L’amministrazione
Boccia conferma gli aumenti per la mensa scolastica
Il
Comune ha firmato un contratto che prevede circa 100mila pasti. E ora?
di Andrea
Sebastianelli
Circa
un anno fa la Giunta Boccia affiggeva dei manifestini in tutto il paese per far
sapere ai cittadini che Rocca di Papa applicava le tariffe per i servizi più
basse dei Castelli Romani proprio per agevolare le famiglie in un momento di
crisi generale. Oggi questa “politica di attenzione”, dopo il taglio del
servizio scuolabus che è stato riversato sul trasporto pubblico locale, è
franata a causa del forte aumento del costo della mensa scolastica che in media
peserà in più ogni anno, su ogni famiglia, per circa 300 euro (una famiglia con
tre bambini in età scolare arriverebbe a pagare quasi 4mila euro l’anno solo
per la mensa!).
Il
17 settembre scorso una settantina di genitori ha occupato di nuovo la sala
consiliare di Corso Costituente per incontrare l’amministrazione comunale la
quale, invece di affrontarli a viso aperto, ha preferito ricevere nell’ufficio
del Sindaco solo una delegazione ma alla fine poco è cambiato rispetto alla
delibera di Giunta del 9 luglio che decideva di portare il costo di ogni
singolo pasto da 2,94 a 4,54 euro (a cui va aggiunto l’aumento Istat), venendo
meno la compartecipazione comunale, e diventando quindi a totale a carico delle
famiglie. Il Comune si è limitato a proporre la creazione di una sorta di “osservatorio”
con la Bioristoro, la società che gestisce il servizio della mensa scolastica,
al fine di ottenere qualche sconto sul costo unitario del ticket giornaliero. Dopo
quasi un’ora e mezza, alcuni genitori, non ricevendo alcun tipo di
informazione, decidevano di recarsi presso l’ufficio del primo cittadino il
quale, un po’ furtivamente, preferiva invece prendere l’ascensore in tutta
fretta scortato dalla polizia locale e lasciare la sede municipale. All’uscita,
grida e urla di alcuni genitori con un rapido scambio di battute, ma in pochi
minuti Boccia si dileguava con la panda dei Vigili.
Subito
dopo i genitori, sempre più arrabbiati, hanno continuato la loro assemblea e
nessun amministratore ha osato presentarsi per spiegare le ragioni degli
aumenti. L’unico politico presente, il Consigliere d’opposizione Emanuele
Crestini, informava i presenti sull’esito della proposta della Giunta comunale
che ai più appariva solo un tentativo improvvisato di prendere tempo per far
sbollire rabbia e delusione.
Lo
stesso Crestini, poi, informava i presenti che nel contratto sottoscritto tra
Comune e Bioristoro l’amministrazione si è impegnata a garantire circa 100mila
pasti per tutta la durata dell’anno scolastico, per un costo di circa 430mila
euro. Ecco quindi il dubbio che ha assalito i genitori: se tali pasti non
saranno effettuati, come previsto nel contratto, che succede? Il timore è che
il Comune potrebbe trovarsi nella condizione di dover pagare una penale versando
il corrispettivo dei pasti mancati. Per il momento questo è solo un dubbio in
attesa di conferme o smentite. Certo è che la Bioristoro, di fronte a uno
scenario di questo tipo, si rifarebbe immediatamente sul Comune per i pasti da
quest’ultimo garantiti contrattualmente.
E
allora potrebbe verificarsi un paradosso: l’amministrazione, per non accollarsi
la compartecipazione del costo della mensa, potrebbe trovarsi nella circostanza
di versare oltre 400mila. E l’arma che i genitori potrebbero ora adottare
potrebbe essere proprio quella di non iscrivere i propri figli alla mensa così
da mettere l’amministrazione Boccia con le spalle al muro.
Appare
chiaro a questo punto che il Comune continua a non avere più soldi in cassa e
ogni spesa, anche la più “scontata”, diventa un problema insormontabile a causa
di una gestione delle risorse pubbliche a dir poco fallimentare (opere
pubbliche, gestione dei boschi, servizi, ecc.). Ma che questo fallimento lo
debbano pagare i bambini attraverso il loro pasto quotidiano è l’aspetto più
vergognoso dell’intera vicenda.
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