sabato 14 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
Primarie Pd, a Rocca stravince Renzi, anche nel quartiere “rosso”. Sfacelo Cuperlo
Anche
a Rocca di Papa non c’è stata partita. Matteo Renzi non solo vince
ma stravince ottenendo 466 voti, cioè quasi il 71,5%. Dietro si
piazza Cuperlo con 115 preferenze (il 17,6%). Chiude Pippo Civati con
71 voti (quasi l’11%). In termini di partecipazione non si può
parlare di un risultato eclatante, visto che hanno votato 652 persone
(alle primarie del dicembre 2012 erano stati 761).
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Matteo Renzi |
Nel
nostro paese Renzi ha incrementato di molto i voti ottenuti nel 2012
(in quell’occasione ottenne 335 voti - 44%), segno che a pesare è
stato anche il malgoverno locale che negli ultimi 12 mesi ha
raggiunto livelli impensabili. Infatti, quasi tutta l’amministrazione
comunale era schierata a favore di Cuperlo (malgrado qualche
tentativo di saltare all’ultimo momento sul carro di Renzi).
La
debacle di Cuperlo è palese. L’ex segretario Pd, Bersani, a Rocca
di Papa nel 2012 ottenne il 56% dei voti (426 preferenze) mentre oggi
Cuperlo si ferma al 17%. Uno sfacelo. Meglio Civati che, seppur poco
pubblicizzato, ha superato il 10%.
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Gianni Cuperlo |
Per
quanto riguarda le sezioni, Renzi vince in ogni quartiere
roccheggiano, ma soprattutto ai Campi d’Annibale, zona “rossa”
per tradizione. Qui il Sindaco di Firenze ha ottenuto quasi il 78%
dei voti mentre Cuperlo si è fermato al 15%. Stessa identica cosa al
quartiere Vigne (tradizionalmente più vicino ai moderati) con Renzi
che ha avuto 164 voti (78,46%) mentre Cuperlo ha avuto addirittura un
testa-a-testa con Civati (23 voti per il candidato dalemiano -11%- e
22 per Civati -10,52%).
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Pippo Civati |
Molto
soddisfatto si è detto Giuseppe Calicchia, Renziano da sempre e
coordinatore della mozione a Rocca di Papa: “E’ un risultato
straordinario che premia il nostro impegno sul territorio. Il nostro
gruppo si avvale di una cinquantina di iscritti e li voglio
ringraziare tutti per il lavoro fatto, soprattutto Patricia Antolovic
e Raffaella Taggi che hanno dato il 100%”.
Un
altro risultato per il comitato Renzi di Rocca di Papa è stato il
premio per la maggior movimentazione sui social network. Rocca di
Papa, infatti, si è piazzata terza in tutt’Italia dimostrando un
attivismo via web notevole e che ha dato i suoi frutti.
Risultati
Primarie Rocca di Papa 8 dicembre (totale sezioni)
candidato |
voti
|
%
|
RENZI |
466
|
71,47 |
CUPERLO |
115
|
17,63 |
CIVATI |
71
|
10,88 |
Risultati
Primarie Rocca di Papa 8 dicembre CENTRO STORICO
candidato |
voti
|
%
|
RENZI |
135
|
59,21 |
CUPERLO |
60
|
26,31 |
CIVATI |
33
|
14,47 |
Risultati
Primarie Rocca di Papa 8 dicembre CAMPI D’ANNIBALE
candidato |
voti
|
%
|
RENZI |
166
|
77,57 |
CUPERLO |
32
|
14,95 |
CIVATI |
16
|
7,47 |
Risultati
Primarie Rocca di Papa 8 dicembre VIGNE-SACRAMENTO
candidato |
voti
|
%
|
RENZI |
164
|
78,46 |
CUPERLO |
23
|
11,00 |
CIVATI |
22
|
10,52 |
Risultati
Primarie ITALIA
candidato |
%
|
RENZI |
68 |
CUPERLO |
18 |
CIVATI |
14 |
Risultati
Primarie REGIONE LAZIO
candidato |
%
|
RENZI |
64 |
CUPERLO |
19,5 |
CIVATI |
17 |
Risultati
Primarie PROVINCIA DI ROMA
candidato |
%
|
RENZI |
70 |
CUPERLO |
17 |
CIVATI |
16 |
venerdì 22 novembre 2013
Aumenti a raffica a Rocca di Papa Per la tassa sui rifiuti l’aumento è di circa il 30%. Tarsu, Irpef e Imu… al massimo

“Vado al
massimo…” cantava Vasco Rossi qualche anno fa. A questa frase dev’essersi
ispirato il Sindaco di Rocca di Papa, visto che quello andato in scena il 21
novembre scorso è stato un Consiglio Comunale all’insegna dell’inasprimento
della tassazione locale, con le aliquote portate praticamente al massimo
consentito. L’amministrazione guidata da Boccia, infatti, ha approvato una raffica
di aumenti, Imu-Irpef-Tarsu, un
terzetto che peserà nelle tasche dei contribuenti roccheggiani per alcune
centinaia di euro l’anno in più. Per quanto riguarda l’Imu, la tassa sugli
immobili (in attesa che il governo sciolga definitivamente il nodo dell’Imu sì-Imu no), il Comune di Rocca di
Papa ci è andato pesante decidendo di alzare ancora l’aliquota sulle seconde
case.
Anche
l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) fa un balzo in avanti
passando dallo 0,7 allo 0,8 percento (il massimo consentito dallo Stato). Ciò
significa un ulteriore prelievo di oltre 60 euro l’anno che dalle buste paga
vanno direttamente nelle casse comunali, senza che i cittadini neanche se ne
accorgano. Ancora una volta, gli amministratori hanno deciso di andare a prendere
i soldi dove non possono essere evasi, cioè dai lavoratori dipendenti e dai pensionati.
Diceva il grande Ettore Petrolini: “I soldi li vanno a prendere dove ci sono,
cioè tra i poveri: ne hanno pochi fa sono tanti”.
Infine
la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani, viene caricata di un altro 30%
(20% per la casse disastrate del Comune e un altro 10% per quelle dello Stato).
Aumento del 30% che si va ad aggiungere a quelli già decisi negli anni scorsi
dall’amministrazione comunale impegnata ormai in un solo grande compito: come
raccogliere soldi, soldi e soldi dai suoi cittadini.
L’approvazione
di questi aumenti è avvenuta in modo silenzioso da parte della Giunta, senza neanche
cercare di discuterne con i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa, le
associazioni e i cittadini. Una decisione a senso unico che penalizzerà
ulteriormente chi le tasse le ha sempre pagate.
