di
“Poteri
forti” è un’espressione usata molto spesso in Italia, per indicare qualcuno o
qualcosa che muove i fili delle decisioni politiche. Un’espressione chiara ma
sempre molto vaga. A Rocca di Papa, finalmente, abbiamo potuto dare ai “poteri
forti” un nome, anzi due: Galli e Polentone (quest’ultimo è un soprannome).
Infatti, nel Consiglio Comunale del 29 agosto scorso, la politica si è
completamente inchinata agli interessi di questi due potentati locali. Della
“vicenda Galli” ne parla abbondantemente Roberto Sinibaldi (nel paginone
interno del giornale) portando alla luce aspetti poco chiari (anzi...
chiarissimi), mentre a me tocca approfondire l’altra vicenda, quella legata
alla nuova convenzione per la gestione del Parco Comunale dei Campi d’Annibale
(la Pompa).
La convenzione del
2000
Cominciamo
dall’inizio, quando nel dicembre del 2000 il Comune approva la
convenzione-transazione per la gestione del Parco a favore dei signori Fondi
(fino al 1° gennaio del 2017), che andava a sostituire quella precedentemente
firmata con i gestori “storici” del parco (Gianfranco Gatta, Mascarò), i quali,
purtroppo per loro, non possono essere annoverati nella categoria dei
“potenti”. L’accordo venne presentato per scongiurare un contenzioso.
Contenzioso che, a rilegger le carte dell’epoca, poteva essere evitato subito,
mettendo a posto i documenti con un passaggio in Consiglio comunale. Si preferì
un accordo, che produsse un affidamento diretto (senza gara pubblica) per la
gestione del parco e soprattutto di un chiosco bar-pizzeria, appositamente
realizzato nel parco di proprietà comunale. La convenzione del 2000 venne
sottoscritta dopo una lunga causa civile che vide contrapposti signori Fondi e
Comune per la proprietà di una parte dei terreni costituenti il parco. Con tale
firma i terreni contestati passarono al Comune il quale, in cambio, concedeva
ai signori Fondi “l’appezzamento di terreno sito in località Costarelle della
superficie di mq 12.009” (si tratta di un’area posta sulla strada che dai Campi
d’Annibale conduce a Monte Cavo). Ma qui sorgeva un problema. Questo terreno è
gravato da usi civici ed era quindi “inalienabile ed indisponibile senza
l’autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste”. Resta un
piccolo aspetto da chiarire: sull’area denominata Costarelle (sorprende che
nessun Consigliere della maggioranza abbia posto la questione) da anni sono
presenti dei tralicci (ponti-radio) che dovrebbero pagare un affitto. Senza
tener conto che qualche anno fa si collocò in quell’area anche il traliccio di
Radio Latte Miele non certo a titolo gratuito. Quei soldi da chi sono stati
incassati?
Dal
Comune? Dai signori Fondi? O da qualcun altro? Visto che l’accordo iniziale tra
Comune e privati sarebbe stato viziato proprio dalla presenza di usi civici
alle Costarelle, è spontaneo domandare a che titolo sono stati eventualmente
percepiti quei soldi.
La nuova convenzione
Ma
veniamo a oggi, alla decisione del Comune di approvare un nuovo accordo malgrado
la scadenza di quello precedente fosse fissata al 2017. Facciamo un piccolo
passo indietro: nel 2012 gli affidatari fanno domanda di agibilità dei locali
del bar, come a dire che fino ad allora il bar era sostanzialmente abusivo. E
come è stato possibile se stava su un terreno di proprietà comunale e oggetto
addirittura di una convenzione? Forse perché nessuno ha controllato? Forse
perché chi ha controllato ha fatto finta di niente? Non lo sappiamo. Ma è certo
che la convenzione non è stata rispettata. E che fa il Comune a questo punto? Invece
di rescindere il contratto riprendendosi le aree di sua proprietà, premia gli
affidatari con una proposta di altri 19 anni di gestione convenzionata, sempre
senza oneri per i concessionari, a parte il taglio dell’erba e la pulizia del
chiosco. Non sarebbe stato meglio, una volta accertato il mancato rispetto
della convenzione, azzerarla, fissare un canone e fare un bando pubblico per la
gestione del parco e soprattutto del bar? Hai visto mai che vinca qualche
giovane roccheggiano che è in cerca di lavoro? Hai visto mai che si arrivi ad
avere occupazione e introiti per le casse pubbliche, in sostanza vantaggi per
l’intera collettività? Ma non è finita qui. Come la classica ciliegina sulla
torta, nel Consiglio Comunale del 29 agosto, le supposizioni del Consigliere Emanuele
Crestini vengono confermare dall’intervento dell’Ing. Simone Pizziconi,
Consigliere Comunale Pd e presidente della commissione urbanistica, il quale
ribadisce -leggendo un documento ufficiale della commissione che presiede- che
l’attività esercitata all’interno del parco non è iscritta nei ruoli dei
contribuenti della Tarsu. In poche parole, la tassa sui rifiuti, da oltre dieci
anni, non è mai stata corrisposta dai gestori del bar-pizzeria. A questa
sorprendente notizia ci aspettavamo un altolà da parte del Sindaco e della
maggioranza Pd, almeno per fare una verifica... e invece, come se nulla fosse,
tutti hanno fatto finta di niente, elogiando l’attività svolta dai Polentone
per il rilancio del parco pubblico, riaffidandoglielo fino al 2032. L’unico ad
opporsi è stato ancora una volta il solito Crestini che invitava i Consiglieri
a non approvare la nuova convenzione, anche in virtù della notizia sui mancati
versamenti della Tarsu, in quanto si poteva prefigurare un danno all’erario.
Ecco il punto: si può sottoscrivere una convenzione con qualcuno che non ha
pagato una tassa comunale, fatto certificato e reso noto dal presidente della
commissione urbanistica nel Consiglio Comunale che trattava proprio questo
aspetto? Si sa che di fronte ai “poteri forti” le orecchie sentono male, fanno
finta di non aver compreso bene, preferiscono cambiar discorso e parlare
d’altro. Di una cosa siamo sicuri, su questa vicenda non c’è ancora scritta la
parola fine.
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