Gli
ingredienti sono: un paese allo stremo con debiti milionari; un Consiglio
Comunale convocato ad agosto; un gruppo dirigente che sembra pagare i debiti
elettorali con risorse pubbliche.
Come
si fa? Si aspetta il caldo di ferragosto per buttare giù delibere che valgono
un sacco di soldi e per giustificarle si accenna a non meglio precisate
esigenze pubbliche.
Può
capitare così che in un paese come Rocca di Papa si segua un copione non dissimile
e ci si ritrovi ad approvare un paio di delibere semplici semplici, ma piene di
sostanza.
La prima: un cambio di destinazione urbanistica (da agricola ad
attività produttive), con relativa cubatura. In pratica si consente a un
privato di costruire più di 10.000 metri cubi dove prima c’era l’erba. Che in
soldoni equivalgono a svariati milioni di euro. E chi è il privato?
C’è
chi dice che sia un amico fraterno del sindaco e di qualche assessore, ma noi
non ci crediamo.
C’è
chi dice che sia un sostenitore delle campagne elettorali del sindaco e del suo
partito, ma noi non ci crediamo.
C’è
chi dice che sia un munifico finanziatore delle cene elettorali per sostenere
l’attuale maggioranza che governa Rocca di Papa, ma noi non ci crediamo.
C’è
chi dice che si tratterebbe di cene svolte al ristorante La Foresta, ma noi non
ci crediamo.
C’è
chi dice infine che questo ristorante sia di proprietà della famiglia del
costruttore, che sarebbe il beneficiato dalla delibera in esame, e forse ci
crediamo.
La seconda: un rinnovo per una concessione per la gestione dell’unico parco
pubblico fruibile a Rocca di Papa, “La Pompa”, ai Campi di Annibale. La storia
è questa: nel 2001 viene firmato un accordo transattivo tra Comune e alcuni
proprietari. L’accordo venne presentato per scongiurare un contenzioso.
Contenzioso che, a rilegger le carte dell’epoca, poteva essere evitato subito,
mettendo a posto i documenti con un passaggio in Consiglio comunale. Si preferì
un accordo, che produsse un affidamento diretto (senza gara pubblica) per la
gestione del parco e soprattutto di un chiosco bar-pizzeria, appositamente
realizzato nel parco di proprietà comunale.
Dove
sta il vantaggio? Nella gestione del bar-pizzeria. Che posizionato lì è una
miniera d’oro.
Agli
affidatari la convenzione concede otto anni più una proroga di altri otto. Dopo
innumerevoli vicende in cui gli affidatari fanno diversi abusi, con sequestri e
blocco dei cantieri da parte del Comune, arriviamo ad oggi, senza che nessuno
abbia eccepito nulla sul mancato rispetto della convenzione, che tra le tante
cose, per esempio, non prevedeva la realizzazione di abusi edilizi.
Nel
2012 gli affidatari fanno domanda di agibilità dei locali del bar, come a dire
che fino ad allora il bar era sostanzialmente abusivo. E come è stato possibile,
se stava su un terreno di proprietà comunale e oggetto addirittura di una
convenzione? Forse perché nessuno ha controllato? Forse perché chi ha
controllato ha fatto finta di niente? Non lo sappiamo. Ma è certo che la
convenzione non è stata rispettata. E che fa il Comune a questo punto? Rescinde
il contratto e si riprende le aree di sua proprietà? No! Al contrario, premia
gli affidatari con una proposta di altri 19 anni di gestione convenzionata,
sempre senza oneri per i concessionari, perché loro tagliano l’erba e tengono
pulito il chiosco. Il tutto senza neanche aspettare la naturale scadenza della
convenzione fissata al 1° gennaio del 2017. In più, tanto per dare una
spruzzatina di suspanse, c’è chi dice
che il concessionario voglia rivalersi sull’Amministrazione per presunti ridotti
guadagni, per una questione di estensione dei prati intorno al bar… Fantastico!
L’amministrazione fa finta di mettersi paura e per evitare conflitti, a quanto
pare solo bisbigliati, rinnova una concessione per la gestione del bar-pizzeria
quattro anni prima della scadenza: affidamento diretto, senza gara. In più,
come “regalo fedeltà” ci mette anche una clausola per consentire una specie di
subappalto, così il bar-pizzeria, avuto gratis dall’amministrazione comunale,
potrà essere subappaltato, e in questo caso, è quasi certo, non gratuitamente.
Non
sarebbe meglio, una volta accertato il mancato rispetto della convenzione,
azzerarla, fissare un canone e fare un bando pubblico per la gestione del parco
e soprattutto del bar? Hai visto mai che vinca qualche giovane roccheggiano che
è in cerca di lavoro? Hai visto mai che si arrivi ad avere occupazione e
introiti per le casse pubbliche, in sostanza vantaggi per l’intera
collettività?
Le
storie narrate sembra proprio che siano un gioco, in cui conta impudenza e
destrezza, proprio come al monopoli. Che bisogno c’è per la collettività di
approvare queste delibere? Nessuna.
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