E sul
fronte dell’evasione? Nessuna notizia. L’Assessore al Bilancio, Querini, si è
limitato a confermare che per quanto riguarda la Tarsu, per esempio, l’evasione
tocca quota 20% sul totale che, in soldoni, significa che circa 600-700 mila
euro mancano all’appello. Quale soluzione? Semplice, farli pagare a quelli che
la tassa l’hanno sempre versata.
Se il
primo cittadino Pasquale Boccia voleva passare alla storia c’è sicuramente
riuscito: sarà ricordato come “il Sindaco del… vado al massimo”.
Tuscolo prevale la legalità. Ordinata la demolizione di edifici abusivi
A leggere l’ordinanza di demolizione e ripristino dello
stato dei luoghi del Comune di Grottaferrata, quasi non ci si crede:
l’amministrazione “Ordina e ingiunge” la demolizione delle opere realizzate abusivamente dalla società Fonteia, ai piedi del Tuscolo. Si tratta di tre edifici e
una vasca di accumulo delle acque piovane costruiti – secondo i proprietari –
per uso agricolo. I tecnici comunali hanno invece accertato che si tratta di
tutt’altra cosa, che non c’entra niente con l’agricoltura: edifici residenziali
(in pratica tre ville) e una bella piscina. C’è poi tutto un corollario di altre irregolarità e difformità, che vanno
dall’aumento di cubature alle sistemazione esterne.
L’indagine è scaturita da una segnalazione delle
associazioni Il Segno, U Lengheru neru e Italia Nostra fatta alle autorità e proseguita con articoli sui
giornali e video sui blog. Memorabile il video nel quale due persone nuotano
beatamente nella piscina/vasca di accumulo. Quella stessa piscina, esibita
sfacciatamente prima, è stata nascosta con grossolani espedienti al momento dei
sopralluoghi dei tecnici, mettendoci sopra erba sintetica. Una comica!
L’ordinanza del Comune afferma quel principio di legalità spesso invocato da tanti cittadini, ma è
anche una vittoria per la pubblica amministrazione, che questa volta ha assunto
un ruolo attivo ed efficace a sostegno delle tesi delle associazioni che
avevano denunciato l’abuso, in difesa del paesaggio.
venerdì 15 novembre 2013
Affari & Bugie
Il
Consiglio Comunale del 29 agosto scorso approvò un progetto che
prevedeva una demolizione e ricostruzione per diverse migliaia di
metri cubi, per dei capannoni che, secondo la presentazione
dell’assessore all’urbanistica Silvia Sciamplicotti, erano stati
condonati. Un nostro redattore fece un semplice controllo ed è
risultato che i capannoni in questione (della società Edilmostra
Galli S.r.l.) non esistevano prima del 1995 e quindi non potevano
essere condonati 10 anni prima, come asserito. Il nostro articolo ha
prodotto un fiorire di posizioni critiche, che hanno portato a una
richiesta di riesame al Consiglio Comunale, da parte del Consigliere
Danilo Romei e da parte del Movimento
per Rocca di Papa
insieme a uno dei circoli di Sinistra
Ecologia e Libertà.
Recentemente
siamo venuti a conoscenza di un’altra pratica edilizia che, nelle
caratteristiche enunciate, appariva del tutto simile a quella di cui
sopra, e che quindi ha destato la nostra curiosità. Si tratta del
condono
edilizio relativo alla proprietà Bruno Carnevali su via dei Laghi,
sempre nel Comune di Rocca di Papa. Sarà la coincidenza, sarà la
sfortuna (fate voi) ma ci siamo trovati davanti a un caso
praticamente identico al primo. Tralasciando dati di dettaglio e
specifiche tecniche, quello che salta agli occhi è che anche
qui gli immobili condonati dal Comune
– secondo le dichiarazioni dei proprietari, controfirmate dai
tecnici incaricati e sottoscritte infine da quelli
dell’amministrazione comunale – risalirebbero
a epoche molto lontane.
È stato infatti utilizzato il condono della legge n. 47 del 1985 che
prevedeva la sanatoria per gli abusi realizzati entro l’ottobre del
1983.
Così,
con un semplice controllo delle aerofoto, passate e recenti, è
stato possibile constatare che gli edifici condonati non esistevano
prima del 2002
(e più esattamente risultano costruiti tra il 5 aprile e il 29
giugno del 2002), cioè
19 anni dopo il limite imposto dalla legge.
Un particolare a dir poco imbarazzante e che rende evidente come, al
contrario di quanto è stato fatto, non sarebbe stato possibile
condonare proprio niente, per il semplice fatto che al momento della
domanda di condono quegli edifici non esistevano.
Nel
1987
(fonte: il vigente Piano Regolatore di Rocca di Papa) si vede che la
costruzione esistente è piuttosto corta, mentre successivamente,
entro
il 1998,
l’edificio appare molto più lungo. Già questo elemento da solo
evidenzia un abuso. L’aerofotogrammetria del 2002
(volo aereo del 2002 e restituzione del 2005, cioè quando è stata
disegnata sulla base del volo aereo del 2002) è un documento della
Regione Lazio e qui si vede che nel 2002 esisteva un solo volume.
Per
battuta si potrebbe dire che i proprietari erano dei preveggenti che
sapevano quello che sarebbe successo qualche anno dopo! I
tecnici che hanno presentato la pratica
(per conto della proprietà), quando
sono andati sul posto per prendere le misure dell’immobile, che
cosa hanno misurato?
Degli edifici fantasma? E
i tecnici del Comune, che avrebbero dovuto verificare il tutto, non
hanno constatato che l’immobile non esisteva?
Possibile poi che negli anni successivi nessuno si è accorto che
qualcuno stava costruendo abusivamente degli edifici artigianali ai
margini di via dei
Laghi?
Tutti
interrogativi che, formulati da un giornale, forse possono creare al
massimo un qualche imbarazzo ai nostri amministratori comunali ma, ne
siamo convinti, se ripresi e approfonditi potranno chiarire
se la vicenda scaturisca da una sequenza di errori o da qualcosa di
diverso.
mercoledì 6 novembre 2013
La funicolare di Rocca di Papa
Nel
piazzale della funicolare c’erano molte persone: i bambini delle
scuole elementari che hanno recitato delle poesie sulla funicolare,
la banda degli Screpanti, che ha intonato le note delle più
classiche melodie romanesche e molti politici e amministratori. Il
clima era quello di una festa, un po’ da strapaese.
Il
sindaco ha parlato con molta enfasi della funicolare, del progetto,
degli obiettivi. Il presidente Zingaretti da parte sua ha preso
l’impegno di portare a termine il cantiere nei tempi dovuti. Tutto
bene quindi? Sì per quanto riguarda gli impegni, no per quanto
riguarda gli obiettivi.
