Ora è appena arrivato il quinto. Evidentemente il commissario non trova rispondenza rispetto ai suoi obiettivi, neanche in chi ha nominato personalmente. Eppure gli ultimi direttori, tra cui Paolo Giuntarelli – l’ultimissimo – avevano avuto il gradimento esplicito della destra che governava la regione e, di rimando, il Parco. I nuovi direttori erano stati presentati come i salvatori della patria, quelli che con un colpo di bacchetta magica avrebbero realizzato tutte le facili promesse elettorali gridate nei comizi politici, dalla stessa destra che li aveva nominati.
Schiere di poveri cacciatori avevano
creduto che il parco sarebbe stato ristretto, rivedendo i perimetri. Le
assicurazioni erano tassative, i tempi certi, le procedure militarizzate; lo
sguardo fiero e il mento serrato facevano il resto. Ma era un apparato di
cartone: non sono riusciti a fare niente. Niente di quello che avevano
promesso, niente di quello che avevano proclamato, niente di quello che forse avevano
pure tentato di mettere in piedi.
Ancora qualche mese fa tutta la
catena di comando del Parco dei Castelli era tenuta saldamente dalla destra
della regione Lazio: l’ex assessore regionale all’ambiente Mattei e il
commissario dell’Ente Parco sbandieravano l’appartenenza politica come una
virtù più che sufficiente per operare. Capacità, competenza, saggezza e un po’
di realismo sono cose che non li hanno mai sfiorati.
Oggi il tempo sta per chiudere la loro permanenza al Parco con risultati
assai magri, se si esclude qualche lauto compenso distribuito qua e là. Per il
resto il Parco è fermo, in attesa, si spera, di tempi migliori.
il giorno 21 settembre del 1979 ho organizzato a Frascati con Paolo Guerra del Partito Radicale, una manifestazione concerto per istituire il Parco dei Castelli Romani. In quella occasione vennero diversi cantautori del Folkstudio ... se solo avessi saputo o immaginato di come potevano finire le cose potevamo risparmiare almeno le 160 mila lire (nel 1979 erano proprio soldi) di SIAE!!!
RispondiElimina