A un paio di mesi dalle elezioni a
Rocca di Papa non si nota la più piccola
mutazione di rotta da parte dell’amministrazione comunale. I risultati
elettorali sono stati di portata epocale, hanno scompaginato equilibri
decennali, ma il sindaco e i suoi assessori, se se ne sono accorti, non lo
danno a vedere.
Permangono problemi di bilancio, le opere pubbliche sono ferme, trasparenza e
partecipazione sono solo belle parole ripetute ritualmente nelle più pompose
occasioni pubbliche.
Per cercare soldi si tenta di vendere (o forse sarebbe
meglio dire svendere), farmacia, boschi pubblici, sedi comunali, insomma il
patrimonio comune, collettivo, quello che rappresenta la ricchezza dei
cittadini. Questo perché – evidentemente – negli anni precedenti gli stessi
amministratori hanno speso più di quanto avevano nelle disponibilità delle case
pubbliche. Venduti i gioielli di famiglia i conti forse saranno ripianati, ma i cittadini saranno più poveri.
In condizioni così drammatiche, perché non aprire un confronto pubblico?
Trovare soluzioni condivise, o almeno informare con precisione i cittadini
sullo stato delle cose? Perché non confidare in un patto che coinvolga tutti, e
programmi il cambiamento necessario per trovare soluzioni percorribili? Forse
perché la classe politica che ci ha messo in queste condizioni teme che
dovrebbe fare un passo indietro. Oppure perché i personaggi che governano Rocca
di Papa da decenni si ritengono immuni
da critiche e preferiscono rinserrarsi nella ridotta delle stanze comunali,
piuttosto che mettere in discussione almeno qualche scelta del loro operato.
In tutto questo all’orizzonte si
intravede la presenza del Movimento 5
stelle. È il primo partito di Rocca di Papa, secondo i risultati elettorali
del 24 febbraio scorso. Evidentemente ha raccolto la protesta di tanti elettori
rispetto allo stato di cose sopra accennato. Una forza importante, che, per
quanto poco strutturata e senza rappresentanti eletti, probabilmente potrebbe
influire sulla politica cittadina. Finora non si sono notati effetti pratici,
forse si devono ancora organizzare, capire come fare, su quali temi impegnarsi
(pur se al di fuori del consiglio comunale). Certo, le emergenze non mancano e sarebbe urgente cominciare a lavorarci.
Utilizzare il consenso ottenuto per incidere sulle scelte, insomma tentare di
far pesare i voti raccolti.
organizziamoci
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