Il
costo del progetto pare si aggiri intorno ai sei milioni di euro
(qualche anno fa si parlava di quattro), una cifra considerevole che
servirebbe non solo per un migliore collegamento con Roma, ma anche
per il turismo – secondo il sindaco. Ha infatti parlato di
stranieri che già ora vengono a Rocca di Papa. Su questo tema il
comportamento dell’amministrazione comunale appare schizofrenico,
visto lo stato di abbandono nel quale versa il centro storico. Gli
eventuali turisti (che, detto per inciso, ora passano a Rocca sugli
autobus, senza fermarsi) che potrebbero vedere? Il centro storico per
ora è impresentabile, delle tante emergenze archeologiche o
paesaggistiche che punteggiano il territorio, quasi nessuna è
raggiungibile, segnalata e visitabile come dovrebbe. Forse ci
vorrebbe un progetto pure per il turismo, ma nessuno lo ha
menzionato.
Più
in generale, il progetto, se realizzato nei tempi dovuti, potrebbe
rappresentare un miglioramento, nonostante la necessità di usare ben
tre mezzi per arrivare a Roma (funicolare, autobus e metro). Si
evidenzia però, una mancata gerarchia delle necessità pubbliche: si
spendono sei milioni di euro per un miglioramento dei trasporti,
senza parlare delle condizioni degli autobus e della continua
soppressione delle corse, ma si tralasciano altri problemi
fondamentali, a cominciare dall’inquinamento elettromagnetico
dovuto alle antenne di Monte Cavo, che dopo ogni elezione pare finire
nel dimenticatoio.
A
onor del vero, in piazza, a lato della festa per la funicolare, c’era
il comitato di quartiere del centro storico che ha sollevato il
problema delle antenne. Con alcuni cartelli hanno richiamato
l’attenzione di Zingaretti (ma non quella del sindaco) che a
margine della manifestazione della posa della prima pietra ha parlato
qualche minuto con i manifestanti, i quali erano stati tenuti fuori
dalla piazza.
Infine
una supplica, da ascrivere alla decenza politica: abolire le
cerimonie delle inaugurazioni preventive, della posa della prima
pietra, dei festeggiamenti per l’avvio dei cantieri. Al massimo si
può tollerare l’inaugurazione di un’opera finita e funzionante.
Roberto
Sinibaldi
sabato 19 ottobre 2013
Intervista al Commissario del Parco dei Castelli Romani Sandro Caracci
Intervista al Commissario del Parco
Il direttore del Segno, Andrea Sebastianelli, giovedì 17 ottobre ha intervistato il Commissario Straordinario del Parco dei Castelli Romani, Sandro Caracci. Caracci è stato già presidente del Parco dal 1995 al 2002, per sette anni. Da allora, come dichiara, si è interessato poco delle questioni inerenti il Parco, ma dal momento della sua nomina, avvenuta nei primi giorni di agosto, le aspettative sono cresciute e molti ora attendono quei risultati che la gestione Orciuoli (il precedente commissario nominato dall’allora presidente della Regione Lazio Polverini) non ha saputo (o voluto) dare. In poco più di mezz’ora di colloquio, il Commissario ha toccato molti dei temi che in queste settimane sono stati al centro del dibattito: lo scarso funzionamento del Parco, la mancanza di trasparenza sugli atti amministrativi, gli obiettivi della programmazione, tra cui il piano di assetto, e il controllo del territorio.
Il Commissario è apparso assai prudente e, su alcune questioni concrete (la fantomatica piscina del Tuscolo e gli 80mila metri cubi di nuove costruzioni a Rocca Priora, autorizzati dal Parco nel 2011, per citare solo i casi più eclatanti) non ha voluto assumere una presa di posizione chiara ed univoca. Un comportamento prudente, in genere, è sintomo di ponderata riflessione, in questo caso ci pare dettato più da una forma di difesa. Il refrain del Commissario è stato che “Deve leggere le carte” e che “Non si farà tirare la giacchetta da nessuno! Né dai sindaci, né dalle associazioni”.
Lo stesso Commissario conferma implicitamente che il Parco ha lasciato senza risposta, prima della sua nomina, alcune centinaia di nulla osta, che sono diventati tutti favorevoli per silenzio-assenso. Ora si tratterà di capire, nel dettaglio, che cosa nascondono e di che cosa si tratta.
Oltre a queste ombre, che incombono sul nuovo corso del Parco, esistono anche elementi che fanno ben sperare, come le dichiarazioni sulla totale trasparenza che vorrà assumere l’Ente rispetto alle proprie azioni, o ai traguardi previsti circa il piano di assetto.
La richiesta di Caracci, in definitiva, è quella di dargli tempo. Noi non siamo i giudici di nessuno, constatiamo solo i fatti. La richiesta ci pare legittima e quindi assumiamo la disponibilità del Commissario ad un nuovo incontro, magari tra un paio di mesi, come un nostro impegno, affinché illustri quanto attuato e dia quelle risposte che nell’intervista che presentiamo, e che vi consigliamo di vedere, non ha dato.
venerdì 11 ottobre 2013
Se 80mila metri cubi vi sembran pochi. Il deputato Filiberto Zaratti denuncia l’accaduto
Il
caso riguarda il Parco Regionale dei Castelli Romani, è scoppiato all’inizio di
ottobre, ma risale al 2011. Di cosa si tratta? Di un Nulla Osta, i permessi rilasciati
dal Parco finalizzati a nuove costruzioni.
Nel
2008 il Parco aveva detto no a una richiesta per una nuova casa di riposo di
80.000 metri cubi (equivalenti ad almeno un’ottantina di villette di 300 metri
quadri, per un valore stimato di alcune decine di milioni di euro) su terreno
agricolo nel comune di Rocca Priora, località Valle Moretta, ai confini con la
frazione del Vivaro. Le ragioni del no erano che le aree agricole sono sì edificabili,
ma solo per fini agricoli. A distanza di tre anni viene riproposto il progetto,
a quanto sembra senza variazioni. La cosa sconcertante, leggendo le carte, è
che dalle medesime premesse si arrivi a un parere opposto. Lo zelante direttore
del Parco dell’epoca è lo stesso che nel settembre 2011 rinunciò, con lettera
formale, a quasi due milioni di euro di finanziamenti europei. Con questi fondi
erano in programma il recupero e la riutilizzazione per fini turistici di
alcuni strutture di Rocca di Papa, rimaste purtroppo dei ruderi, come per
esempio il Casale dei Guardiani a Grotticelle.
