Di
tutto questo non c’è quasi più traccia. La sezione di Rocca di
Papa del partito democratico è una specie di rimessa di sedie
vecchie e materiali vari, che sa di muffa perché evidentemente è
aperta molto saltuariamente. Forse i militanti di una volta non ci
sono più, forse non sono così numerosi, d’altro canto però,
iniziative e opportunità per stimolare la partecipazione proprio non
se ne vedono.
E
l’analisi del voto chi la fa? Anzi, si fa ancora? Probabilmente sì,
ma in altri ambiti, con altri interlocutori e, chissà, con un
pizzico di realismo in meno. Eh sì, perché il gruppo dirigente del
Pd, che poi rappresenta in grossa misura il governo del nostro
comune, si segnala ormai da tempo per una specie di strabismo
politico, per una indifferenza che non si sa se sia più ignavia o
inconsapevolezza.
L’elenco
delle cose che potrebbero essere migliorate è lungo e questo
giornale le ha elencate numerose volte. Lo spirito critico con il
quale molti cittadini firmano le loro sottolineature su queste
pagine, al contrario, è quasi sempre scambiato come un’avversione
alle persone. Sono invece proposte per modificare scelte
amministrative e, prima ancora, una linea di condotta, fatta di
decoro istituzionale, cultura della legalità, ricerca della
trasparenza, sobrietà della politica. Insomma, qualcosa che riformi
quella politica oggetto dell’avversione di tanti cittadini,
contrariati o semplicemente delusi da aspettative mancate.
Allora
può succedere che – qualche giorno fa – un drappello di giovani
si metta in piazza sotto uno striscione del movimento 5 stelle, e
mentre qualcuno li apostrofava con velato sarcasmo come grillini,
qualche giorno dopo gli stessi impersonificano i vincitori delle
elezioni a Rocca di Papa. Oltre il 30% a Camera e Senato. Può
accadere perché magari, per esempio, a non tutti è piaciuto che
l’amministrazione comunale abbia deliberato per il secondo anno
consecutivo che il sindaco abbia bisogno di un “cerimoniere”.
Una cosa piccola che vale poche migliaia di euro l’anno, ma che ha
tutto il sapore di una esigenza politica, tutta interna alle stanze
del piccolo potere locale. Una cosa simbolica, che evidentemente ben
riassume perché il Pd, e con esso l’amministrazione comunale,
continui a perdere consensi così vistosamente.
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