“Vado al
massimo…” cantava Vasco Rossi qualche anno fa. A questa frase dev’essersi
ispirato il Sindaco di Rocca di Papa, visto che quello andato in scena il 21
novembre scorso è stato un Consiglio Comunale all’insegna dell’inasprimento
della tassazione locale, con le aliquote portate praticamente al massimo
consentito. L’amministrazione guidata da Boccia, infatti, ha approvato una raffica
di aumenti, Imu-Irpef-Tarsu, un
terzetto che peserà nelle tasche dei contribuenti roccheggiani per alcune
centinaia di euro l’anno in più. Per quanto riguarda l’Imu, la tassa sugli
immobili (in attesa che il governo sciolga definitivamente il nodo dell’Imu sì-Imu no), il Comune di Rocca di
Papa ci è andato pesante decidendo di alzare ancora l’aliquota sulle seconde
case.
Anche
l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) fa un balzo in avanti
passando dallo 0,7 allo 0,8 percento (il massimo consentito dallo Stato). Ciò
significa un ulteriore prelievo di oltre 60 euro l’anno che dalle buste paga
vanno direttamente nelle casse comunali, senza che i cittadini neanche se ne
accorgano. Ancora una volta, gli amministratori hanno deciso di andare a prendere
i soldi dove non possono essere evasi, cioè dai lavoratori dipendenti e dai pensionati.
Diceva il grande Ettore Petrolini: “I soldi li vanno a prendere dove ci sono,
cioè tra i poveri: ne hanno pochi fa sono tanti”.
Infine
la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, viene caricata di un altro 30%
(20% per la casse disastrate del Comune e un altro 10% per quelle dello Stato).
Aumento del 30% che si va ad aggiungere a quelli già decisi negli anni scorsi
dall’amministrazione comunale impegnata ormai in un solo grande compito: come
raccogliere soldi, soldi e soldi dai suoi cittadini.
L’approvazione
di questi aumenti è avvenuta in modo silenzioso da parte della Giunta, senza neanche
cercare di discuterne con i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa, le
associazioni e i cittadini. Una decisione a senso unico che penalizzerà
ulteriormente chi le tasse le ha sempre pagate.
E sul
fronte dell’evasione? Nessuna notizia. L’Assessore al Bilancio, Querini, si è
limitato a confermare che per quanto riguarda la Tarsu, per esempio, l’evasione
tocca quota 20% sul totale che, in soldoni, significa che circa 600-700 mila
euro mancano all’appello. Quale soluzione? Semplice, farli pagare a quelli che
la tassa l’hanno sempre versata.
Se il
primo cittadino Pasquale Boccia voleva passare alla storia c’è sicuramente
riuscito: sarà ricordato come “il Sindaco del… vado al massimo”.
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