“L’aspetto che più sconcerta è che a
distanza di qualche anno ritornino progetti che sembravano definitivamente
archiviati, per la loro improponibilità – sostiene Zaratti – il neo commissario del Parco è a conoscenza
del problema e siamo certi che interverrà. Sullo sfondo rimane l’inquietante
possibilità che l’Ente, negli ultimi tre anni della gestione Polverini, abbia
completamente abbandonato ogni prerogativa di controllo, lasciando maturare
centinaia di Nulla osta per silenzio-assenso. Come dire che il Parco chiude le
richieste dentro un cassetto e rinuncia alle sue funzioni di verifica, che oltre
ad essere obbligatorie per legge, sono una delle sue prerogative
istituzionali.”
Un
parco così, a leggere la lettera aperta qui accanto, non sembra che piaccia a
molti e non serve ai cittadini, ai costruttori forse sì.
martedì 8 ottobre 2013
Sarà una piscina?
È
lunga quasi venti metri e larga poco meno di dieci, è profonda un metro da una
parte e poi sempre di più dall’altra, è rivestita di cangianti maioliche
celesti, che danno all’acqua contenuta delle magnifiche sfumature verde
smeraldo, i bordi sono praticabili e c’è una sdraio, al centro un materassino
che galleggia, da un lato c’è una gradonata che pian piano si immerge
nell’acqua. Che sarà mai questo oggetto misterioso? Anche senza vederlo, magari
qualcuno ha indovinato. Non così i vigili urbani e i tecnici del Comune di
Grottaferrata preposti ai controlli. Eh, sì; bisogna proprio dirlo: questi
tecnici sono pieni di fantasia. Un oscuro funzionario del comune di
Grottaferrata, in un recente documento ufficiale, sembra abbia scritto alla
Regione Lazio per capire se si tratti di una vasca a cielo aperto o di qualche
altra cosa. Eppure l’ufficio tecnico comunale dovrebbe avere sull’argomento una
copiosa documentazione fotografica! Ma evidentemente quest’oggetto è talmente
misterioso da necessitare un’autorità professionalmente più preparata.
Con
una forza comica degna del miglior Totò, i tecnici mettono in dubbio le proprie
affermazioni (non sono convinti che sia proprio una vasca a cielo aperto) e
pudicamente si chiedono se per caso la vasca non sia una piscina. Le foto sono
di un’evidenza talmente schiacciante, che l’estensore della grottesca relazione
si deve essere vergognato un po’. Dichiarano con sprezzo del ridicolo che la
piscina al momento del sopralluogo era ultimata. Ma guarda un po’ il caso.
Tecnici comunali e vigili urbani di Grottaferrata non ne sapevano niente; dei
guardiaparco dei Castelli Romani neanche a parlarne. Nessun l’aveva notata
prima, eppure è proprio sulla strada.
Nelle
foto della “vasca a cielo aperto” che stanno sui giornali (sui giornali!) si
vedono due persone, un uomo e una donna, che fanno il bagno, lei su un
materassino gonfiabile che galleggia sull’acqua. Magnifico: sembra un resort
esclusivo, di quelli con appartamentini panoramici e invece è una modesta
azienda agricola, dicono i documenti. Di agricolo non produce niente, ma le
piscine crescono bene.
Ora
però siamo addirittura alla farsa. Può un privato cittadino, nonché
imprenditore, prendersi gioco in modo tanto plateale delle istituzioni? Sì,
perché da qualche settimana alcuni operai stanno cercando di trasformare, dal
punto di vista visivo, la piscina in una vasca di accumulo. Un bel “prato
pronto” (quello che si compra a strisce) ha coperto i bordi della vasca e la
nuova scenografia è terminata. Tutto a posto quindi? Noi crediamo di no… perché
resta da vedere se Comune, Regione Lazio, Parco dei Castelli Romani, Polizia e
Carabinieri sono disposti a farsi prendere in giro in modo tanto sfacciato!
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Vasca vera |
Vasca farlocca |
sabato 5 ottobre 2013
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, il cui oggetto è “inattività del Parco dei Castelli Romani”
Sandro Caracci
Commissario Straordinario del
Parco Regionale dei
Castelli Romani
p. c. Nicola Zingaretti
Presidente della Regione Lazio
Fabio Refrigeri
Assessore all’ambiente della
Regione Lazio
LETTERA
APERTA
Oggetto: inattività
del Parco dei Castelli Romani
Egregio Commissario,
duole dover sottoporre alla sua
attenzione missive di questo tenore, ma siamo rimasti assai
sconcertati nel constatare che dopo il vero e proprio blocco delle
attività, che negli ultimi tre anni di Commissariamento del centro
destra hanno caratterizzato il Parco dei Castelli, con il suo
insediamento non si sia intravisto l’atteso e sostanziale
cambiamento che in molti attendevamo.
Il Parco si presenta come un
fortilizio chiuso e poco trasparente, con scarsi e datati documenti
pubblicati sul suo sito internet, che rendono praticamente
impossibile conoscere il suo operato.
Gli aspetti più delicati, che
riguardano la gestione territoriale, dai nulla osta per interventi
edificatori o di taglio bosco, ai controlli che dovrebbero essere
espletati dai guardiaparco, sono del tutto privi di efficacia.
Notizie recenti, riportate dai giornali, a proposito di una presunta
piscina abusiva sotto al Tuscolo – per esempio – evidenziano
tutta l’inefficacia dell’azione del Parco, che neppure si degna
di dare risposte ai cittadini. Per quanto riguarda i nulla osta, per
l’ignavia amministrativa la situazione appare ancora più
inquietante, visto che si parla insistentemente di centinaia di
autorizzazioni che avrebbero maturato un parere favorevole per
silenzio-assenso. Un meccanismo che da solo denuncia in maniera
manifesta la completa inazione dell’Ente e delle persone che
dovrebbero dirigerlo. Un atteggiamento di totale passività che ha
effetti devastanti sul territorio, sul quale potrebbero essere
riversati decine, o centinaia di migliaia di metri cubi, senza la
preventiva azione di controllo, alla quale il parco è specificamente
preposto e obbligato per legge.
Voci si rincorrono anche per una
presunta deroga per la navigazione, con grossi motoscafi adatti allo
sci nautico, nel lago Albano, che detto per inciso è un lago
tutelato da ben due Direttive europee, che impediscono attività così
impattanti.
Per il Piano di assetto non si
scorgono novità. Al di là dei proclami di rito non è stata fatta
alcuna azione sostanziale. Questo non lascia ben sperare per uno
strumento che è essenziale per il nostro territorio; peraltro il
nuovo Piano esplica già a pieno titolo i suoi effetti, anche se solo
adottato.
In buona sostanza, i segnali che
si percepiscono rispetto alle attività del Parco appaiono
contraddittori e scarsamente indirizzati ad azioni di trasparenza e
tutela ambientale. Un Parco così, che esprime positività solo con
le visite guidate (il cui programma è stato finalmente ripreso dopo
tre lunghi anni di inspiegabile scomparsa) e poco altro, non ci
piace. Non può piacerci. È l’esatto contrario di quello per cui
ci siamo battuti per anni.
