mercoledì 24 ottobre 2012


Malgrado il fallimento del centrodestra alla Regione si continua a lottizzare
Gli ultimi colpi di coda della gestione commissariale del Parco dei Castelli Romani
di Andrea Sebastianelli
Un paio d’anni fa erano arrivati i cowboy che avrebbero rivoltato il mondo e invece il mondo ha rivoltato loro. Hanno fatto proclami, annunci, editti, giurato sui figli… Avrebbero ristretto il Parco, consentito la caccia, cambiato tutto. Dopo 24 mesi di agonia il Parco è in coma, fermo totalmente. Si sono succeduti tre direttori di cui solo l’ultimo, Paolo Giuntarelli, pare resistere. Si vede di tanto in tanto, occupato com’è in una quantità di altri incarichi e impegni. Il più pesante dei quali potrebbe essere quello di difendersi dalle accuse per alcune indagini relative a qualche anno fa, quando era un tecnico del Comune di Roma.
Marco Mattei, l’assessore regionale all’ambiente, che pure aveva messo a capo del Parco suo uomo di fiducia nella veste di commissario liquidatore, è stato defenestrato senza tanti complimenti. L’assessore non è più lui e il commissario del Parco, Matteo Orciuoli, forse ora è un po’ spaesato, privo dell’aiuto del caro estinto (politicamente) e senza neanche un quadro di riferimento politico distinguibile. Insomma, da che sostituiva e rappresentava l’intero Consiglio direttivo, i sindaci dei comuni, gli amministratori locali, si è rivelato per quello che era: semplicemente impresentabile. Percepito da molti come politicamente affine ai vari batman che girano per la Regione Lazio, suoi amici di partito.
Perché la situazione al Parco si spera possa cambiare, ci vorrà qualche mese. Così intanto è cominciato l’arrembaggio finale. Si prende tutto quello che è possibile prima del naufragio. Adesso al Parco hanno pensato bene, per esempio, di predisporre le carte per consentire una bella lottizzazione nei boschi di Nemi. Una lottizzazione che solo qualche anno fa il Parco aveva respinto perché andava contro la legge.
Non spetta a noi stabilire i limiti giuridici dell’operazione, ma se qualche anno fa non era possibile, che cosa è cambiato ora? Rispondiamo con un filo di malizia, forse sbagliando, con un interrogativo: non è che la vicinanza politica tra commissario del Parco e sindaco di Nemi hanno fatto il miracolo? Oppure dobbiamo pensare che l’attuale direttore del Parco sia un tecnico molto disinvolto? O tutte e due le cose insieme? Non lo sappiamo e non lo possiamo sostenere. Una cosa però riteniamo certa: l’inopportunità di abbattere ancora alberi per continuare a tirare su villette. Specialmente se a sostenerlo è un Parco!

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