giovedì 12 settembre 2013

Sull’accordo pesa il mancato pagamento della Tarsu. Ma per il Comune va bene così

Firmata la nuova convenzione per il parco la Pompa 
di Andrea Sebastianelli
“Poteri forti” è un’espressione usata molto spesso in Italia, per indicare qualcuno o qualcosa che muove i fili delle decisioni politiche. Un’espressione chiara ma sempre molto vaga. A Rocca di Papa, finalmente, abbiamo potuto dare ai “poteri forti” un nome, anzi due: Galli e Polentone (quest’ultimo è un soprannome). Infatti, nel Consiglio Comunale del 29 agosto scorso, la politica si è completamente inchinata agli interessi di questi due potentati locali. Della “vicenda Galli” ne parla abbondantemente Roberto Sinibaldi (nel paginone interno del giornale) portando alla luce aspetti poco chiari (anzi... chiarissimi), mentre a me tocca approfondire l’altra vicenda, quella legata alla nuova convenzione per la gestione del Parco Comunale dei Campi d’Annibale (la Pompa).
La convenzione del 2000
Cominciamo dall’inizio, quando nel dicembre del 2000 il Comune approva la convenzione-transazione per la gestione del Parco a favore dei signori Fondi (fino al 1° gennaio del 2017), che andava a sostituire quella precedentemente firmata con i gestori “storici” del parco (Gianfranco Gatta, Mascarò), i quali, purtroppo per loro, non possono essere annoverati nella categoria dei “potenti”. L’accordo venne presentato per scongiurare un contenzioso. Contenzioso che, a rilegger le carte dell’epoca, poteva essere evitato subito, mettendo a posto i documenti con un passaggio in Consiglio comunale. Si preferì un accordo, che produsse un affidamento diretto (senza gara pubblica) per la gestione del parco e soprattutto di un chiosco bar-pizzeria, appositamente realizzato nel parco di proprietà comunale. La convenzione del 2000 venne sottoscritta dopo una lunga causa civile che vide contrapposti signori Fondi e Comune per la proprietà di una parte dei terreni costituenti il parco. Con tale firma i terreni contestati passarono al Comune il quale, in cambio, concedeva ai signori Fondi “l’appezzamento di terreno sito in località Costarelle della superficie di mq 12.009” (si tratta di un’area posta sulla strada che dai Campi d’Annibale conduce a Monte Cavo). Ma qui sorgeva un problema. Questo terreno è gravato da usi civici ed era quindi “inalienabile ed indisponibile senza l’autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste”. Resta un piccolo aspetto da chiarire: sull’area denominata Costarelle (sorprende che nessun Consigliere della maggioranza abbia posto la questione) da anni sono presenti dei tralicci (ponti-radio) che dovrebbero pagare un affitto. Senza tener conto che qualche anno fa si collocò in quell’area anche il traliccio di Radio Latte Miele non certo a titolo gratuito. Quei soldi da chi sono stati incassati? Dal Comune? Dai signori Fondi? O da qualcun altro? Visto che l’accordo iniziale tra Comune e privati sarebbe stato viziato proprio dalla presenza di usi civici alle Costarelle, è spontaneo domandare a che titolo sono stati eventualmente percepiti quei soldi.
La nuova convenzione

Ma veniamo a oggi, alla decisione del Comune di approvare un nuovo accordo malgrado la scadenza di quello precedente fosse fissata al 2017. Facciamo un piccolo passo indietro: nel 2012 gli affidatari fanno domanda di agibilità dei locali del bar, come a dire che fino ad allora il bar era sostanzialmente abusivo. E come è stato possibile se stava su un terreno di proprietà comunale e oggetto addirittura di una convenzione? Forse perché nessuno ha controllato? Forse perché chi ha controllato ha fatto finta di niente? Non lo sappiamo. Ma è certo che la convenzione non è stata rispettata. E che fa il Comune a questo punto? Invece di rescindere il contratto riprendendosi le aree di sua proprietà, premia gli affidatari con una proposta di altri 19 anni di gestione convenzionata, sempre senza oneri per i concessionari, a parte il taglio dell’erba e la pulizia del chiosco. Non sarebbe stato meglio, una volta accertato il mancato rispetto della convenzione, azzerarla, fissare un canone e fare un bando pubblico per la gestione del parco e soprattutto del bar? Hai visto mai che vinca qualche giovane roccheggiano che è in cerca di lavoro? Hai visto mai che si arrivi ad avere occupazione e introiti per le casse pubbliche, in sostanza vantaggi per l’intera collettività? Ma non è finita qui. Come la classica ciliegina sulla torta, nel Consiglio Comunale del 29 agosto, le supposizioni del Consigliere Emanuele Crestini vengono confermare dall’intervento dell’Ing. Simone Pizziconi, Consigliere Comunale Pd e presidente della commissione urbanistica, il quale ribadisce -leggendo un documento ufficiale della commissione che presiede- che l’attività esercitata all’interno del parco non è iscritta nei ruoli dei contribuenti della Tarsu. In poche parole, la tassa sui rifiuti, da oltre dieci anni, non è mai stata corrisposta dai gestori del bar-pizzeria. A questa sorprendente notizia ci aspettavamo un altolà da parte del Sindaco e della maggioranza Pd, almeno per fare una verifica... e invece, come se nulla fosse, tutti hanno fatto finta di niente, elogiando l’attività svolta dai Polentone per il rilancio del parco pubblico, riaffidandoglielo fino al 2032. L’unico ad opporsi è stato ancora una volta il solito Crestini che invitava i Consiglieri a non approvare la nuova convenzione, anche in virtù della notizia sui mancati versamenti della Tarsu, in quanto si poteva prefigurare un danno all’erario. Ecco il punto: si può sottoscrivere una convenzione con qualcuno che non ha pagato una tassa comunale, fatto certificato e reso noto dal presidente della commissione urbanistica nel Consiglio Comunale che trattava proprio questo aspetto? Si sa che di fronte ai “poteri forti” le orecchie sentono male, fanno finta di non aver compreso bene, preferiscono cambiar discorso e parlare d’altro. Di una cosa siamo sicuri, su questa vicenda non c’è ancora scritta la parola fine. 

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