La tutela ambientale è il primo
obiettivo di un Parco. Non esercitarla o considerarla secondaria
rispetto all’edilizia, alle nuove costruzioni, alle infrastrutture,
o più in generale alle pretese di chi considera lo sviluppo solo in
termini di continua e totale trasformazione degli ambienti naturali,
non solo è sbagliato, ma controproducente dal punto di vista
economico e ambientale.
Denunciamo quindi una mancanza di
azione, che rende il Parco una specie di foglia di fico per una
politica inadeguata e parassitaria. Al contrario vorremmo un progetto
di generalizzato rilancio del Parco, con azioni di tutela,
salvaguardia e valorizzazione. È chiedere troppo? Noi diciamo che si
può fare!
4 ottobre 2013
Giancarlo Trombetta Vice
presidente uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli
Romani
Franco Medici Consigliere
uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Gianfranco Brunetti ex
Sindaco di Rocca di Papa
Maria Pia Consoli Italia
Nostra Castelli Romani
Enrico Del Vescovo Italia
Nostra Castelli Romani
Emanuele Loret Italia
Nostra Castelli Romani
Andrea
Sebastianelli Associazione culturale Il Piccolo Segno
di Rocca di Papa
Luigi Fortini Associazione
culturale Il Piccolo Segno di Grottaferrata
Angelo
D’Ottavi Associazione U Lengheru Neru di
Grottaferrata
Vairo
Canterani Associazione Picchio Rosso di Nemi
Carlo Testana Associazione
Picchio Rosso di Nemi
Corrado Bisini Associazione
La Spinosa di Velletri
Andrea Tupac
Mollica Antropologo - Ariccia
Luca Nardi Associazione
Salviamo i Castelli Romani
Aldo Morana Consigliere
uscente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini
Politici senza argomenti
Non è raro sorprendere politici
nostrani ad attardarsi a criticare il nostro giornale con argomenti
che nulla hanno a che vedere con la sostanza di quanto scriviamo.
Preferiscono parlare di caratteristiche o situazioni personali degli
articolisti, pensano di allontanare così l’attenzione dagli
argomenti trattati e alleggerire il peso delle loro responsabilità
di Amministratori. Farebbero meglio a dedicarsi con più attenzione,
serietà, amore ( e disinteresse personale ) al compito che si sono
scelti candidandosi a governare la comunità e ascoltare Papa
Francesco “Prima di chiacchierare mordetevi la lingua”.
Danno l’impressione di galleggiare
in un ruolo per il quale non sono preparati. Le decisioni su
tariffa mensa scolastica e sezione scuola materna comunale
“rivisitate” dopo le dure proteste delle famiglie e
“l’ipotesi di ricorsi sulla legittimità di alcune
delibere o denunce alla Corte dei Conti”, dimostrano
superficialità o cattiva coscienza. Sono fatti che non infondono
alcuna fiducia nei confronti della Pubblica Amministrazione.
La crisi politico-economica non
consente più pressappochismi nelle decisioni e il metodo dei
favoritismi per i clan al potere (si racconta di contatti con alcuni
contestatori per soluzioni ad personam). Tutto ciò, ora che tante
famiglie sono praticamente sul lastrico, non viene sicuramente più
vissuto come ineluttabile ma è decisamente rifiutato.
Non vi resta che prenderne atto,
cari eletti e incaricati dagli eletti: vi dovete rassegnare a fare
bene il vostro lavoro. Il nostro giornale, che per le vostre
“debolezze” è dovuto diventare “una sentinella per
la legalità” potrebbe allora dedicarsi ad altri
argomenti che, a noi per primi, interessano di più.
Sarebbe una fortuna per tutti,
soprattutto per voi.
Sergio Rasetti
giovedì 26 settembre 2013
Questione mensa. Messa all’angolo dai genitori, la Giunta Boccia apre un leggero spiraglio
Stando
ad alcune voci circolate ieri dopo l’incontro tra Comune, rappresentanti dei
genitori e “Bioristoro” (la società affidataria del servizio), sembra che il
costo di ogni pasto sarà scontato di 54 cent. di euro, portando quindi la
tariffa a 4 euro (lo scorso anno era di 2,94 euro). Alcuni genitori si sono
comunque mostrati perplessi mentre in queste ore l’amministrazione starebbe
valutando varie possibilità per recuperare la cifra prevista che, pubblicamente,
non è stata ancora quantificata. C’è chi dice che i soldi arriveranno dal
taglio del servizio scuolabus verso il vicino comune di Genzano, chi invece si
dice certo che i fondi arriveranno dal recupero della Tarsu e di altre tasse di
tipo locale. Insomma, a regnare è ancora l’incertezza, anche perché i genitori,
uniti come non mai di fronte al muro innalzato dall’amministrazione comunale,
non sembrano intenzionati a indietreggiare, anzi… hanno alzato il tono della
protesta che, in pochi giorni, ha portato a manifestazioni e proteste che hanno
coinvolto l’intera cittadinanza per contrastare quello che appariva come un
vero e proprio sopruso consumato ai danni dei bambini.
L’altro
fatto che ha accelerato la vicenda è stato l’intervento di Carabinieri e Asl
dopo che alcuni bambini avevano notato delle tarme in alcune pietanze servite
provocando la reazione degli stessi genitori che, poco dopo, distribuivano un
volantino dai toni molto duri annunciando la decisione di “ritirare i nostri
figli dalla mensa” dando poi risalto, un po’ ironicamente, anche al primo
giorno di mensa caratterizzato da “piatti che camminano da soli”, riferimento
alle tarme oggetto dell’intervento delle autorità. Ora si è in attesa di
conoscere la data del Consiglio Comunale con carattere d’urgenza, chiesto dai
Consiglieri d’opposizione Crestini, Romei, Fondi e Gatta, che già si
preannuncia molto caldo vista l’annunciata partecipazione dell’intero “Comitato
Genitori”.
giovedì 19 settembre 2013
Pubblicati i video integrali del Consiglio Comunale del 29 agosto
Anche se il linguaggio è un po’ oscuro, sono trattati argomenti tecnici e i
tempi sono molto lunghi, ognuno si può fare un’idea precisa di chi ci governa e
di come vengono prese le decisioni che riguardano il nostro Comune.
Negli articoli a lato sono analizzate alcune delle scelte più importanti
del Consiglio Comunale, mentre nei video integrali si può verificare
l’andamento completo dei lavori e le posizioni di ogni singolo consigliere, assessore
e del sindaco.
Copia dei video è stata fornita all’Amministrazione Comunale.
La bellezza del paesaggio
Il Segno organizza un ciclo di visite nei Castelli Romani.
