Gli
ultimi colpi di coda della gestione commissariale del Parco dei Castelli Romani
di Andrea Sebastianelli
Un paio d’anni fa erano
arrivati i cowboy che avrebbero rivoltato il mondo e invece il mondo ha
rivoltato loro. Hanno fatto proclami, annunci, editti, giurato sui figli…
Avrebbero ristretto il Parco, consentito la caccia, cambiato tutto. Dopo 24
mesi di agonia il Parco è in coma, fermo totalmente. Si sono succeduti tre
direttori di cui solo l’ultimo, Paolo Giuntarelli, pare resistere. Si vede di
tanto in tanto, occupato com’è in una quantità di altri incarichi e impegni. Il
più pesante dei quali potrebbe essere quello di difendersi dalle accuse per
alcune indagini relative a qualche anno fa, quando era un tecnico del Comune di
Roma.
Marco Mattei, l’assessore
regionale all’ambiente, che pure aveva messo a capo del Parco suo uomo di
fiducia nella veste di commissario liquidatore, è stato defenestrato senza
tanti complimenti. L’assessore non è più lui e il commissario del Parco, Matteo
Orciuoli, forse ora è un po’ spaesato, privo dell’aiuto del caro estinto
(politicamente) e senza neanche un quadro di riferimento politico
distinguibile. Insomma, da che sostituiva e rappresentava l’intero Consiglio
direttivo, i sindaci dei comuni, gli amministratori locali, si è rivelato per
quello che era: semplicemente impresentabile. Percepito da molti come
politicamente affine ai vari batman che girano per la Regione Lazio, suoi amici
di partito.
Perché la situazione al Parco
si spera possa cambiare, ci vorrà qualche mese. Così intanto è cominciato
l’arrembaggio finale. Si prende tutto quello che è possibile prima del
naufragio. Adesso al Parco hanno pensato bene, per esempio, di predisporre le
carte per consentire una bella lottizzazione nei boschi di Nemi. Una
lottizzazione che solo qualche anno fa il Parco aveva respinto perché andava
contro la legge.
Non spetta a noi stabilire i
limiti giuridici dell’operazione, ma se qualche anno fa non era possibile, che
cosa è cambiato ora? Rispondiamo con un filo di malizia, forse sbagliando, con
un interrogativo: non è che la vicinanza politica tra commissario del Parco e
sindaco di Nemi hanno fatto il miracolo? Oppure dobbiamo pensare che l’attuale
direttore del Parco sia un tecnico molto disinvolto? O tutte e due le cose
insieme? Non lo sappiamo e non lo possiamo sostenere. Una cosa però riteniamo
certa: l’inopportunità di abbattere ancora alberi per continuare a tirare su
villette. Specialmente se a sostenerlo è un Parco!
Ottima iniziativa il blog Andrea.
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