giovedì 19 settembre 2013

Genitori arrabbiati e il Sindaco si dilegua

L’amministrazione Boccia conferma gli aumenti per la mensa scolastica
Il Comune ha firmato un contratto che prevede circa 100mila pasti. E ora?

di Andrea Sebastianelli
Circa un anno fa la Giunta Boccia affiggeva dei manifestini in tutto il paese per far sapere ai cittadini che Rocca di Papa applicava le tariffe per i servizi più basse dei Castelli Romani proprio per agevolare le famiglie in un momento di crisi generale. Oggi questa “politica di attenzione”, dopo il taglio del servizio scuolabus che è stato riversato sul trasporto pubblico locale, è franata a causa del forte aumento del costo della mensa scolastica che in media peserà in più ogni anno, su ogni famiglia, per circa 300 euro (una famiglia con tre bambini in età scolare arriverebbe a pagare quasi 4mila euro l’anno solo per la mensa!).
Il 17 settembre scorso una settantina di genitori ha occupato di nuovo la sala consiliare di Corso Costituente per incontrare l’amministrazione comunale la quale, invece di affrontarli a viso aperto, ha preferito ricevere nell’ufficio del Sindaco solo una delegazione ma alla fine poco è cambiato rispetto alla delibera di Giunta del 9 luglio che decideva di portare il costo di ogni singolo pasto da 2,94 a 4,54 euro (a cui va aggiunto l’aumento Istat), venendo meno la compartecipazione comunale, e diventando quindi a totale a carico delle famiglie. Il Comune si è limitato a proporre la creazione di una sorta di “osservatorio” con la Bioristoro, la società che gestisce il servizio della mensa scolastica, al fine di ottenere qualche sconto sul costo unitario del ticket giornaliero. Dopo quasi un’ora e mezza, alcuni genitori, non ricevendo alcun tipo di informazione, decidevano di recarsi presso l’ufficio del primo cittadino il quale, un po’ furtivamente, preferiva invece prendere l’ascensore in tutta fretta scortato dalla polizia locale e lasciare la sede municipale. All’uscita, grida e urla di alcuni genitori con un rapido scambio di battute, ma in pochi minuti Boccia si dileguava con la panda dei Vigili.
Subito dopo i genitori, sempre più arrabbiati, hanno continuato la loro assemblea e nessun amministratore ha osato presentarsi per spiegare le ragioni degli aumenti. L’unico politico presente, il Consigliere d’opposizione Emanuele Crestini, informava i presenti sull’esito della proposta della Giunta comunale che ai più appariva solo un tentativo improvvisato di prendere tempo per far sbollire rabbia e delusione.
Lo stesso Crestini, poi, informava i presenti che nel contratto sottoscritto tra Comune e Bioristoro l’amministrazione si è impegnata a garantire circa 100mila pasti per tutta la durata dell’anno scolastico, per un costo di circa 430mila euro. Ecco quindi il dubbio che ha assalito i genitori: se tali pasti non saranno effettuati, come previsto nel contratto, che succede? Il timore è che il Comune potrebbe trovarsi nella condizione di dover pagare una penale versando il corrispettivo dei pasti mancati. Per il momento questo è solo un dubbio in attesa di conferme o smentite. Certo è che la Bioristoro, di fronte a uno scenario di questo tipo, si rifarebbe immediatamente sul Comune per i pasti da quest’ultimo garantiti contrattualmente.
E allora potrebbe verificarsi un paradosso: l’amministrazione, per non accollarsi la compartecipazione del costo della mensa, potrebbe trovarsi nella circostanza di versare oltre 400mila. E l’arma che i genitori potrebbero ora adottare potrebbe essere proprio quella di non iscrivere i propri figli alla mensa così da mettere l’amministrazione Boccia con le spalle al muro.
Appare chiaro a questo punto che il Comune continua a non avere più soldi in cassa e ogni spesa, anche la più “scontata”, diventa un problema insormontabile a causa di una gestione delle risorse pubbliche a dir poco fallimentare (opere pubbliche, gestione dei boschi, servizi, ecc.). Ma che questo fallimento lo debbano pagare i bambini attraverso il loro pasto quotidiano è l’aspetto più vergognoso dell’intera vicenda.


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