Gli appuntamenti per il prossimo autunno sono tre: le ultime domeniche di
settembre, ottobre e novembre. La partecipazione è libera.
Le
acque, i boschi, il paesaggio: il più indifeso e immateriale dei nostri beni,
non può essere tutelato se non è conosciuto e frequentato.
Il territorio è di tutti e
partecipare alle nostre visite guidate è uno dei modi per difenderlo.
Passeggiare nella natura e conoscere
i luoghi dove viviamo, ci aiuta a proteggerli e a valorizzarli. Una promozione culturale di questo tipo ci
può far riscoprire una morale ecologica fondata sul rispetto della natura.
Camminare nel bosco, in luoghi
affascinanti e ricchi di storia, significa ritrovare il piacere di una
passeggiata domenicale con persone che condividono lo stesso stile di vita, fatto di cose semplici e
profonde.
SCARICA IL PROGRAMMA
Genitori arrabbiati e il Sindaco si dilegua
L’amministrazione
Boccia conferma gli aumenti per la mensa scolastica
Il
Comune ha firmato un contratto che prevede circa 100mila pasti. E ora?
di Andrea
Sebastianelli
Circa
un anno fa la Giunta Boccia affiggeva dei manifestini in tutto il paese per far
sapere ai cittadini che Rocca di Papa applicava le tariffe per i servizi più
basse dei Castelli Romani proprio per agevolare le famiglie in un momento di
crisi generale. Oggi questa “politica di attenzione”, dopo il taglio del
servizio scuolabus che è stato riversato sul trasporto pubblico locale, è
franata a causa del forte aumento del costo della mensa scolastica che in media
peserà in più ogni anno, su ogni famiglia, per circa 300 euro (una famiglia con
tre bambini in età scolare arriverebbe a pagare quasi 4mila euro l’anno solo
per la mensa!).
Il
17 settembre scorso una settantina di genitori ha occupato di nuovo la sala
consiliare di Corso Costituente per incontrare l’amministrazione comunale la
quale, invece di affrontarli a viso aperto, ha preferito ricevere nell’ufficio
del Sindaco solo una delegazione ma alla fine poco è cambiato rispetto alla
delibera di Giunta del 9 luglio che decideva di portare il costo di ogni
singolo pasto da 2,94 a 4,54 euro (a cui va aggiunto l’aumento Istat), venendo
meno la compartecipazione comunale, e diventando quindi a totale a carico delle
famiglie. Il Comune si è limitato a proporre la creazione di una sorta di “osservatorio”
con la Bioristoro, la società che gestisce il servizio della mensa scolastica,
al fine di ottenere qualche sconto sul costo unitario del ticket giornaliero. Dopo
quasi un’ora e mezza, alcuni genitori, non ricevendo alcun tipo di
informazione, decidevano di recarsi presso l’ufficio del primo cittadino il
quale, un po’ furtivamente, preferiva invece prendere l’ascensore in tutta
fretta scortato dalla polizia locale e lasciare la sede municipale. All’uscita,
grida e urla di alcuni genitori con un rapido scambio di battute, ma in pochi
minuti Boccia si dileguava con la panda dei Vigili.
Subito
dopo i genitori, sempre più arrabbiati, hanno continuato la loro assemblea e
nessun amministratore ha osato presentarsi per spiegare le ragioni degli
aumenti. L’unico politico presente, il Consigliere d’opposizione Emanuele
Crestini, informava i presenti sull’esito della proposta della Giunta comunale
che ai più appariva solo un tentativo improvvisato di prendere tempo per far
sbollire rabbia e delusione.
Lo
stesso Crestini, poi, informava i presenti che nel contratto sottoscritto tra
Comune e Bioristoro l’amministrazione si è impegnata a garantire circa 100mila
pasti per tutta la durata dell’anno scolastico, per un costo di circa 430mila
euro. Ecco quindi il dubbio che ha assalito i genitori: se tali pasti non
saranno effettuati, come previsto nel contratto, che succede? Il timore è che
il Comune potrebbe trovarsi nella condizione di dover pagare una penale versando
il corrispettivo dei pasti mancati. Per il momento questo è solo un dubbio in
attesa di conferme o smentite. Certo è che la Bioristoro, di fronte a uno
scenario di questo tipo, si rifarebbe immediatamente sul Comune per i pasti da
quest’ultimo garantiti contrattualmente.
E
allora potrebbe verificarsi un paradosso: l’amministrazione, per non accollarsi
la compartecipazione del costo della mensa, potrebbe trovarsi nella circostanza
di versare oltre 400mila. E l’arma che i genitori potrebbero ora adottare
potrebbe essere proprio quella di non iscrivere i propri figli alla mensa così
da mettere l’amministrazione Boccia con le spalle al muro.
Appare
chiaro a questo punto che il Comune continua a non avere più soldi in cassa e
ogni spesa, anche la più “scontata”, diventa un problema insormontabile a causa
di una gestione delle risorse pubbliche a dir poco fallimentare (opere
pubbliche, gestione dei boschi, servizi, ecc.). Ma che questo fallimento lo
debbano pagare i bambini attraverso il loro pasto quotidiano è l’aspetto più
vergognoso dell’intera vicenda.
giovedì 12 settembre 2013
Sull’accordo pesa il mancato pagamento della Tarsu. Ma per il Comune va bene così
Firmata la nuova convenzione
per il parco la Pompa
diAndrea Sebastianelli
di
“Poteri
forti” è un’espressione usata molto spesso in Italia, per indicare qualcuno o
qualcosa che muove i fili delle decisioni politiche. Un’espressione chiara ma
sempre molto vaga. A Rocca di Papa, finalmente, abbiamo potuto dare ai “poteri
forti” un nome, anzi due: Galli e Polentone (quest’ultimo è un soprannome).
Infatti, nel Consiglio Comunale del 29 agosto scorso, la politica si è
completamente inchinata agli interessi di questi due potentati locali. Della
“vicenda Galli” ne parla abbondantemente Roberto Sinibaldi (nel paginone
interno del giornale) portando alla luce aspetti poco chiari (anzi...
chiarissimi), mentre a me tocca approfondire l’altra vicenda, quella legata
alla nuova convenzione per la gestione del Parco Comunale dei Campi d’Annibale
(la Pompa).
La convenzione del
2000
Cominciamo
dall’inizio, quando nel dicembre del 2000 il Comune approva la
convenzione-transazione per la gestione del Parco a favore dei signori Fondi
(fino al 1° gennaio del 2017), che andava a sostituire quella precedentemente
firmata con i gestori “storici” del parco (Gianfranco Gatta, Mascarò), i quali,
purtroppo per loro, non possono essere annoverati nella categoria dei
“potenti”. L’accordo venne presentato per scongiurare un contenzioso.
