione comunale – risalirebbero
a epoche molto lontane.
È stato infatti utilizzato il condono della legge n. 47 del 1985 che
prevedeva la sanatoria per gli abusi realizzati entro l’ottobre del
1983.
Così,
con un semplice controllo delle aerofoto, passate e recenti, è
stato possibile constatare che gli edifici condonati non esistevano
prima del 2002
(e più esattamente risultano costruiti tra il 5 aprile e il 29
giugno del 2002), cioè
19 anni dopo il limite imposto dalla legge.
Un particolare a dir poco imbarazzante e che rende evidente come, al
contrario di quanto è stato fatto, non sarebbe stato possibile
condonare proprio niente, per il semplice fatto che al momento della
domanda di condono quegli edifici non esistevano.
Nel
1987
(fonte: il vigente Piano Regolatore di Rocca di Papa) si vede che la
costruzione esistente è piuttosto corta, mentre successivamente,
entro
il 1998,
l’edificio appare molto più lungo. Già questo elemento da solo
evidenzia un abuso. L’aerofotogrammetria del 2002
(volo aereo del 2002 e restituzione del 2005, cioè quando è stata
disegnata sulla base del volo aereo del 2002) è un documento della
Regione Lazio e qui si vede che nel 2002 esisteva un solo volume.
Per
battuta si potrebbe dire che i proprietari erano dei preveggenti che
sapevano quello che sarebbe successo qualche anno dopo! I
tecnici che hanno presentato la pratica
(per conto della proprietà), quando
sono andati sul posto per prendere le misure dell’immobile, che
cosa hanno misurato?
Degli edifici fantasma? E
i tecnici del Comune, che avrebbero dovuto verificare il tutto, non
hanno constatato che l’immobile non esisteva?
Possibile poi che negli anni successivi nessuno si è accorto che
qualcuno stava costruendo abusivamente degli edifici artigianali ai
margini di via dei
Laghi?
Tutti
interrogativi che, formulati da un giornale, forse possono creare al
massimo un qualche imbarazzo ai nostri amministratori comunali ma, ne
siamo convinti, se ripresi e approfonditi potranno chiarire
se la vicenda scaturisca da una sequenza di errori o da qualcosa di
diverso.
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