mercoledì 24 ottobre 2012

Il Segno dei tempi nei disegni del Maestro Franco Carfagna
Quando i “fascettari”pulivano i boschi
di Franco Carfagna
Quando giriamo per la “macchia” (i boschi) alla ricerca di funghi o semplicemente per passeggiare, notiamo che tra un albero e l’altro il sottobosco è pieno di frasche, pezzi di legna e pertiche “sebbullite” o cadute, oppure che sono lì da anni. Camminare diventa così difficile e c’è anche il rischio di farsi male. Questo non accadeva sessanta anni fa, quando l’interno delle macchie era pulito come un giardino e si sentiva solo il fruscìo delle foglie secche che dava agli animali il tempo di scappare dai cacciatori. Questa pulizia era possibile perché quando si tagliavano i boschi per la legna, era buona norma prima pulire il sottobosco. Subito dopo arrivavano gli spedicatori a tagliare gli alti fusti di castagno, seguiti dai segatori (che selezionavano il legname in base alla grandezza) e poi dai rabbinatori (erano coloro che conoscevano ogni tipo di legno e quindi procedevano a dividere il materiale facendo delle piccole “masse”, cioè cataste).
Finito questo lavoro giungevano i pezzutatori, i ffàcciatori, e gli scorzatori, mentre altri raccoglievano la legna di scarto (tacche, scorze, ciocchetti) per il focolare domestico. Anche le donne andavano per legna “pe’ u fuocu”, seguivano i recacciatori (quelli che trasportavano il legname fuori dal bosco con i buoi o con i ca-valli e i muli, gli asini no ‘chè non erano adatti).
Per ultimi venivano i fascettari che erano i veri pulitori del sotto-bosco dopo le operazioni di taglio. Il loro lavoro era autorizzato dal proprietario del bosco, dai guardiani o dalla Forestale  e raccoglievano fino all’ultima frasca. Erano una sorta di “scopini della macchia” che lavoravano a cottimo per il proprietario. Poi c’erano quelli che jeanu a attaccà i fascetti in proprio per poi venderli ai forni a legna di Marino, Frascati, Grottaferrata, Ariccia e Albano.
Tra i più famosi il maestro Carfagna ricorda: Bacco, Sidoro, Ulisse, Ciaranfa, Sblò, Cencio, Franciosi, Trombò, u Bizzeru, Sirvio, Gino, Giuvanninu (uno dei più forti), Pigaccia e Angelo. E ancora: ‘Ngelino, u Bassettu, Ulisse, Giansanti, u Nnebbiu, u Fig-ghiu, Pecorella, Mafrinu, Maurinu, Parla pocu... e tanti altri onesti fascettari. Facendo questo prezioso lavoro ricevevano il plauso di tutti, a cominciare dai cercatori di funghi. Ora che gli “onorevoli fascettari” non ci sono più i boschi sono ridiventati sporchi e il pericolo degli incendi è aumentato.

1 commento:

  1. Maestro Carfagna,
    grazie ai tuoi lavori rivive un mondo dimenticato e molto spesso quando leggo quello che scrivi e guardo i tuoi disegni sento anche gli odori di quei tempi. Riesci a ricreare l'atrosfera andata e permetti a noi "giovani" di capire meglio come eravamo e da dove veniamo.
    un caro saluto
    Noemi

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