Contenzioso che, a rilegger le carte dell’epoca, poteva essere evitato subito,
mettendo a posto i documenti con un passaggio in Consiglio comunale. Si preferì
un accordo, che produsse un affidamento diretto (senza gara pubblica) per la
gestione del parco e soprattutto di un chiosco bar-pizzeria, appositamente
realizzato nel parco di proprietà comunale. La convenzione del 2000 venne
sottoscritta dopo una lunga causa civile che vide contrapposti signori Fondi e
Comune per la proprietà di una parte dei terreni costituenti il parco. Con tale
firma i terreni contestati passarono al Comune il quale, in cambio, concedeva
ai signori Fondi “l’appezzamento di terreno sito in località Costarelle della
superficie di mq 12.009” (si tratta di un’area posta sulla strada che dai Campi
d’Annibale conduce a Monte Cavo). Ma qui sorgeva un problema. Questo terreno è
gravato da usi civici ed era quindi “inalienabile ed indisponibile senza
l’autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste”. Resta un
piccolo aspetto da chiarire: sull’area denominata Costarelle (sorprende che
nessun Consigliere della maggioranza abbia posto la questione) da anni sono
presenti dei tralicci (ponti-radio) che dovrebbero pagare un affitto. Senza
tener conto che qualche anno fa si collocò in quell’area anche il traliccio di
Radio Latte Miele non certo a titolo gratuito. Quei soldi da chi sono stati
incassati?
Dal
Comune? Dai signori Fondi? O da qualcun altro? Visto che l’accordo iniziale tra
Comune e privati sarebbe stato viziato proprio dalla presenza di usi civici
alle Costarelle, è spontaneo domandare a che titolo sono stati eventualmente
percepiti quei soldi.
La nuova convenzione
Ma
veniamo a oggi, alla decisione del Comune di approvare un nuovo accordo malgrado
la scadenza di quello precedente fosse fissata al 2017. Facciamo un piccolo
passo indietro: nel 2012 gli affidatari fanno domanda di agibilità dei locali
del bar, come a dire che fino ad allora il bar era sostanzialmente abusivo. E
come è stato possibile se stava su un terreno di proprietà comunale e oggetto
addirittura di una convenzione? Forse perché nessuno ha controllato? Forse
perché chi ha controllato ha fatto finta di niente? Non lo sappiamo. Ma è certo
che la convenzione non è stata rispettata. E che fa il Comune a questo punto? Invece
di rescindere il contratto riprendendosi le aree di sua proprietà, premia gli
affidatari con una proposta di altri 19 anni di gestione convenzionata, sempre
senza oneri per i concessionari, a parte il taglio dell’erba e la pulizia del
chiosco. Non sarebbe stato meglio, una volta accertato il mancato rispetto
della convenzione, azzerarla, fissare un canone e fare un bando pubblico per la
gestione del parco e soprattutto del bar? Hai visto mai che vinca qualche
giovane roccheggiano che è in cerca di lavoro? Hai visto mai che si arrivi ad
avere occupazione e introiti per le casse pubbliche, in sostanza vantaggi per
l’intera collettività? Ma non è finita qui. Come la classica ciliegina sulla
torta, nel Consiglio Comunale del 29 agosto, le supposizioni del Consigliere Emanuele
Crestini vengono confermare dall’intervento dell’Ing. Simone Pizziconi,
Consigliere Comunale Pd e presidente della commissione urbanistica, il quale
ribadisce -leggendo un documento ufficiale della commissione che presiede- che
l’attività esercitata all’interno del parco non è iscritta nei ruoli dei
contribuenti della Tarsu. In poche parole, la tassa sui rifiuti, da oltre dieci
anni, non è mai stata corrisposta dai gestori del bar-pizzeria. A questa
sorprendente notizia ci aspettavamo un altolà da parte del Sindaco e della
maggioranza Pd, almeno per fare una verifica... e invece, come se nulla fosse,
tutti hanno fatto finta di niente, elogiando l’attività svolta dai Polentone
per il rilancio del parco pubblico, riaffidandoglielo fino al 2032. L’unico ad
opporsi è stato ancora una volta il solito Crestini che invitava i Consiglieri
a non approvare la nuova convenzione, anche in virtù della notizia sui mancati
versamenti della Tarsu, in quanto si poteva prefigurare un danno all’erario.
Ecco il punto: si può sottoscrivere una convenzione con qualcuno che non ha
pagato una tassa comunale, fatto certificato e reso noto dal presidente della
commissione urbanistica nel Consiglio Comunale che trattava proprio questo
aspetto? Si sa che di fronte ai “poteri forti” le orecchie sentono male, fanno
finta di non aver compreso bene, preferiscono cambiar discorso e parlare
d’altro. Di una cosa siamo sicuri, su questa vicenda non c’è ancora scritta la
parola fine.
lunedì 9 settembre 2013
Una poltrona per 3 per il dopo Boccia
È
già cominciato il toto Sindaci
di Luigi Serafini
Mauro Fei e Pasquale Boccia |
Nei
giorni del gran caldo di agosto, il
Mamilio,
giornale online “amico” dell’amministrazione comunale, se ne
esce con un articolo sul nuovo sindaco di Rocca di Papa. Mancano due
anni e mezzo alla scadenza naturale delle prossime elezioni comunali
e già c’è chi si sbraccia per fare nomi e previsioni. La cosa
risulta un po’ troppo prematura (a meno che si pensi che la Giunta
stia per cadere) e si giustifica solo per la necessità di parlare
d’altro rispetto alle gestione della Giunta Boccia: il rosario dei
disastri è – purtroppo – lungo e grave. Solo per cronaca
accenniamo qualche tema, ma per l’antologia completa ci vorrebbe un
volumetto: il Piano Regolatore è sparito e non se ne parla più; il
parcheggio del Carpino, tra sequestri e altri inconvenienti non è
ancora ultimato; l’isola ecologica dicono che è pronta, ma ancora
non funziona; il cantiere dell’ex hotel Europa, in piazza della
Repubblica, è il biglietto da visita dell’inazione della Giunta;
la funicolare, di cui il sindaco ha fatto pure l’inaugurazione, è
tornata bellamente nel dimenticatoio; il centro storico è
inguardabile; l’abusivismo edilizio dilaga; dalla gestione dei
boschi guadagnano soprattutto i tagliatori e non il Comune, che è il
proprietario… E ci fermiamo qui per carità di patria. È chiaro
che con queste premesse, parlare d’altro è d’obbligo, ed ecco
che spunta la partita del prossimo sindaco del centro sinistra. I
candidati sono Fei,
Maurizio Querini |
Silvia Sciamplicotti |
Tra Querini e Fei è
difficile stabilire un primato. Secondo noi comunque il più
piazzato, anche se mancano un paio d’anni all’apertura dei
giochi, è Mauro Fei. Qualcuno dirà che è poco visibile, ha meno
titoli, è meno scolarizzato, è un po’ più “rozzo” degli
altri, è quello che brilla di meno. Se è così, il candidato sarà
proprio lui!
giovedì 5 settembre 2013
LETTERA APERTA AL COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL PARCO SANDRO CARACCI
Il Commissario Straordinario del Parco
Sandro Caracci
Nel presentarle le nostre
congratulazioni per la sua nomina a Commissario straordinario del Parco dei
Castelli Romani, vorremmo sottolineare alcuni aspetti che ci sembrano
importanti. Avremmo voluto parlarne direttamente con lei in un’intervista, ma
non ha risposto al nostro invito, quindi le inviamo questa “lettera aperta”, in
attesa di una sua disponibilità.
