lunedì 22 luglio 2013

Antenne, la popolazione è a rischio.


di Andrea Sebastianelli
 
 
Riesplode la questione dei ripetitori radiotelevisivi di Monte Cavo e dintorni. Da una parte i Comitati di Quartiere e dall’altra la presentazione del Rapporto “Monitoraggio elettromagnetico ambientale” presso l’Università di Roma La Sapienza, hanno riacceso i riflettori su un argomento rimasto per troppo tempo in disparte. Cominciamo dai Comitati. I rappresentanti dei tre quartieri roccheggiani (Campi d’Annibale, Centro Storico e Vigne) si sono riuniti il 3 luglio e hanno sottoscritto un appello su quello che hanno definito “male invisibile”, il continuo bombardamento, 24 ore su 24, delle onde elettromagnetiche. E proprio su questo tema è incentrato il Rapporto curato dall’ARPA Lazio e CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo) svoltosi all’inizio di maggio e a cui hanno preso parte tra i più eminenti studiosi del settore. E i dati emersi sono molto preoccupanti dal punto di vista della sicurezza e della salute pubblica.
Rocca di Papa, neanche a dirlo, ha fatto la parte del leone visto che sul suo territorio vi è la più alta concentrazione di ripetitori radio-tv d’Europa. Sorprende l’assenza dell’amministrazione anche se la presenza del Sindaco era prevista ma, all’ultimo momento, non ha potuto parteciparvi per serie ragioni. Però almeno il responsabile del settore elettromagnetismo o qualche Assessore avrebbe potuto prendervi parte vista l’importanza del tema trattato.
Il Rapporto, redatto per valutare gli effetti ambientali e genetici dell’elettromagnetismo e i rischi a esso collegati, è molto interessante perché (crediamo per la prima volta) ha preso in esame i dati raccolti dagli strumenti collocati presso strutture pubbliche e private di Rocca di Papa, a cominciare dalla scuola media Leonida Montanari dove bambini, insegnanti e operatori scolastici, per 8-10 ore giornaliere, possono assorbire radiazioni. Lo stesso Rapporto specifica che “bambini e adolescenti sono più vulnerabili alle radiazioni”. Lo studio curato dal CIRPS, poi, ha riscontrato livelli preoccupanti a Rocca di Papa (ma anche in altri siti della regione, tra cui monte Guadagnolo) con il superamento dei valori stabiliti dalla legge di riferimento, tanto che -si legge su una delle tavole riassuntive- “nell’ambiente di vita, l’esposizione [...] causa una marcata citotossicità e una morte cellulare programmata delle cellule”.
I dati emersi necessitano attenzione e infatti, per il futuro e a garanzia dei cittadini, si chiede un “monitoraggio periodico delle aree in cui l’esposizione della popolazione risulta elevata”.
Dei principali rischi dovuti a quest’esposizione ha parlato il prof. Mario Barteri, del dipartimento di Chimica de La Sapienza.
Nell’ordine:
- cancro al cervello e neuroma acustico;
- danni al DNA delle cellule del corpo;
- alterazione del sistema immunitario;
- sensazione di oppressione, stati depressivi e attacchi di panico.
Gli effetti negativi non si hanno solo sull’uomo ma, rileva il prof. Barteri, “il rumore elettromagnetico di fondo disorienta le api e gli uccelli che mostrano difficoltà a tornare negli alveari e nei nidi” ma anche “effetti nocivi nelle piante”.
Un altro studio contenuto nel Rapporto, sugli effetti genetici dei campi elettromagnetici sulle cellule, non lascia spazio all’interpretazione: “Ci sono evidenze scientifiche -si legge nelle tavole presentate dal prof. Fiorenzo Marinelli (dell’Istituto di Genetica Molecolare dell’Università di Bologna)- che la radiazione sia un rischio per la salute dei cittadini di Rocca di Papa”, poiché “le cellule, sottoposte allo stesso campo che irradia le persone, si ammalano”, e quindi “occorre fare una indagine epidemiologica dividendo la popolazione in classi di esposizione”.
Conclude il prof. Marinelli: “E’ indispensabile che le istituzioni sanitarie e politiche attivino un sistema di protez 
ione della popolazione”.
I dati emersi, la richiesta di indagine epidemiologica e l’appello finale del prof. Marinelli meritano un Consiglio Comunale straordinario “aperto”. E urgente.

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