Per giustificare un atto così nefasto per l’ambiente, il
Commissario Straordinario del Parco, Matteo Orciuoli – nominato dalla ex Giunta Polverini – ha
incaricato professionisti esterni al Parco di redigere una relazione di VAS
(Valutazione Ambientale Strategica), che bolla come “non di pregio” i boschi
degli estesissimi versanti del Monte Artemisio, ritenendo quindi che non siano
da tutelare.
Un solo elemento è sufficiente a dimostrare la
pretestuosità di questo provvedimento: verrebbe escluso dai confini del Parco
un bosco di castagno che, per le sue qualità ambientali, la Comunità Europea ha
ritenuto di riconoscere come zona SIC (Sito di Importanza Comunitaria), in applicazione
della Direttiva “Habitat”.
La verità è che si tratta di una spudorata manovra
elettoralistica del Commissario del Parco Orciuoli e, per suo tramite, dell’ex
assessore regionale Marco Mattei, per rincorrere i voti di qualche centinaio di
cacciatori, a Velletri e Lariano.
È appena il caso di evidenziare un aspetto fondamentale:
questa deliberazione, al di là degli effetti puramente elettoralistici, non
produrrebbe alcuna conseguenza giuridica perché i confini del Parco
resterebbero gli stessi fino a quando la regione Lazio non approvi qualcosa di
diverso. Dunque in pratica si avrebbe solo una grande confusione e qualche illusione.
Invitiamo comunque la direzione del Parco a non
prestarsi a giochini elettorali di questo tipo. Un’area protetta ha tra i suoi
fini istituzionali quelli della tutela. Ridurre il territorio di un Parco di
2.000 ettari, oltre a non avere senso dal punto di vista ambientale,
infliggerebbe un duro colpo alla generale credibilità del sistema delle aree protette
regionali e a quella personale degli artefici di un simile espediente.
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