giovedì 23 maggio 2013

I Comuni dei Castelli incassano il prestito statale per pagare i fornitori ma a indebitarsi sono sempre i cittadini. Maglia nera a Frascati e Rocca di Papa


Arriva una boccata d’ossigeno per i Comuni indebitati. Lo scorso 15 maggio, infatti, Cassa Depositi e Prestiti (in base al Decreto Legge n. 35 dell’8 aprile 2013) ha diffuso gli elenchi dei Comuni che avevano richiesto il contributo per saldare i debiti accumulati con i fornitori. Alle pubbliche amministrazioni è stato concesso un contributo pari al 62% della cifra inizialmente richiesta. Per quanto riguarda l’area dei Castelli Romani, i Comuni che hanno presentato la domanda sono stati Ariccia, Albano Laziale, Ciampino, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata e Rocca di Papa. Il Comune che aveva richiesto il contributo più alto è stato quello di Frascati (24 milioni di euro), seguito da Ciampino (circa 13 milioni) e Rocca di Papa (quasi 11 milioni). Ovviamente se facciamo un raffronto tra il numero di abitanti di ciascun Comune rispetto ai soldi richiesti, emerge che (tra i Comuni di media grandezza) due amministrazioni comunali, Frascati e Rocca di Papa, sono quelle che hanno chiesto le cifre più alte, segno evidente che l’indebitamento con i fornitori è arrivato a livelli più che preoccupanti.
Un altro aspetto interessante è quanto peserà su ogni cittadino il prestito ottenuto da Cassa Depositi e Prestiti. Anche in questo caso il Comune di Frascati risulta essere primo, visto che i soldi incassati peseranno su ogni frascatano per quasi 705 euro. Segue Rocca di Papa con 387 euro per ogni roccheggiano. Insomma, i fornitori verranno finalmente pagati ma saranno ancora una volta i cittadini a farsi carico del nuovo debito contratto con lo Stato. Infatti, i Comuni che hanno ricevuto il prestito, dovranno restituirlo seguendo un “piano di ammortamento a rate costanti, comprensive di quota capitale e quota interessi, con durata fino a un massimo di 30 anni”. Nel caso in cui un Comune non effettui i pagamenti stabiliti, Cassa Depositi e Prestiti li tratterrà direttamente dall’Imu, tassa il cui destino non è ancora chiaro. Se a questo aggiungiamo che dal gennaio 2014 le amministrazioni pubbliche dovranno pagare i fornitori entro 30 giorni, il quadro è completo. E il Comune che non righerà dritto aprirà le porte al commissariamento.
Infine, è importante segnalare anche i Comuni virtuosi (almeno sulla carta) che, malgrado la crisi generale, non hanno avanzato alcuna richiesta di prestito: Castel Gandolfo, Lanuvio, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca Priora e Velletri. A questi va il nostro plauso, mentre gli altri dovrebbero spiegarci che uso hanno fatto dei soldi pubblici negli ultimi anni.

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