La precedente gestione
commissariale si è rivelata un’esperienza fortemente negativa. L’attività del
Parco, anche in termini di fruizione, è stata completamente assente. Dopo un
periodo precedente caratterizzato da vivacità e brillantezza il Parco è tornato
così nel più oscuro anonimato. Ma forse era proprio questo l’obiettivo che la
precedente gestione del Parco intendeva perseguire, considerando i tentativi,
fortunatamente abortiti, di restringerne i confini.
La sua nomina è coincisa con
una ripresa dell’attività di fruizione del Parco e questo, sommato ai contenuti
delle dichiarazioni che lei ha rilasciato alla stampa, lasciano sperare in una
nuova e diversa stagione.
Ci rendiamo conto che i
problemi sono tanti, legati soprattutto agli interessi di lobby potenti a
cominciare dal quelle legate all’edilizia. Abbiamo letto anche alcune proposte
che vengono dai sindaci dei Comuni del Parco, che reclamano la diretta gestione
dell’Ente. Questa non sembra proprio una soluzione, considerando che le
maggiori responsabilità della pessima gestione territoriale siano proprio da
attribuirsi alla scelte dei sindaci dei Castelli, che negli anni hanno
determinato una sproporzionata urbanizzazione e una scarsa attenzione alle
prerogative dell’ambiente. Non dimentichiamo poi il fatto che i sindaci hanno
già gestito direttamente il Parco per una decina d’anni, fino al 1997, e che
furono sostituiti da un Commissario ad Acta proprio perché non riuscivano ad
adottare il Piano di Assetto.
C’è necessità che l’Ambiente,
le Risorse Naturali, la Biodiversità, la Tutela, abbiano qualcuno capace di
rappresentarli. Gli strumenti normativi ci sono tutti, anche se negli ultimi
anni, non sappiamo se per insipienza o qualcosa di peggio, le prerogative e i
poteri del Parco non sono stati applicati fino in fondo.
Ci riferiamo per esempio a
tre sentenze del Consiglio di Stato (3516, 3517 e 3518, tutte del 2012) che
riguardano ricorsi vinti specificamente dal Parco dei Castelli Romani. In
generale, queste sentenze assegnano ai parchi un ruolo fondamentale, per non
dire prevalente, nella pianificazione territoriale delle aree protette. Si
afferma infatti che un Piano di Assetto – anche solo adottato – si applica
immediatamente, con i suoi contenuti normativi e regolamentari. Altro elemento:
un Piano di Assetto può superare le norme dei Piani Paesistici. I Parchi sono
infatti considerati detentori di superiori prerogative ambientali.
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Una rivoluzione che dovrebbe
destare dall’assopimento amministrativo coloro che puntano sull’oblio dei
contenuti dei Piani (spesso dimenticati nei cassetti, come quello dei
Castelli), per non applicare quello che in genere è considerato il fastidioso
primato della tutela ambientale nella pianificazione territoriale. Una tutela
che, sempre più, considera l’ambiente allargato ai suoi contesti storici e
culturali.
Un altro pronunciamento,
questa volta del Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio, sul
ricorso 10615 del 2008, andato a sentenza nel 2013, stabilisce la
“insindacabilità” delle valutazioni del Parco nel rilascio delle
autorizzazioni, e ne stabilisce la discrezionalità tecnica (se non
irragionevole e discriminatoria). I giudici stabiliscono, inoltre, che i
giudizi tecnici del Parco possono superare i Piani Territoriali Regionali.
Insomma, si riconosce al Parco un potere molto forte, già scritto nelle leggi,
ma spesso scarsamente esercitato.
I vertici del Parco ne sanno
qualcosa di queste sentenze? E se sì, perché non le applicano? Noi condividiamo
i suoi auspici di vedere “approvato” definitivamente – da parte della Regione
Lazio – il Piano di Assetto nel 2014, quando l’Ente compirà trent’anni
dall’istituzione, ma anche un Piano del Parco semplicemente “adottato”, secondo
i giudici deve essere applicato. Non c’è bisogno quindi di stare ad aspettare
messianiche approvazioni dalla Regione Lazio.
Un’ultima osservazione: ci
sembra che l’azione di vigilanza e controllo del territorio, da parte dei
Guardiaparco, sia a dir poco inefficace. Troppo spesso, specie nel periodo
primaverile ed estivo, nei luoghi più frequentati – Tuscolo, Vivaro, lago di
Castel Gandolfo, si nota da un lato l’eccessivo proliferare di fuochi accesi
sui prati e nelle immediate vicinanze di boschi e dall’altro l’assoluta assenza
di qualsiasi forma di controllo dei guardiaparco. È pur vero che con la sola
repressione non si potranno mai modificare comportamenti ed abitudini incivili,
ma un minimo di vigilanza e di dissuasione sarebbe auspicabile. Ultimamente il
nostro periodico, insieme ad altre associazioni, ha presentato un esposto anche
al Servizio Vigilanza del Parco relativo alla realizzazione di una piscina presso
il Tuscolo, nella stessa proprietà di quell’intervento di Piano di
Utilizzazione Agricola (PUA) che tanto scalpore e polemiche ha suscitato
nell’opinione pubblica. Non essersi accorti che a Tuscolo, in un luogo visibile
perfino dalla stessa sede del Parco, si stava realizzando una piscina è già di
per sé piuttosto grave, ma che poi dopo un esposto non si verifichi (non ci è
arrivata alcuna risposta) se l’opera sia o meno stata autorizzata dal Parco, è
addirittura omissivo di un preciso dovere d’ufficio. Sono questi i
comportamenti che alimentano irritazione e sfiducia da parte dei cittadini.
Se condivide queste
osservazioni, vorremmo sperare che, in qualità di Commissario Straordinario,
voglia far sentire tutto il peso della sua carica.
La Redazione
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